sabato 12 gennaio 2019

La prima di ritorno

E' mancato poco. Un fallo su quell'ultimo possesso di Pacher, anche se in queste situazioni gli arbitri tendono a dimenticarsi il fischietto. O un canestro sull'occasione perfetta in sottomano di Morais. Oppure che facesse lo stesso uso dell'occasione perfetta anche Blizzard, con quattro metri di spazio (ahia) per prendersi la tripla decisiva del 76-77. Non è il momento di stare a far della filosofia su quanto a volte sia sottile il confine tra vittoria e sconfitta. Poggio e buca, si fa pari con l'andata: allora Knowles sbagliò l'ultimo tiro, Blizzard stavolta no; allora Morais segnò in area, stavolta no.

Knowles non c'è più, come altri: Tortona era alla prima uscita col roster rivoluzionato eppure già quadrata. Quanto vale adesso lo diranno le prossime partite, ma aveva poco della squadra (comunque forte sulla carta) che ha vinto 4 partite in tutta l'andata. Sì, con Tortona la Mens Sana è stata avanti solo 4 minuti su 40, e solo sei secondi negli ultimi 13'15". Eppure è stata una prestazione interessante, a un solo episodio di distanza da essere una vittoria importante. Invece no. Alla terza sconfitta casalinga stagionale, la Mens Sana poteva andare a +7 dal terzultimo posto e ora resta solo a +3, ancora a cinque vittorie di distanza dalla teorica quota salvezza: la buona notizia è che Scafati (sconfitta a Bergamo) resta solo a +1 sulla Mens Sana, la cattiva che Trapani dominando in casa di Eurobasket ha allungato a +3.

IL GIOCATORE
Dopo 32 minuti di partita Tommaso Marino aveva tirato 6 volte da tre e 5 volte aveva sbagliato. Qui si è messo in gara: sul -5 una tripla per riavvicinarsi, un minuto dopo canestro al ferro. E poi un altro paio di falli conquistati, tra cui uno su tiro da tre per il 70 pari a 3'30" dalla fine. Poi l'ultimo minuto: sul -4, rimbalzo d'attacco Mens Sana, palla a lui per un'altra tripla: -1! Non è stato perfetto, Tommy, ma è stato la speranza: in una partita da 13 punti (e 5 assist), 10 sono arrivati negli ultimi 8 minuti. Il migliore? Forse Pacher, e su quell'ultimo tiro avrebbe meritato un finale diverso. O almeno un fischio. C'era Poletti, che non si era allenato praticamente mai in settimana. Non c'era Lupusor, per la scelta tecnica di andare a lungo coi 4 piccoli.

IL MOMENTO DECISIVO
A 1'25" dalla fine la Mens Sana era finita sotto 70-74 su un taglio di Bertone che aveva portato fuori Poletti. Morais, che poco prima aveva fatto un penetra e scarica in tribuna e a seguire un fallo in attacco, tira da tre e finisce sul primo ferro, ma a rimbalzo tocca Prandin e Morais allunga a Marino per la triplona del 73-74. Non solo, in difesa Pacher resta con Bertone, gli nega il canestro e sul rimbalzo è rimessa Mens Sana. Qui è Marino che penetra e scarica, Pacher gira a Morais che si riscatta con la tripla del 76-74 a 21"82 dalla fine. Rimessa Tortona, ma Ranuzzi entrato per Marino apposta per marcare Blizzard resta su un blocco a centro area, non c'è cambio, e Blizzard a 14"92 dalla fine castiga con la bomba del 76-77. Ultimo attacco Mens Sana, Morais va fino in fondo ma sbaglia il sottomano, la palla arriva a Pacher che tira cortissimo lamentando un fallo. Game over.

LA STATISTICA
25, i tiri da tre sbagliati dalla Mens Sana. Non presi, sbagliati: 11/36. Non è massimo stagionale, c'era stato il 10/36 con Latina, altra sconfitta casalinga. Dice bene coach Paolo Moretti: la chiave è nel 6/21 del primo tempo su tiri in gran parte ben costruiti. La Mens Sana è seconda del campionato per percentuale da tre, 37%. In 4 delle ultime 5 partite è rimasta ben sotto quella soglia. Non è la squadra che tira di più da tre del campionato: queste 36 triple tentate sono massimo stagionale eguagliato. Una scelta difensiva chiara da parte di Tortona, perché mai in stagione la Mens Sana - comunque squadra che ama il tiro da tre - aveva preso da oltre l'arco il 58% dei tiri su azione e aveva concluso da lì un così alto numero di possessi. Le percentuali l'hanno resa una scelta vincente. Poi il punteggio finale dice che di quelle 36 triple prese, e 25 sbagliate, ne entrasse una in più...

LA DICHIARAZIONE
Filippo Macchi, direttore generale Mens Sana: "Abbiamo fatto un'ottima partita. Ritengo che se una società che gioca a pallacanestro deve avere tutta una serie di criteri - finanziari, di etica, sportivi - che devono essere rispettati, se deve rispettare scadenze nei confronti della Federazione per cifre importanti che fanno la differenza, e quest'anno paghiamo una quota attorno ai 160mila euro, vorrei che questa quota fosse proporzionata alla qualità di chi viene ad arbitrare le partite. Si dice che chi si lamenta degli arbitri è un perdente: non mi sento perdente per colpa degli arbitri, meritavamo di vincerla, mi sento un vincente e vorrei vincere per i meriti espressi. Difendo l'allenatore e la squadra che ha giocato molto bene e non meritava una sorte di questo genere. Non voglio guardare solo all'azione finale, il probabile fallo su Morais e quello certo su Pacher, per essere precisi e onesti. Non si parla solo di questa partita ma di svariate partite e svariata mancanza di rispetto. Noi abbiamo tre punti di penalizzazione perché abbiamo pagato la mattina seguente una rata della Federazione, che è perentoria. Io pretenderei lo stesso tipo di severità nei confronti di chi viene qui e non è capace di fare ciò per cui è venuto. Ci sono 5 partite segnalo in cui abbiamo arbitraggi discutibili, compreso Agrigento che se non ci fosse stato quel quid in più avremmo perso. Queste 5 partite mi hanno portato a essere stufo. L'anno scorso dissi che si investe molto denaro per mantenere una squadra a questi livelli e io pretendo che sia proporzionato alla professionalità delle persone che vengono qui per poter giudicare una partita. Noi interverremo da lunedì mattina, faremo le nostre rimostranze a Roma, alla Lega, alla Federazione perché così non è più possibile: non voglio assolutamente pensare che certe cose siano fatte apposta, voglio pensare alla buona fede in tutto, ma almeno mandassero persone capaci a fare il proprio mestiere".

LA CHIAVE
Sempre fuori dal campo, inderogabilmente. E' stata la settimana in cui si è finito di saldare gli stipendi del 5 dicembre e la seconda rata con la Polisportiva che scadeva il 2 gennaio. Poi si sono pagati i 4 lodi dello stato di morosità che potevano costare la penalizzazione sull'anno prossimo, e si è pagata l'ultima tranche del procuratore Zivanovic per evitare la sua escussione della fidejussione (che non era stata annullata, ma solo sospesa in attesa di completare il pagamento): non esattamente tutto entro i termini, ma sicuramente tutto è andato a buon fine. Non ci si è fatti mancare niente, compresi giocatori che hanno chiesto a gran voce la cessione e giocatori (compresi gli appena citati) che poi vanno a fare serata fuori Siena con alti esponenti della proprietà, per dire come le cose possono cambiare nel giro di poche ore...
Si resta in trincea: c'erano una volta 11 lodi, 5 sono stati risolti, resta il resto. Il Bat (Tribunale arbitrale della Fiba) ha chiesto se fosse risolto il pagamento di Elston Turner, la pratica era stata sospesa fino al 1° gennaio dando tempo per una soluzione e se non arriverà una risposta entro il 14 gennaio si considererà non rispettato. Il 5 gennaio è già maturato il nuovo stipendio, che la società ha promesso per il 15, quando sono in scadenza anche i 15mila della prossima rata per la Polisportiva, poi il 22 c'è la nuova rata di tasse federali, e poi, e poi... Ma nell'ultima settimana si è spolverato un ritmo di pagamento invidiabile, anche se forse i tanti che ancora aspettano la pensano diversamente.
Non si parla di pagare il giorno della scadenza, come è legittimo, bensì alla scadenza della conseguente ingiunzione di pagamento, o alla scadenza oltre cui l'ingiunzione comporta delle conseguenze (come la penalizzazione, o l'escussione della fidejussione). La mosca tira il calcio che può, ma così si è sempre esposti alla possibilità che qualcosa all'ultimo possa andare storto. Che succeda nell'emergenza è comprensibile, però ormai è così da più di un anno. Chiedersi se così c'è un futuro per la Mens Sana è capitato a tutti quelli con un minimo di conoscenza della situazione.

***

Poteva, e sarebbe dovuto, essere un motivo di ottimismo il bilancio chiuso (con ampio ritardo, vabbè) al 30 giugno 2018 con 155.198 euro di perdite. Poi in poche ore è diventata di dominio pubblico la voce del bilancio in cui si vantano crediti esigibili entro l'esercizio successivo per 881.430 euro (sentir parlare di crediti inesigibili riporta alla mente i terribili ricordi del fallimento 2014). Per dare una proporzione dell'ordine di grandezza, questo avviene su un bilancio da 1.340.000 euro di ricavi nel conto economico (Per la cronaca così divisi: 221mila euro da abbonamenti, 144mila dalla biglietteria, 804mila da sponsorizzazioni, 115mila dalla vendita di Simonovic, 22mila dai premi Fip, poi altre voci).
Si è molto disquisito su questi crediti, sono stati ricondotti - anche sulla base del comunicato del club - a sponsor che devono ancora pagare, ha cominciato a girare anche una lista di quali sono queste aziende... Anche se forse è lo specchietto sui debiti nello stato patrimoniale passivo che dovrebbe destare qualche preoccupazione. Siamo tutti commercialisti, dopo aver passato la giornata a essere tutti allenatori di basket. Certo avrebbe aiutato la relazione del revisore dei conti ma... purtroppo alla Mens Sana, come si sa, non c'è più.
Il ruolo di controllo è demandato ai soci. Tipo? Il principale socio di minoranza, il Consorzio, non si è neanche presentato e da quando la SSN è in maggioranza ha addirittura rinunciato ai propri rappresentanti nel cda. Totalmente contro i propri interessi, oltre che contro qualsiasi norma di buon senso, o anche solo di vivere civile e saper stare al mondo. Magari avrebbe scoperto che tra le aziende da cui si dice di vantare crediti ce ne sono anche alcune che si sono avvicinate alla Mens Sana attraverso il Consorzio... C'era una bozza di uscita secondo cui il Consorzio non avrebbe preso parte a questo ripianamento perdite in cambio della cessione a costo zero delle proprie quote... Ma c'è ancora solo la bozza, non la firma sull'accordo...
Anche l'Associazione da mesi non ha più il proprio membro nel cda, e avere qualcuno che ha partecipato alla formazione di quel bilancio avrebbe contribuito, come minimo, a capirlo meglio. E infatti siccome i dati su cui si è fondato il bilancio sono stati messi a disposizione non in tempi o modi soddisfacenti, è finita che l'Associazione si è astenuta. Non che con gestioni precedenti i numeri del bilancio arrivassero molto più esaurienti, giova ricordarlo, eppure prevaleva la fiducia e l'Associazione votava a favore dell'approvazione: stavolta forse ha prevalso la paura.



***
   

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Il varo

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