venerdì 25 marzo 2022

Infermeria, serie vincenti e scenari, Mens Sana e Costone così al derby spareggio: vale tutto

Due giorni al derby scudetto. Mens Sana e Costone ci arrivano con 46 punti, l’unica differenza è il numero di partite giocate, una in più per la truppa di Montarioso. Chi vince ha un piede e mezzo in C Gold, chi domenica sera rimane fermo a quota 46 deve sperare in qualche miracolo. Non è una finale (“sono tutte finali”, frase fatta tipica di chi probabilmente non ne ha mai giocata mezza, neanche alla Playstation), ma le somiglia molto perché poi la strada non appare particolarmente impervia.
 
IL CAMMINO - La Mens Sana avrà quattro partite da giocare, il Costone tre. Biancorosso e Montale in casa, Vela fuori, Us Livorno in casa il percorso per gli uomini di Binella, Biancorosso e Altopascio fuori, Montale in casa per quelli di Fattorini.
 
IL CONFRONTO DIRETTO - La sensazione è che vincere di 1, sulla sirena come a Fucecchio o con Ondo Mengue che perde di mano la saponetta sul possesso decisivo, o di 5 o più punti, ribaltando quindi il -4 (72-76) di dicembre, non cambi moltissimo. Va bene anche Corto Muso, come direbbe Allegri, perché la spinta emotiva di un successo nel derby renderebbe le quattro gare che mancano molto più facili. In caso di confronto diretto ribaltato basterebbe vincerne due, altrimenti ne servirebbero tre. Impresa non impossibile in entrambi i casi.
Il Costone, vincendo, andrebbe 2-0 e avrebbe una carica enorme per affrontare due trasferte sulla carta non semplicissime (Biancorosso e Altopascio) prima di chiudere con Montale. Servirebbero comunque tre vittorie, ma sono ampiamente alla portata di una squadra in fiducia e in crescendo di condizione fisica.
 
CHI ARRIVA MEGLIO - Dal punto di vista dei risultati arrivano entrambe alla grande. La Mens Sana ha vinto 13 partite di fila, il Costone 9. Sono due serie di successi che in altri contesti ammazzerebbero la contesa, qua invece servono, ad entrambe, per tenere testa all’altra regina. Dal punto di vista fisico il vantaggio è gialloverde: squadra rodata dal +7 di Fucecchio, mentre la Mens Sana è stata azzoppata da un’epidemia influenzale che ha costretto a chiedere il rinvio della sfida con Biancorosso. Sprugnoli, Iozzi, Monnecchi, Menconi, Allemann, Sabia e Pannini sono stati colpiti, in tempi diversi (i primi tre erano assenti già domenica con Altopascio), da un virus influenzale, con tampone negativo. Si punta a recuperarli tutti, ma quale possa essere la tenuta fisica non è dato saperlo.
 
Ma davvero un’epidemia influenzale no Covid? Sì, può capitare. Il 2 gennaio 2020, nella serie B spagnola di calcio, la partita Saragozza - Sporting Gijon fu rinviata perché sedici giocatori della formazione ospite erano stati colpiti da un’epidemia influenzale. Erano i primi segnali del coronavirus? Ufficialmente in Europa non erano ancora stati rilevati casi. E le cronache dell’epoca dicono che solo i giocatori, non i loro familiari e conoscenti, accusavano sintomi influenzali. Così come quando l’Inter affrontò il Cagliari, il 26 dello stesso mese: raccontò Lukaku, in un’intervista di qualche tempo dopo, che “dopo una settimana libera a dicembre siamo tornati e giuro che 23 giocatori su 25 erano malati. Contro il Cagliari, dopo pochi minuti Skriniar ha dovuto lasciare il campo. Stava per svenire. Non abbiamo mai fatto dei test per il Covid-19 in quel momento, quindi non sapremo mai se l’abbiamo preso o meno”.
 
I DUE IN GRIGIO - Sono Tommaso Rinaldi di Livorno e Andrea Buoncristiani di Prato. Evitati Piram e Celentano, due che non attirano grosse simpatie da parte di chi fa lo storico dei fischietti anche se spesso, come buona tradizione italica, ricordando solo i fischi a sfavore.
Rinaldi ha arbitrato due volte il Costone e una volta la Mens Sana, Buoncristiani una volta il Costone (nella sconfitta a Laurenziana), due volte la Mens Sana.

Stefano Salvadori 


  
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