martedì 4 dicembre 2018

Pick-and-Tom: Il quintettone "mannaro" di Moretti

Non si può dire che a questa Mens Sana faccia difetto la tendenza a sperimentare. Dopo i 4 piccoli e il doppio play, coach Moretti contro Legnano ha alfine sdoganato il quintettone. Con 3 minuti e spiccioli sul cronometro del secondo quarto, i biancoverdi sono rientrati sul parquet con Lupusor al fianco di Cepic (ormai un lungo navigato e scaltro, altroché…) e Pacher.

È vero che le caratteristiche dell’italo-moldavo ben si sposano con un suo utilizzo almeno in ala piccola: l’ampio range di tiro e l’inconsueta agilità nel mettere palla per terra ne tradiscono l’impostazione perimetrale, ricevuta fin dalle giovanili. E in passato, soprattutto a Scafati, era stato impiegato da numero 3 in tante occasioni.

Fino a questo momento però nello scacchiere mensanino, per la verità piuttosto movimentato, il Lupo (Mannaro) aveva ruotato esclusivamente nella girandola dei lunghi. La duttilità estrema con cui è stata costruita questa squadra ha permesso ancora una volta al suo allenatore - uno che con la flessibilità di pensiero e, di conseguenza, di gioco va naturalmente a nozze - di sbizzarrirsi con il rimpasto degli schieramenti.

“È vero. Bravo!” dirà qualcuno. “Metterlo in ala piccola ha fruttato 3 triple dall’angolo.” Ehm, non è andata proprio così. Non tutto è oro ciò che luccica. La prestazione di Ion è stata scintillante, la precisione con cui ha punito le rotazioni tardive degli avversari puntuale come le tasse in coda all’anno. Ma, perlomeno nelle prime due occasioni, era almeno nominalmente il 4 della Mens Sana sul parquet. Solo che in questa stagione le posizioni nello starting five di Moretti difficilmente indicano anche la maggiore o minore vicinanza alla zona pitturata sotto al canestro.


La solita gif che gira in loop con la stessa azione. No. A veder bene, si tratta dello stesso, identico schema, eseguito magistralmente in due azioni differenti. Partendo dalla rimessa di fondo, si gioca soltanto apparentemente sul lato forte col pick&roll prima Marino-Poletti e dopo Morais-Pacher, mentre l’interesse reale dell’attacco è rivolto a ciò che sta succedendo sul lato debole, dove Radonjic col taglio lungo linea ha liberato lo spazio per Lupusor. Errare è umano, perseverare è diabolico, caro coach Mazzetti. Diavolesco anche il piazzato del Lupo.

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Lupusor può fare l’ala piccola. Lupusor per molti versi è un’ala piccola. Entrambe sono premesse necessarie da cui partire col nostro ragionamento. Utilizzare il ragazzone di Dusmani da 3, contrariamente a quanto fatto finora, ha regalato allo staff biancoverde discreti benefici soprattutto nella metà campo difensiva. Non è un mistero che il ricorso alla, ormai celebre, difesa match-up, sia più automatico per Moretti quando in campo vi sia Ranuzzi in ala. Questo perché piazzare un corpicione di 195 cm in punta, primo baluardo di fronte alle scorribande nemiche, può essere utile per svariati motivi. Primo fra tutti quello di sbarrare la visuale e ingolfare le linee di passaggio agli esterni ragionatori avversari. Alla base della scelta del quintettone, con il trio Pacher-Cepic-Lupusor in campo insieme, sta probabilmente proprio la possibilità di utilizzare il numero 7 come difensore più avanzato nella 3-2 di partenza della match-up.

In passato, quando ancora si poteva contare sui servigi di Prandin, non di rado il tridente mesanino, che costituiva la prima linea della zona, era composto da tre piccoli: Marino/Sanguinetti-Prandin-Morais. La conseguenza spesso è stata quella di invogliare gli avversari a ricercare mismatch, portando i propri lunghi a bloccare sul perimetro. Confidando nell’abitudine al cambio difensivo e speculando sulla regola secondo la quale nella match-up mensanina si segue sempre (o quasi) il taglio verticale, si potevano così creare degli accoppiamenti decisamente indigesti per i senesi.


Nella disfatta di Casale, Martinoni - che due/tre difese dovrebbe averle viste in carriera - va prima ad “accendere” Morais, finendo per portarselo dietro, e dopo torna a bloccare su Sanguinetti. L’accoppiamento che si crea sul cambio è ingiocabile per Siena e Lupusor è costretto a cambiare ulteriormente. Ormai la difesa è obbligata a rincorrere le scelte dell’attacco. Brad Tinsley ringrazia e segna.       

Avere un giocatore sopra i 2 metri in grado di stare con i piccoli sul perimetro aiuta, se non altro, a non andare sotto in queste circostanze. Nel primo quarto contro Legnano in due azioni consecutive, Sanguinetti, finito su London prima e su Bozzetto dopo, era stato costretto a ricorrere al fallo per non vedersi surclassato dai centimetri dell’avversario. Per evitare di regalare troppi falli, peggio ancora se convertiti in giri gratis in lunetta, Moretti ha pensato bene di piazzare il suo 2 e 03 in punta alla match-up, là dove il cambio difensivo propiziato dai movimenti dell’attacco di Legnano non avrebbe dovuto generare ulteriori svantaggi per Siena. 



Due azioni di difesa match-up accomunate dal fatto che si esauriscono entrambe con la palla recuperata dalla Mens Sana. Non siamo in grado ovviamente di stabilire una correlazione diretta fra strategia difensiva e buon esito dell’azione. Sicuramente possiamo vedere come, soprattutto nel secondo caso, per Lupusor non sia un problema accoppiarsi con London e Bozzetto, saliti ad operare sul perimetro. È possibile anche notare quanto la prima linea rinforzata, in termini di centimetri, tenga i legnanesi lontano dal ferro, costringendo la squadra di Mazzetti a scegliere la meno opportuna penetrazione “pasticciata” di London. Ma Lupusor ha tenuto bene anche quando opposto in singola marcatura al più rapido Bortolani nella uomo.

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La scelta di mettere il Lupo in ala piccola è risultata meno rivoluzionaria di quanto si possa pensare nella metà campo offensiva. Come detto, il ragazzo possiede istinti e qualità da esterno e, per filosofia di gioco, la Mens Sana quest’anno tende a mischiare un po' le carte, quanto a ruoli e movimenti sul rettangolo di gioco. Fra i due giocatori in ala cambia spesso la posizione di partenza, più interna, al gomito nelle Serie Corna, per il 4, maggiormente perimetrale per il 3. Quel che conta però è dove si finisce con il movimento, e molto spesso assistiamo a una commistione di compiti e responsabilità.

Lupusor si è sistemato spesso in angolo, per poi cedere la propria fetta di campo a Pacher (un altro a cui il perimetro piace, eccome), tagliando sotto il canestro, in una sorta di rivisitazione aggiornata della tipica azione di pendolo contro la zona. Sul ribaltamento di palla, nella clip sotto, va intelligentemente a portare un blocco cieco alle spalle del difensore di Morais per liberare l’angolano al tiro in angolo, in una versione in salsa biancoverde del gioco Hammer, tanto caro a coach Popovich oltreoceano.


La faretra dello staff mensanino si è così dotata di un’ulteriore freccia. Quando la squadra sarà a pieno regime, con il rientro di Prandin, le soluzioni a disposizione di Moretti saranno pressoché illimitate. A dir poco lungimirante è stato il coach aretino nel pescare a piene mani dalla sua panchina, alla ricerca di sempre nuove combinazioni, in questo inizio di stagione. D’ora in poi, oltre ai quattro piccoli con Radonjic impiegato da 4 (visti già nella prima a Tortona) e al doppio ragionatore Marino-Sanguinetti, potrà schierare sul parquet anche il nuovo luccicante quintetto alto, con Ion in ala piccola, ogni volta che la situazione lo dovesse richiedere.   



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