giovedì 15 ottobre 2015

Ramagli-Mecacci, il rapporto da cui passano molte fortune della Mens Sana

Quest'estate per svariate settimane ha tenuto banco la discussione su chi dovesse sedersi sulla panchina della Mens Sana in A2. L'opinione pubblica si è prontamente divisa su tre fronti differenti
 
- Giusto continuare con Mecacci
- Serve un coach con più esperienza 
- Mecacci secondo affiancato dal suddetto coach con più esperienza

Alla fine si è scelta l'ultima opzione, la via più logica, ma anche quella che ha richiesto una grande prova di maturità di tutte le parti in causa. Il passo indietro di Mecacci non era scontato, come non era scontato che Ramagli accettasse di avere come assistente una figura che si poteva anche rivelare scomoda, visto il pedigree che si portava dietro. Ecco perchè personalmente sono molto curioso di vedere come questo rapporto si evolverà nel corso della stagione, rapporto su cui credo si baseranno una buona parte delle fortune della Mens Sana.

Ora che abbiamo avuto la riprova del campo possiamo cominciare a osservare con più attenzione le dinamiche di quello che a conti fatti è uno degli staff tecnici più rilevanti dell'A2, vista la presenza anche di Andrea Monciatti. Le reciproche parole di stima spese nel giorno della presentazione alla stampa erano un buon inizio, ma le parole alla fine lasciano il tempo che trovano mentre la realtà del campo può anche dire altre cose. È evidente però come sia Ramagli che Mecacci si rispettino per il reciproco vissuto e come il coach tenga in considerazione le parole del suo vice. Dopo la prima partita il coach livornese esordì parlando del confronto avuto poco prima assieme a Mecacci, di come gli avesse aperto gli occhi su determinati aspetti: "Matteo mi ha fatto riflettere. Mi ha detto che è vero che li abbiamo subiti, ma che i nostri bassi sono durati due minuti e non quattro o cinque, cioè quando arrivano al punto di poterti costare una partita".

Poche parole ma a sottolineare come il dialogo con Mecacci sia continuo e importante sia nel processo di miglioramento della squadra che in quello della valutazioni degli aspetti su cui lavorare. Dall'altra parte il rischio poteva essere invece che una personalità come quella del coach senese, abituato da diversi anni a guidare la propria squadra, faticasse nel ritagliarsi il giusto spazio al fianco di Ramagli. A ora il pericolo sembra scongiurato, gli interventi sia dalla panchina che durante gli allenamenti rispecchiano la consapevolezza del nuovo ruolo (un ruolo pur sempre speciale come ci tiene sempre a ricordare Ramagli, ma comunque diverso dal precedente) ma anche una certa serenità dopo l'annata terribilmente stressante alle spalle.

È ancora presto per tirare le somme definitive su come questa collaborazione cambierà ed evolverà nel prossimo futuro, gli inizi però sembrano incoraggianti.

4 commenti:

  1. Ottimo lo spunto di riflessione e, anche x me, ottima la squadra degli allenatori.
    Il punto fondamentale è, e sopratutto sarà, se e quanto i giocatori riusciranno a capire la necessità di essere squadra e seguire con convinzione le tattiche studiate da capo coach/assistenti.
    A differenza degli ultimi anni non mi pare si possa contare su soluzioni personali di super campioni (anche lo scorso anno, in serie B, avevamo giocatori + talentuosi rispetto alla media della serie) per vincere partite.

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  2. vedere la squadra giocare in maniera interessante, e godibile, già alla seconda giornata (ma anche alla prima, anche in precampionato) forse qualcosa sull'impronta tecnica la dice già.
    poi la stagione è lunga e certe considerazioni le porta via il vento.
    poi si può ragionare sull'idea che sia più facile vedere la mano tecnica su una squadra giovane che su una già di primissimo livello. vero. ma questo indirettamente rende i giocatori più "dipendenti" dallo staff tecnico, se vogliono fare bene, visto che si parlava di "seguire con convinzione" le indicazioni

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    Risposte
    1. Piena fiducia in tutti: staff e player's!!
      Dimostrata con abbonamento

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  3. Probabilmente rispetto allo scorso anno già stiamo vedendo una squadra che gioca più di collettivo (sempre considerando che abbiamo visto solo 2 partite), proprio perchè il talento da solo non ci porterebbe da nessuna parte a questo giro. Sta alla bravura dei coach far passare questo messaggio a un gruppo in cui ogni giocatore, ciascuno per motivi diversi, avrebbe interesse a mettersi in mostra singolarmente. Un lavoro difficile ma che sembra venga portato avanti molto bene per ora. Avanti così!

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