Piccola parentesi per spiegare il plusminus a quei pochi che non lo conoscessero: è semplicemente la differenza tra punti segnati e punti subiti nel momento in cui si è in campo. Di solito nelle statistiche si legge il p/m individuale, ma è un indice spesso poco esemplificativo della qualità di una prestazione. Borsato e DiLiegro, per esempio, dal punto di vista del plusminus individuale a Scafati sono stati i peggiori (-11 e -8), Bryant il migliore (+6) dopo Udom (+9)… Meglio analizzare i segmenti di partita quintetto per quintetto, meglio ancora cercare di capire quale soluzione tattica (due centri in campo, oppure Ranuzzi da quattro, oppure i tre esterni contemporaneamente sul parquet, per fare degli esempi) abbia reso di più.
QUINTETTO BASE
Partiamo subito dal quintetto base, che è quello che si prende il grosso del minutaggio: in due partite Ramagli ha schierato lo starting five complessivamente per 31 minuti e 30 secondi (per capire, il secondo quintetto per minutaggio è la versione tutta italiana vista con Latina in campo per 6’08”). Non è andato male, lo schieramento iniziale, avendo totalizzato un +7. Dato alimentato soprattutto da due spezzoni, il terzo periodo contro Latina (+4) e la partenza sprint di Scafati (+5), dove il primo innesto dalla panca (Borsato per Udom) è arrivato sul 16-11.
MIGLIORI E PEGGIORI
Numeri alla mano, il quintetto con il plusminus più efficace lo si è visto al Palaestra: Borsato, Bucarelli, Roberts, Udom e Cucci, autori del 6-0 nel terzo periodo che ha spaccato definitivamente quella partita. I quintetti con il plusminus più basso (-4) si sono visti a Scafati: uno con Bryant, Borsato, Roberts, Cucci e Marini (nel secondo periodo), l’altro nel finale con Borsato, Roberts, Ranuzzi, Udom e DiLiegro.
VALERIO CUCCI
Un cinque nel corpo di un quattro, definizione che si lesse quando la Mens Sana ufficializzò l’acquisto dell’ex Stella Azzurra. Meglio da cinque, che da quattro, almeno finora. L’abbinamento con DiLiegro, contro Latina, ha costretto Ramagli al timeout d’emergenza per una tripla e un gioco da tre punti degli avversari. Per 12 minuti, tra prima e seconda partita, Cucci ha avuto modo di esibirsi con un altro lungo puro a fianco. Il p/m ci dice che in coppia con l’italo americano siamo sotto di 7, in coppia con Marini sotto di 5. Mentre a fianco di Udom (o in un breve frangente con Ranuzzi, contro Latina) produce un +9 che sembra, per il momento, proporlo più come alternativa a DiLiegro che come suo partner. Ma c’è tempo per lavorarci su.
BUCARELLI E BORSATO
Benone contro latina, meno bene a Scafati. Questo dal punto di vista ‘visivo’, della percezione esterna. Per il plusminus è andata pari: +2 alla prima, -2 alla seconda. E allora la percezione? La realtà è che i due insieme hanno prodotto tanti piccoli segmenti negativi, aggiungendo però i due momenti migliori della prima di campionato, due frangenti da +5 e +6 (rispettivamente nel secondo e quarto periodo) contro Latina con soprattutto il secondo di questi parziali che ha esaltato il pubblico.
USA SI’/USA NO
Sono 12 i minuti giocati con Bryant e Roberts contemporaneamente in panchina. E sono 5 i punti in meno che la Mens Sana ha totalizzato rispetto agli avversari in questa situazione. E senza DiLiegro, oltre a truck e l’ex Caserta? L’all italian five (Bucarelli, Borsato, Ranuzzi, Udom, Cucci) ha prodotto un +3 contro Latina, mentre a Scafati Ramagli non ha riproposto questo quintetto.
Bryant e Roberts con Borsato. Una soluzione che piace a Ramagli (l’ha utilizzata per 20 minuti complessivi nelle prime due gare) ma che come le altre non dà valori di plusminus categorici: +4 contro Latina, -3 sul campo della Givova.
Per ora i numeri non ci danno certezze definitive, e dopo solo due partite è logico che sia così. Non si possono pronunciare concetti da bar del tipo “con quelli lì in campo si va sempre avanti, con quel giocatore là sul parquet siamo sempre sotto”. Si galleggia sul filo dell’equilibrio, ancora alla ricerca della soluzione migliore, tenendo conto che lo stesso quintetto può essere perfetto per giocare contro determinati avversari e deleterio contro altri. Lo starting five, spesso opposto al quintetto migliore degli avversari, dimostra di tenere il campo bene, gli innesti dei ‘panchinari’ hanno prodotto cose buone e altre meno buone. Ma dopo soltanto ottanta minuti di campionato non si possono emettere verdetti definitivi.
Partiamo subito dal quintetto base, che è quello che si prende il grosso del minutaggio: in due partite Ramagli ha schierato lo starting five complessivamente per 31 minuti e 30 secondi (per capire, il secondo quintetto per minutaggio è la versione tutta italiana vista con Latina in campo per 6’08”). Non è andato male, lo schieramento iniziale, avendo totalizzato un +7. Dato alimentato soprattutto da due spezzoni, il terzo periodo contro Latina (+4) e la partenza sprint di Scafati (+5), dove il primo innesto dalla panca (Borsato per Udom) è arrivato sul 16-11.
MIGLIORI E PEGGIORI
Numeri alla mano, il quintetto con il plusminus più efficace lo si è visto al Palaestra: Borsato, Bucarelli, Roberts, Udom e Cucci, autori del 6-0 nel terzo periodo che ha spaccato definitivamente quella partita. I quintetti con il plusminus più basso (-4) si sono visti a Scafati: uno con Bryant, Borsato, Roberts, Cucci e Marini (nel secondo periodo), l’altro nel finale con Borsato, Roberts, Ranuzzi, Udom e DiLiegro.
VALERIO CUCCI
Un cinque nel corpo di un quattro, definizione che si lesse quando la Mens Sana ufficializzò l’acquisto dell’ex Stella Azzurra. Meglio da cinque, che da quattro, almeno finora. L’abbinamento con DiLiegro, contro Latina, ha costretto Ramagli al timeout d’emergenza per una tripla e un gioco da tre punti degli avversari. Per 12 minuti, tra prima e seconda partita, Cucci ha avuto modo di esibirsi con un altro lungo puro a fianco. Il p/m ci dice che in coppia con l’italo americano siamo sotto di 7, in coppia con Marini sotto di 5. Mentre a fianco di Udom (o in un breve frangente con Ranuzzi, contro Latina) produce un +9 che sembra, per il momento, proporlo più come alternativa a DiLiegro che come suo partner. Ma c’è tempo per lavorarci su.
BUCARELLI E BORSATO
Benone contro latina, meno bene a Scafati. Questo dal punto di vista ‘visivo’, della percezione esterna. Per il plusminus è andata pari: +2 alla prima, -2 alla seconda. E allora la percezione? La realtà è che i due insieme hanno prodotto tanti piccoli segmenti negativi, aggiungendo però i due momenti migliori della prima di campionato, due frangenti da +5 e +6 (rispettivamente nel secondo e quarto periodo) contro Latina con soprattutto il secondo di questi parziali che ha esaltato il pubblico.
USA SI’/USA NO
Sono 12 i minuti giocati con Bryant e Roberts contemporaneamente in panchina. E sono 5 i punti in meno che la Mens Sana ha totalizzato rispetto agli avversari in questa situazione. E senza DiLiegro, oltre a truck e l’ex Caserta? L’all italian five (Bucarelli, Borsato, Ranuzzi, Udom, Cucci) ha prodotto un +3 contro Latina, mentre a Scafati Ramagli non ha riproposto questo quintetto.
Bryant e Roberts con Borsato. Una soluzione che piace a Ramagli (l’ha utilizzata per 20 minuti complessivi nelle prime due gare) ma che come le altre non dà valori di plusminus categorici: +4 contro Latina, -3 sul campo della Givova.
Per ora i numeri non ci danno certezze definitive, e dopo solo due partite è logico che sia così. Non si possono pronunciare concetti da bar del tipo “con quelli lì in campo si va sempre avanti, con quel giocatore là sul parquet siamo sempre sotto”. Si galleggia sul filo dell’equilibrio, ancora alla ricerca della soluzione migliore, tenendo conto che lo stesso quintetto può essere perfetto per giocare contro determinati avversari e deleterio contro altri. Lo starting five, spesso opposto al quintetto migliore degli avversari, dimostra di tenere il campo bene, gli innesti dei ‘panchinari’ hanno prodotto cose buone e altre meno buone. Ma dopo soltanto ottanta minuti di campionato non si possono emettere verdetti definitivi.
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