Nel caleidoscopio di colori, in un tripudio di voci e suoni, eravamo lì, fronte come fontanella, tempie pulsanti, la camicia o la maglia incollata alla schiena.
Abbracciavamo tutti. Proprio tutti: familiari, amici, conoscenti, semisconosciuti. Non importa chi, per una gioia probabilmente mai provata fin lì. Una gioia da grandi sorrisi e qualche lacrima.
Un entusiasmo debordante come spuma di una birra rovesciata nella pinta senza alcuna accortezza.
Un entusiasmo genuino dall'effetto lisergico che per una sera vince ogni pensiero. Nessun dolore, alcun fastidio, niente paturnie. Solo la consapevolezza, finalmente la consapevolezza, di essere grandi, invincibili, straordinariamente primi. Sì, primi!
E poi, rotto ogni freno inibitore, via ai progetti di festeggiamenti fino a tarda notte. Di celebrazioni e di cene. Sogni di grandezza. Perché quando si ha finalmente ragione della paura di volare, l'istinto di puntare sempre più in alto è ancestrale.
Ecco, questi eravamo in quel preciso momento.