lunedì 19 dicembre 2022

Basket City: Mens Sana e Virtus, bilanci e buoni propositi sotto l'albero (Costone non ancora)

È un dolce Natale di riflessioni solo quello che si respira in casa della Virtus. L’ultima partita dell’anno solare lascia alla Mens Sana l'amaro in bocca non per la prestazione ma per come è maturato il ko interno con Prato. Per il Costone, invece, le vacanze partiranno solo dopo la trasferta di giovedì a Lucca che - nuovamente - ha il palazzetto indisponibile (per l’8 gennaio): proprio come è successo alla Mens Sana, gialloverdi costretti ad uno spostamento di data sui generis e, anche in questo caso, si tratta di una modifica al calendario nota da inizio stagione ma che, non per questo, si prospetta più agevole.
 

 
QUI MENS SANA

Per parlare di Mens Sana occorre tracciare una linea e scindere il dualismo delle anime che certificano i progressi e la crescita esponenziale della squadra di coach Binella con il rammarico e la rabbia che derivano dalla sconfitta interna con Prato, squadra molto forte ed esperta che merita e che giustamente veleggia in testa alla classifica, insieme alle altre corazzate annunciate di inizio stagione (Cecina e Castelfiorentino): ai lanieri manca ancora un recupero (in programma mercoledì 21 dicembre) e, non ce ne voglia la Synergy Valdarno, Prato non dovrebbe avere problemi a vincere e agganciare la vetta.

Ecco, tutto questo per dire che questa Mens Sana ha tenuto testa e se l’è giocata assolutamente alla pari con Prato. Un risultato insperato, quasi inimmaginabile e che va ben al di là delle più ottimistiche aspettative di inizio stagione e che è, come dicevamo, è il segno tangibile di quanto i biancoverdi siano migliorati.

Per una squadra che per riuscire, come sta facendo, a giocarsela alla pari con avversarie più quotate deve sempre andare al massimo dei giri, come sforzo tecnico e investimento emotivo, il margine d'errore è ridotto a niente e basta poco per veder svanire i frutti del gran lavoro. Qui sta l'altra faccia della medaglia: per una squadra composta da quasi tutti elementi all’esordio nella categoria, per forza di cose è l'esperienza la principale lacuna da dover colmare nella seconda metà di stagione. Insieme agli auspicati rientri degli infortunati, quantomeno di Tognazzi, perché le rotazioni sugli esterni sono veramente corte: con Pannini non ancora al meglio, Benincasa, Menconi e Bacci arrivano sempre col fiato corto nell’ultimo quarto di gioco.

Esperienza che aiuterebbe anche nella gestione del rapporto con gli arbitri, cioè il motivo che lascia l'amaro in bocca per come è andato il match. Premessa doverosa: nel match con Prato, ci sono stati numerosi errori da parte dei due fischietti, da una parte e dall’altra del campo. Citiamo solo due esempi: clamoroso il canestro convalidato a Empilo che ha schiacciato partendo in palleggio dalla linea dei 3 punti a 1” dallo scadere dei 24, così come surreale è stata l’espulsione per doppio tecnico a Bacci. Eloquente anche il dato finale dei tiri liberi: 35 quelli tentati da Prato, 18 dalla Mens Sana. Però, nell’ultimo quarto, la stanchezza e il crescente nervosismo con l’aggiunta di fischi quantomeno discutibili hanno portato al finale che conosciamo. Che è anche il motivo della rabbia e dall’amaro in bocca che lascia il match. Tradotto in numeri: 15-0 di parziale per Prato, Mens Sana che deraglia e partita finita nonostante comunque uno scatto finale di orgoglio

Ecco, come proposito per l’anno nuovo suggeriamo a tutti i giocatori (non solo della Mens Sana) di smettere di parlare con gli arbitri. Eccezion fatta ovviamente per chi ne è preposto da regolamento: un dialogo che spesso non c’è e che comunque non dà alcun frutto. Peraltro il finale, con pioggia di tecnici e falli a dismisura, si era già visto una settimana fa nel derby Virtus-Costone, dove guarda caso, ad arbitrare c’era sempre il signor Marco Corso di Pisa. Senza gettare la croce addosso all’arbitro in questione, sarà stata una semplice casualità, ma va detto che la gestione non ottimale dei suddetti fischi, ai nostri occhi, è apparsa come un film già visto. E non era un cinepanettone.


QUI COSTONE

La nuova avventura di coach Daniele Ricci è iniziata con una beffarda sconfitta interna con Altopascio, peraltro giunta dopo un tempo supplementare. Ed anche in questo caso, un fallo tecnico contro la squadra della Piaggia ha inesorabilmente compromesso il match: senza addentrarsi troppo nei dettagli, si tratta di un "fattore comune" (vedi quanto appena detto per la Mens Sana) su cui occorre porre rimedio e fare molta attenzione in ottica futura. 

Per Bruttini e soci, troppo poco il tempo per lavorare insieme al nuovo allenatore. O anche solo per recuperare qualcuno degli infortunati. In ogni modo, il Costone ha dimostrato orgoglio e attaccamento alla maglia. Del resto l’impegno della squadra, al di là dei risultati negativi di questa prima metà di stagione, non è mai stato messo in dubbio. Suona semmai come un’ulteriore beffa dover anticipare a giovedì 22 dicembre il match con Lucca in programma invece per l’8 gennaio quando i gialloverdi avrebbero potuto nuovamente schierare in campo Terrosi. Al Costone dovranno essere bravi a incanalare questa rabbia e trasformarla in motivazione per la trasferta al PalaTagliate con l’obiettivo di regalarsi una vittoria e un po’ di serenità da mettere sotto l’albero.


QUI VIRTUS

Chi passerà un Natale sereno è la Virtus che si trova (più o meno) dove ci si aspettava potesse essere a inizio anno, nonostante la crisi di risultati vissuta nel mese di novembre. Quello di metà annata (anche se mancano ancora due giornate al giro di boa) è quindi un bilancio positivo per la Virtus alle prese con un cambio generazionale e di gerarchie che porta, necessariamente, a vivere momenti un po’ più altalenanti. Tutte cose già provate sulla propria pelle dalla squadra di coach Franceschini.

Anche questa però è esperienza che entra. Così come ci dice la vittoria per niente scontata di Livorno, contro il Don Bosco: una squadra, quella labronica, che ha fatto sudare e non poco il team rossoblù e che di fatto è molto diversa rispetto alla Cenerentola di inizio stagione. Ecco, il Don Bosco è l’emblema delle difficoltà che attendono tutte le squadre nel 2023: il livello del campionato si sta innalzando, quello della competitività pure, occorre lavorare sin da subito per farsi trovare pronti a tutto questo. E con le aspettative che crescono l’asticella si alzerà sempre più. Per tutte le senesi.

Andrea Frullanti

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