giovedì 17 febbraio 2022

Il ribaltone Mens Sana è una prova di forza: +25 nel big match. E ora la capolista se ne va

La sfida tanto attesa finalmente si è giocata. Ed è stata la partita più avvincente della stagione. La Mens Sana spazza via Fucecchio (85-60) mettendo un ampio cuscinetto di sei lunghezze tra sé e una delle formazioni più accreditate del lotto. Una festa, per come è arrivato il successo e per le implicanze che ha sulla classifica. Sia in termini concreti, di punti, sia in termini psicologici, di messaggio da destinare alla concorrenza.
  
Concorrenza che c’è, ed è qualificata. Fucecchio per venti minuti comanda le operazioni, usa meglio mani e corpo, fa valere la propria struttura fisica prevalendo nettamente a rimbalzo (24-16) e procurandosi tanti viaggi in lunetta (18). C’era da temere un secondo tempo simil Costone, che avrebbe gettato foschi presagi sulla parte restante della stagione. Capitolo a parte per Berni, che già si era esaltato da queste parti nel campionato precedente: alla pausa ne aveva messi 16, facendo temere il bis. Poi però nella restante parte della gara il suo fatturato si è limitato ad un solo punto, amministrazione di un fallo tecnico.
 
INVECE NO - Mettendo in campo un tonnellaggio superiore (Sprugnoli insieme a Bovo e Sabia, oltre a Tognazzi e Pannini) la partita cambiava sui due lati del campo. Offensivamente, con un terzo periodo da 7/13 da due e 5/6 da tre, oltre al perfetto 4/4 dalla lunetta. Difensivamente, concedendo agli avversari negli stessi dieci minuti 1/5 da due e 1/7 da tre. E a rimbalzo: di 18 palloni a disposizione, 15 finivano nelle mani biancoverdi. Pardon, sono biancoverdi anche gli altri. Allora diciamo BiancoNEROverdi, visto che quest’anno il ‘terzo’ colore abbonda.
 
CINQUANTUNO A QUINDICI - Così dal -14 del ventunesimo minuto di gara si passava al +11 della terza sirena che poi diventava il trionfale +25 finale. Il terzo periodo da 33-11 ha contribuito a rimettere in partita tutti, anche quelli che nel primo tempo avevano fatto una fatica estrema. Così le rotazioni disposte dalla coppia Petreni-Discepoli (con il primo in piedi a guidare le operazioni, mentre il secondo figurava a referto come capo allenatore) non hanno fatto scendere di un decibel l’intensità di squadra. Il quarto periodo da 18-4 (quindi il totale del secondo tempo è 51-15) ha dato quella rotondità al punteggio interessante anche in ottica doppio confronto, qualora se ne dovesse palesare la necessità.
 
FATTORE CAMPO - Spesso è un concetto fine a se stesso. Stavolta no. Non dopo un paio di chiamate arbitrali discutibili: un tecnico a Sabia per aver protetto (troppo veementemente? Non sembrava) un rimbalzo difensivo, un passi a Bovo cui era stata letteralmente aperta la fronte in un contatto sotto canestro. Lì, oltre a rivedere la gente ai cartelloni pubblicitari, si è definitivamente incendiato un palasport che non attendeva altro per rivivere momenti del genere.
 
IL TABELLINO - Monnecchi, Menconi 5, Pannini 21, Iozzi 5, Sprugnoli 9, Giorgi, Benincasa 4, Milano, Sabia 14, Santini, Bovo 6, Tognazzi 21. Per Sabia anche 13 rimbalzi, 9 invece per Milano, quasi uno al minuto. Di squadra risalta il 13/26 dai 6,75. Nel tabellino ufficiale spiccano due plusminus: +34 per Pannini, +32 per Sabia.
 
LE ALTRE - Si è giocato anche il recupero Altopascio-Vela, terminato 59-47. Per questa classifica: Mens Sana 34, Costone 30, Altopascio e Fucecchio 28, Campi Bisenzio 26, Laurenziana 24, Valdera 22, Biancorosso e Cmc 20, Montale 18, Liburnia e Audax 16, Us Livorno 6, Vela, Pontedera e Invictus 2. Costone, Altopascio, Laurenziana, Valdera, Biancorosso, Liburnia e Vela 1 gara in meno, Us Livorno 2 gare in meno.
 
LA PROSSIMA - Domenica, alle 18, contro Audax Carrara. Attenzione, perché inizialmente si doveva giocare alle 20,30, quindi è facile che da qualche parte sia rimasto scritto così, ma poi è stato ripristinato il canonico orario delle 18. All’andata fu sfida corri e tira, vinta 91-85 dalla Mens Sana. Risultato niente affatto scontato, ma la squadra vista nel secondo tempo contro Fucecchio non può temere nessuno, tanto più se l’affronta sul proprio parquet.

Stefano Salvadori 


  
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