Mens Sana-Virtus è stata partita vera. Intensa, vibrante e fisica. Ma anche tattica e decisa da situazioni che possono indirizzare, o perlomeno lanciare un segnale, su quello che serve nella stagione delle due squadre. Sia in positivo che negativo. Ha vinto meritatamente la Mens Sana, la Virtus ha retto finché ha potuto e deve semmai riflettere su cosa le serve per fare un ulteriore step di crescita e di competitività. In generale è stato uno spettacolo, dentro e fuori dal campo, con oltre 2000 presenze sugli spalti.
PLUS
MENS SANA
Tanti
i temi del match. Uno più di altri è stato decisivo: il dominio della Mens Sana
nel settore lunghi. Basta citare un dato: 41 rimbalzi totali catturati dai biancoverdi
(di cui ben 14 in attacco) a fronte dei 24 complessivi della Virtus. Yarbanga
prima, Jokic poi e Prosek nel finale di gara hanno dominato nel pitturato e
vicino al tabellone, risultando anche tra i migliori marcatori rispettivamente
con 19, 11 e 14 punti. Hanno completato il quadro, offensivamente parlando, le
prove di Belli (preziosissime e arrivate nei momenti chiave le sue triple),
Perin e Nepi, confermando il valore e la profondità del roster a disposizione
di coach Federico Vecchi.
Impressiona poi il ritmo e la capacità di accelerazione di questa Mens Sana. 90 punti rappresentano anche il record realizzativo registrato nella storia dei confronti tra Mens Sana e Virtus; il +12 finale è il quarto scarto più ampio di sempre. Per trovare dei divari maggiori bisogna riavvolgere il nastro addirittura ai primi confronti tra queste due squadre giocati tra Sant’Eugenia e Via di Follonica: +26 Mens Sana (57-31) nella stagione 1958/’59; +22 e +18 sempre per i biancoverdi di Bruno Casini sui rossoblù di Don Armando Perucatti nell’annata 1954/’55.
MINUS
MENS SANA
L’altra
faccia della Mens Sana è quella di una squadra eccessivamente frenetica, ai
limiti della schizofrenia. Ok premere sempre sull’acceleratore ma a volte,
forse, occorrerebbe ragionare di più. Basti pensare, ad esempio, agli ultimi
due possessi del primo e del secondo quarto, quando la Mens Sana ha voluto
forzare due conclusioni, senza aspettare di far scorrere il cronometro e
prendersi l’ultimo tiro sulla sirena. Risultato? Due palle perse e Virtus che
ha potuto chiudere prima sul -4 e poi sul -1. Se l’epilogo del match fosse
stato diverso, la Mens Sana avrebbe avuto molto da recriminare sulla gestione
di questi ultimi due palloni.
QUI
VIRTUS
Dall’altra
parte del campo, il ko in casa della Mens Sana rischia di ridimensionare oltremodo
una Virtus che comunque ha lottato, con orgoglio e tenacia, fino alla fine. Ma adesso queste doti rischiano di non bastare più. La squadra
di coach Marco Evangelisti sembra però un po’ corta per poter
competere per le prime posizioni della classifica. Il derby in casa del Costone
aveva già dato un’indicazione simile, ma lì c’erano un Gianoli a mezzo servizio e
un Redaelli indisponibile. Certo è che contro la Mens Sana, con la squadra più al
completo e con il solo Bertelloni non schierabile, la coperta virtussina è
sembrata nuovamente corta.
Non sono bastate le prestazioni super di Calvellini e di Braccagni (4/5 da tre uscendo dalla panchina), anche per sopperire ad un Guerra che ha fatto più fatica (-20 di plus/minus) e ad un Costantini con le polveri bagnate. Non sono bastati nemmeno i minuti molto positivi di un giovanissimo Andrea Cini che ha dimostrato di poter stare in prima squadra. Crocetta e Redaelli devono dare di più o, in prospettiva, crescere di più. È anche vero che stiamo parlando di giocatori ancora in fase maturazione. Ma, a questo punto «il dubbio sorge spontaneo» (Mi manda Lubrano, cit.): per quello che è il livello del campionato, la Virtus può aspettare ancora questi giocatori? O deve iniziare a guardarsi un po’ attorno?
QUI
COSTONE
Chi
non sembra avere problemi (se non di abbondanza) è il Costone, sempre più capolista
in solitaria dopo le sei vittorie in altrettanti impegni di campionato. Un percorso
netto e inarrestabile quello della squadra di coach Michele Belletti. Anche
Empoli (seconda) ha dovuto inchinarsi. Nella serata in cui è rientrato Nasello
(7 punti), il Costone si è goduto il “solito” Masciarelli da 19 punti
complessivi ma, al di là dei singoli, è stata una prova importante per tutta la
squadra che sa sempre trovare risorse e soluzioni giuste, a ulteriore
testimonianza di forza e profondità fuori dal comune. Empoli ha
inseguito quasi sempre, di tanto in tanto riusciva a ricucire il naso avanti ma
poi arrivava un contro parziale costoniano che rimetteva le cose a posto. Poi
uscito Rosselli per 5 falli, si è spenta la luca in casa empolese e il Costone
ha affondato il colpo decisivo: il -4 finale alla fine è più frutto di un colpo di coda degli ospiti per salvare la differenza canestri che altro. Insomma, trovare oggi un punto debole in questo
Costone sembra veramente molto difficile.
LE
ALTRE
Il
campionato sta iniziando a prendere una sua fisionomia più definita con un gruppone
di inseguitrici in classifica alla spalle del Costone. Qui troviamo Lucca, Mens
Sana (che hanno già riposato), Virtus, Empoli e San Miniato. Nell’ultimo turno
pronostici confermati ovunque con le vittorie di chi è più in alto in
classifica rispetto a chi sta sotto. Unico successo esterno, peraltro un netto
88-55, quello di Lucca su Crocetta.
Andrea Frullanti

Nessun commento:
Posta un commento