domenica 3 dicembre 2017

La sconfitta a Treviglio, i correttivi, il cambio di prospettiva

La Mens Sana è una delle tre squadre del campionato che ha sempre perso in trasferta, insieme a Reggio Calabria (però imbattuta in casa) e Napoli. Stavolta non giocava a Casale, a Scafati o a Biella. Il -8 (86-78) di Treviglio è stato anche generoso, dopo essere stati anche a -18 (e comunque sempre sotto) sul campo di una squadra che fino a oggi aveva perso sei partite su nove e tre su quattro in casa, vincendo solo con Napoli. Era una partita da vincere, per la Mens Sana, invece è arrivata la terza sconfitta in fila: con Griccioli si erano perse tre partite su cinque, con Mecacci siamo a tre su quattro. Sarà spiegabile col tempo che ci vuole quando si vuole cambiare così tanto, ma sul piano dei risultati sono stati fatti più passi indietro che avanti. Al di là del cambio di allenatore, era la prima partita dopo la scelta punitiva di togliere il giorno di riposo e raddoppiare gli allenamenti. Il processo pubblico e privato a Turner ha ottenuto il risultato di fargli tornare a fare una partita di un certo tipo. E però alla fine, nonostante i correttivi tentati, si è comunque perso nettamente.
               
Perché a fronte di difetti di costruzione non basta schioccare le dita. E anche il lavoro è una risposta necessaria ma a questo punto, in queste condizioni, forse non sufficiente, finché non fa clic qualcos'altro. Colpe, in campo e fuori, ce ne sono. La caccia al colpevole è la reazione più spontanea alla delusione, anche giusta pur di non rassegnarsi all'inerzia, ma si è speso così tanto tempo - ormai un terzo della stagione - cercando cambiamenti di rotta, e non avendo evidentemente la bacchetta magica, che magari inseguire ancora cambiamenti potrebbe non essere produttivo. E' forse il momento in cui semplicemente aspettare che un equilibrio arrivi, nel tempo che sarà necessario. L'anno scorso Casale ha perso le prime cinque partite e otto delle prime dieci, poi si è rimessa in piedi fino a chiudere al settimo posto. Reggio Calabria, Scafati e Ferentino - tutte squadre partite con ambizioni - invece sono restate invischiate fino alla fine nella lotta salvezza/playout. Vista la china presa, la priorità è non implodere. E allora forse è quel momento della stagione in cui l'obiettivo si deve spostare: da un'annata ambiziosa, a cui ora non ha più senso pensare, all'idea di rimettersi in piedi e ritrovare l'equilibrio per evitare il naufragio.
   
IL GIOCATORE
Marko Simonovic ha finito con 17 punti, 21 minuti, 5 falli subiti, 5 tiri liberi tirati, 9 tiri segnati col 78%, 7 rimbalzi. Tutti massimi in carriera. Alla prima uscita dopo i soli 5' giocati con Cagliari. Ha segnato i primi 7 punti della serata. Mecacci lo ha tolto sul 9-9 dopo 4', e da allora la Mens Sana non ha più rimesso la testa avanti. Bene contro Mezzanotte e meno contro Rossi, ha fatto vedere qualcosa anche in situazioni di cambio difensivo, a rimbalzo, con la presenza sulle palle vaganti. Sì in difesa ci sono dei vuoti. Si dice che non si può chiedere tutto a lui a 18 anni, ma in campo si sta in cinque e ad aspettarsi che quello che serve lo dia sempre qualcun altro il giro è corto. Ha risposto, poi non è la risposta a tutto, non può esserlo, non deve esserlo.
Dovrebbe esserlo Elston Turner, che per mettere in partita Simonovic, giocando sui suoi blocchi, si è messo in partita lui: nei primi nove minuti in campo aveva messo insieme 8 tiri, 2 assist, 1 fallo subito, di voglia dopo essere finito sotto accusa più di ogni altro dopo Cagliari. Ha chiuso col massimo stagionale di tiri presi, 18, e falli subiti, 7, dopo che gli si era imputato di prendersi poche responsabilità. Solo con Agrigento ha segnato più di questi 22 punti. Una risposta? Oltre che i numeri, da un americano di questo livello ci si aspetta che ci sia quando serve. Invece quando la partita si è messa male Turner è sparito: dal -3 al 27' ha segnato solo due canestri, e sbagliato un paio di tiri importanti per non crollare. Intanto è tornata la quantità, ed è già molto più di due settimane fa.
   
IL MOMENTO DECISIVO
Dal 3' in poi la Mens Sana ha sempre inseguito. Quando è rientrata da -11 a -1 al 18', ha preso un 7-0 prima del riposo. Di nuovo a -3 al 27', tra un antisportivo e una tripla in 40" si è trovata di nuovo a -9. La partita era sempre aperta sul -6 sul finire di terzo quarto, ma è qui che la Mens Sana ha preso l'imbarcata, sparacchiando da tre e comunque sbagliando otto attacchi su nove, subendo un break di 14-2: 1/3 da due (errori di Saccaggi e Borsato), 0/4 da tre (due errori a testa di Turner e Casella) e due perse (Ebanks e Saccaggi). In cinque minuti, con un solo canestro segnato, la Mens Sana si è trovata da 65-59 al 79-61 al 34'20". Travolta. Anche con poca capacità dalla panchina di stoppare il crollo a picco, come a Biella ma prima.
Comunque un insulto per la trentina di persone arrivate apposta fino a Treviglio. E non è andando a fine partita a fare i leoni con Tommaso Marino che si dimostra quello che non si è dimostrato in campo. Anche se non si può vedere che a Treviglio lo festeggino sventolando una bandiera da bancarella del Montone, e inneggiare al Montone con cori da stadio - lontani anni luce dal mondo delle contrade - è proprio da gazzillori.
 
LA STATISTICA
Si confermano le regole.
1. Casella ha chiuso con 6 punti (2/5): quando è rimasto sotto i 12 punti non si è mai vinto. Perché manca un terzo violino.
2. Saccaggi ha finito con 12 punti (3/6, 2/2): quando ha preso più di cinque tiri la Mens Sana ha sempre perso. Perché significa che tocca a lui, che ha la palla in mano, provare ad arrivare dove non arrivano altri.
3. La Mens Sana ha chiuso con 5/19 da tre, 26%: sotto il 41% e 9 triple segnate non ha mai vinto.
E pensare che stavolta si era provato a togliere a Treviglio il tiro da tre: era dopo Tortona la squadra che più di tutti tira da oltre l'arco (26.3 volte a partita) e segna da oltre l'arco (9.6 triple segnate di media), la Mens Sana l'ha tenuta a 6/18. E 4 recuperi sono stati il minimo stagionale per Treviglio.
Ma non serve a niente se poi si concede a Treviglio il 40% dei rimbalzi disponibili sotto il tabellone della Mens Sana (14 rimbalzi d'attacco su 35 tiri sbagliati), e per quasi tutta la sera i rimbalzi difensivi biancoverdi sono stati più o meno in pari con quelli offensivi di Treviglio: tradotto, significa che ogni due tiri sbagliati Treviglio ne ha ripreso uno per attaccare di nuovo. E così è in salitissima: Treviglio ha avuto 90 possessi per segnare 86 punti (solo con Eurobasket la Mens Sana ne ha subiti di più). E a questo gioco non serve a niente alla Mens Sana il massimo stagionale di punti in trasferta, 78, perché l'acqua che si riesce a tirar fuori dalla barca è sempre meno di quella che si imbarca.
  
LA CHIAVE
La pessima giornata a rimbalzo porta dritta alla partita di Devin Ebanks. Che ha finito col minimo stagionale di tiri (3/10), punti (9, per la prima volta sotto la doppia cifra) e rimbalzi (3). Ha sbagliato le ultime due trasferte, compresi i 14 punti (5/14) e 4 rimbalzi di Biella. Due volte in cui gli avversari hanno preparato la partita su di lui, come è normale per uno dei migliori realizzatori e forse il miglior talento del campionato, anche mettendogli le mani addosso. Ha risposto provando a girare a largo, e sbagliando le prime due triple, prima di trovare il primo canestro solo al 13'. Avrebbe fatto anche vedere qualcosina dietro, tra uno sfondamento subito e un aiuto dal lato debole.
Ora che si fa? Si mette lui sul banco degli imputati come Turner due settimane fa? E così via finché non si sono messi alla gogna tutti e dieci? Il rendimento degli americani soprattutto nell'ultimo mese viene e va, ma quello di tutti gli altri va e basta: solo Simonovic ha dimostrato di avere un rendimento da titolare. Il resto è come minimo male assortito, quando non scarso: l'infortunio di Cappelletti è l'alibi in regia, sulle ali Sandri è uno che in stagione fin qui ha tirato 15 triple e ne ha sbagliate 14 (!!!), e anche vicino a canestro di quattro lunghi ce ne sono due di cui così non si capisce l'utilità. E' proprio vicino a canestro che Emanuele Rossi, 35 anni, ha fatto 16 punti come non gli succedeva da marzo, e migliore in campo è stato Douvier, 19 punti e 16 rimbalzi, un americano che Treviglio praticamente aveva già tagliato. Non benissimo.

LA DICHIARAZIONE
Matteo Mecacci, coach della Mens Sana: "Dopo nove partite, dopo un cambio di allenatore, a un terzo del campionato, continuiamo a non essere solidi, facciamo troppi errori stupidi, che vengono puniti giustamente da giocatori che pur essendo giovani e con meno esperienza sono bravi a colpire nel momento in cui la partita è ancora in bilico, poi andiamo in down e prendiamo parziali che non hanno motivo di esistere. Abbiamo messo più energia rispetto alle ultime due partite con Biella e Cagliari, ma non è sufficiente se continuiamo a prendere più di 80 punti: concediamo troppo in difesa, ci troviamo a dover sempre fare un punto più degli altri ma non è sempre possibile".

LE ALTRE
Alle spalle della Mens Sana sono rimaste solo Napoli, che pure con Cagliari ha trovato la seconda vittoria stagionale, e Virtus Roma, travolta sotto 29 punti di scarto ad Agrigento. Pari con la Mens Sana, in piena zona playout, un'altra squadra che ha cambiato allenatore, Rieti, che è la decima vittima in dieci partite dell'imbattuta capolista Casale. Dietro la Novipiù c'era la sfida tra le inseguitrici in cui Biella ha fatto il colpo a Scafati (priva di Miles!), ponendosi a -4 da Casale ma anche a +4 dal resto del mondo: Scafati appunto, Agrigento, Legnano sconfitta in volata a casa di Eurobasket e Trapani capace di andare a fare il colpo a Tortona. Giovedì la Mens Sana torna in campo per il recupero contro Latina.



***
 



3 commenti:

  1. Peccato.
    Otto mesi di vita otto ore al giorno sprecati ???
    Speriamo di no. Rimediare è difficile ma possibile.
    Con maggiore capacità di gestire.
    Minore "prosopopea".
    Rendendo coerenti roster coast conti.

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  2. (edit) otto mesi quelli di lavoro in società? no, sprecati direi di no, il fatto che la mens sana esista ancora per merito di tanta gente che si è sbattuta per mesi prescinde in gran parte dai risultati sul campo.

    certo, è palese che non tutte le ciambelle sono riuscite col buco, anche fuori dal campo (come del resto talvolta era successo anche prima eh). ma accertare tutto questo è solo una prima parte dell'analisi, credo ormai ampiamente esplorata e consolidata, meno facile è capire come ci si rimette in piedi

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