lunedì 17 giugno 2019

Ripartenze

L'inizio questo lunedì di Mens Sana Basketball Academy Summer Workout, praticamente allenamenti individuali sui fondamentali coi ragazzi del settore giovanile, anche di società limitrofe, segna uno dei primi atti ufficiali di quello che intende fare la Polisportiva per il basket mensanino. Già un comunicato di mercoledì scorso aveva formalizzato l'accordo per travasare il settore giovanile della MSB1871 al codice Fip della Academy, che la Polisportiva ha usato per il minibasket e che sarà ampliato al settore giovanile, travaso auspicato nel celebre incontro del 20 febbraio dal sindaco Luigi De Mossi. Che ha dimostrato più incisività, e attenzione, sulle giovanili mensanine che sul destino della prima squadra. Già, quale sarà il destino della prima squadra?
 
Come noto, al centro dei piani della Polisportiva c'è la parte giovanile. Il passaggio dei ragazzi avverrà allo stesso modo in cui era avvenuto un'estate fa in direzione opposta, dalla Polisportiva alla MSB1871: verrà predisposto un modulo di trasferimento da firmare. A livello numerico è previsto che resti la gran parte dei ragazzi (fatto salvo chi ha fatto o farà scelte diverse, e in queste settimane sono filtrate accuse di attività predatoria di altre società del territorio): la ripartenza dell'Academy ha raccolto un certo consenso, tra i ragazzi (e genitori), perché nasce dall'idea di lavorare per mantenere intatta la struttura dell'anno scorso.

Pierfrancesco Binella, nominalmente responsabile dello scouting l'anno scorso, nei fatti praticamente il responsabile organizzativo delle giovanili MSB1871, è la figura che in accordo con Dattile ha gestito i passaggi per finalizzare il trasferimento dei ragazzi alla Polisportiva: non ci sono accordi, non ci sono decisioni formali, ma sarebbe una sorpresa se non fosse lui il direttore tecnico del settore giovanile dell'Academy. E un indizio lo dà anche il citato Academy Summer Workout, in cui è coinvolto lui e in cui sono coinvolti Andrea Zanotti, Duccio Petreni e Davide Semplici. L'obiettivo insomma è ripartire dalle figure che in questo periodo si sono adoperate per garantire una continuità ai ragazzi, e in questo senso è un obiettivo tirare a bordo anche Riccardo Caliani.

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Ha un suo peso anche la decisione se fare o meno una prima squadra. L'idea a livello tecnico poteva essere di far competere il gruppo Under 20 non nel proprio campionato di categoria ma di farne la prima squadra con cui partecipare a un campionato senior, quasi certamente un campionato di Promozione. O una Serie D, se ci fossero gli incastri giusti. Le scelte dell'estate del 2014 fanno capire l'idea che ci può essere dietro: meglio un livello più basso, ma con la possibilità di fare bene e tenere alto l'entusiasmo, che un campionato più elevato ma di sofferenza e per salvarsi, come potrebbe essere quella Serie C Silver che una settimana sì e una no sembra disponibile, visti i segnali contraddittori sul futuro che arrivano da Colle.

Il sondaggio coi ragazzi in quota futura Under 20 - appetibili in Serie C e dunque anche per altre squadre del territorio - sulla loro disponibilità a restare per giocare in Promozione serviva anche per offrire alla Polisportiva un ventaglio di scenari possibili. Ma in realtà al di là delle idee tecniche la Polisportiva non ha mai detto di voler fare una prima squadra, e a chi lo ha chiesto lo ha negato: forse per restare coperti, forse in attesa che arrivi una "richiesta" politica come quella per le giovanili anche per la prima squadra (aspetta e spera... visti anche i movimenti di avvicinamento all'amministrazione di altre società), o forse in attesa semplicemente che siano i fatti - e la mancanza di alternative - a designarla come l'unica soluzione possibile.

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Forse non è l'unica soluzione possibile se, da qualche settimana, sta maturando anche altro. Idee già emerse in vecchi incontri con la Polisportiva che poi hanno cominciato a vivere di vita propria. Più specificamente, l'idea di una prima squadra che nasca dai tifosi, da un gruppo di tifosi, da un'associazione di tifosi, con uno statuto che metta al centro i tifosi, che è anche oltre l'azionariato popolare. Magari perché non ci si fida di nessuno, del fondo inglese, della Polisportiva... o magari solo perché si vuole ripartire da un'ideale, che già vive altrove in altre realtà.

O forse qualcosa non utopistico ma comunque con la matrice dei tifosi: non tragga in inganno il riferimento all'associazione dei tifosi, non è la matrice di Io tifo Mens Sana ma più vicina ad altri settori del tifo, come il vecchio Commandos, la vecchia curva. Con l'aiuto, pare, di senesi vicini agli ambienti federali. E col supporto, si dice, anche di Fabio Bruttini, che il pallino per la Mens Sana non l'ha mai perso, un'altra persona che alle istituzioni sportive da del tu. Pensando a mettere in panchina senesi già visti in biancoverde (era un'idea Pippo Franceschini, che però aveva già maturato un'opportunità in Serie C Gold alla Synergy Valdarno).

E pensando a mettere anche in campo senesi già visti in biancoverdi, anche se l'idea di prima squadra in questo caso è da definire: di senior? di ragazzi? l'Under 20 con 3-4 senior con un approccio comunque "giovanile"? Con l'obiettivo magari di una Serie D, e per questo, nel domino degli spazi che possono liberarsi nei vari campionati superiori alla Promozione si guarda altrove: a Lucca che in Serie B è in procinto di prendere il titolo della Tiber Roma, liberandone uno di Serie C Gold per il Sangiobbe Chiusi (satellite in divenire della Reyer Venezia) che a sua volta ne lascerebbe uno vacante proprio in Serie D, conquistata dalla squadra di Andrea Monciatti con una cavalcata senza rivali.

Con un budget immaginato attorno ai 30-35mila euro solo per la prima squadra: perché per fare la Promozione basta fare la prima squadra, mentre per fare la Serie D ci vuole anche una squadra giovanile. Per questo, e per il palazzetto, e per il nome magari, c'è da sedersi a un tavolo con la Polisportiva, come peraltro risulta essere già successo in queste settimane, motivo per cui in questo momento sembra esserci un clima di consapevolezza reciproca, a oggi non un clima di conflitto in cui temere la nascita di due diverse prime squadre. E in fin dei conti ha anche senso che della ripartenza della prima squadra e delle giovanili possano occuparsi anche soggetti diversi.

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Poi se siano i soggetti "giusti" (chi lo decide?!) o se abbiano le forme giuridiche "giuste" con cui poter immaginare anche un futuro "da" Mens Sana, e non solo un anno zero, sono tutte valutazioni diverse e non è di questo che si ragiona adesso, ma di cosa bolle in pentola. Tutto in attesa di quello che sarà della "vecchia" Mens Sana Basket 1871 e del suo destino, con ogni probabilità della sua morte. Sapendo però che il 25 giugno c'è un'udienza prefallimentare, non una dichiarazione di fallimento, quella eventualmente arriverà più avanti. E bisognerà farsi trovare già pronti. Entro la metà di luglio, quando saranno da perfezionare le iscrizioni ai campionati, anche con riserva pur di esserci. Perché un pallone torni a rimbalzare.



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