Dalla settimana prossima e nel giro di un mese, la Mens Sana avrà tre passaggi in diretta televisiva: il 1° novembre a Trapani, l'8 novembre in casa contro Reggio Calabria, il 6 dicembre a Roma. Magari i tempi sarebbero stati maturi comunque, ma è la congiuntura astrale ideale perché si sblocchi la questione sponsor.
A seconda dei punti di vista, è sicuramente per la Mens Sana un bell'assist per offrire una vetrina di visibilità alle aziende a cui ci sta proponendo, e chiudere quanto prima la partita con un argomento in più da mettere sul tavolo, se anche ce ne fosse stato bisogno.
D'altra parte, anche per un'azienda è evidentemente un invito a mollare calcoli, timidezze e scrupoli. Non è questione di ragionare del bacino d'utenza di Sky ma di capire che l'anticipo tv è un moltiplicatore di interesse al di là degli ascolti, moltiplicatore dato anche solo dal fatto che di certe partite se ne parla in quanto anticipo, ma anche di gare comunque di cartello.
Trapani e Reggio Calabria sono due squadre con legittime ambizioni di promozione (poi sta a Ramagli e alla squadra, con tutti i riflettori addosso, riuscire ad assottigliare il gap tecnico), oltre che già sfidate - con suggestioni diverse - nel massimo campionato; Roma era due anni e qualche mese fa l'avversaria in finale scudetto della Mens Sana, quella dell'ultimo tricolore vinto.
Come fanno a non essere partite di richiamo? Partite che con il solo fatto di essere giocate daranno alla Mens Sana una visibilità nazionale e un impatto locale da Serie A. Come si fa a non vedere tutto questo? Come fa a esserci ancora uno spazio bianco grosso così sulle maglie della Mens Sana?
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