martedì 19 gennaio 2016

I conti in tasca

I recenti incontri del Comitato La Mens Sana è una fede hanno riproposto ancora una volta il tema della mancanza di uno sponsor. Se ne parla dall’estate, da quando Gecom ha esercitato la facoltà di non rinnovare il contratto. La società ha lavorato febbrilmente per cercare un partner solido e duraturo, ma ad oggi la maglia è ancora pulita, priva di un marchio che la accompagni in campo e soprattutto fuori. Ma quante sono le squadre senza sponsor in A2?

Nel gruppo Ovest non ce l’ha Rieti, nel girone Est manca a Imola, Jesi e Recanati. Tutte le altre 27 compagini hanno un nome sulla propria maglia. Trieste l’ha trovato in corsa, qualche settimana fa: si parla di una cifra tra gli 80 e i 100 mila euro per apporre il marchio ‘Alma - Agenzia per il lavoro’ fino alla fine di questa stagione, con possibilità di prolungarla anche per la prossima.

Chi sponsorizza le squadre di A2? Ci sono partner di tutti i tipi, dal ramo assicurativo (Benacquista, Assigeco) a quello dell’abbigliamento (Angelico, Givova), dall’alimentare (Bermè, Novipiù) alla produzione (Orsi, Paffoni). Più della natura dei finanziatori, conta la provenienza: facilissimo (stiamo scoprendo l’acqua calda, effettivamente) trovare aziende molto vicine o con interessi strettamente correlati alla squadra sponsorizzata.

Ecco, forse il punto è davvero questo. A, o con interessi a, Siena e in Toscana, non c’è veramente nessuno invogliato a proporre il proprio marchio sulla maglia di una società come la Mens Sana? Gli 80-100mila euro, per rimanere all’esempio di Trieste, non saranno una cifra straordinaria, ma sono comunque l’ingaggio di un ottimo straniero da A2. Roberts, sul cui status di stella del campionato (ancorché a fasi alterne) non si può discutere, percepisce (in diamanti, grazie a Dpi) una cifra di quel genere. Ma in casa Mens Sana si è puntato ad un contratto più remunerativo e duraturo, dopo la scottatura dell’1+1 con Gecom.

E quel contratto ancora non è arrivato. Siamo ancora in tempo? Certo che sì, non è mai troppo tardi per finanziare le casse societarie. La speranza è che il passaggio dall’elenco ridotto di squadre senza sponsor a quello più corposo di squadre che invece ce l’hanno, possa essere questione di giorni, piuttosto che di settimane o addirittura di mesi. Perché una volta consolidata la permanenza in categoria in questa stagione, si possa pensare concretamente a cosa fare nella prossima per provare a tornare là dove conta.

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