venerdì 22 dicembre 2017

Accelerazioni. Riflessioni

Massimo Macchi è pronto per la presidenza della Mens Sana. Tra tutti gli sviluppi attesi delle ultime evoluzioni societarie, questo è quello che nell'ultimo mese ha subito la maggiore accelerazione, accorciando i tempi di una soluzione naturale. Ma non è l'unica evoluzione dopo l'ultima assemblea dei soci.
   
L'impegno nella Mens Sana della famiglia Macchi, da anni di casa in Valdichiana, è tale da coinvolgere in prima persona anche il padre di Filippo Macchi, che da tempo le faccende biancoverdi le segue quotidianamente. Una scelta che riduce al tempo minimo necessario il periodo di doppio impegno di Francesco Bertoletti, già amministratore delegato prima di essere chiamato alla presidenza ad interim: separare gli incarichi è sempre una soluzione più virtuosa, e in questo caso si parla di due manager che si conoscono benissimo.


Ci sarà modo di parlarne, ma intanto la strada intrapresa è un messaggio chiaro dopo che il passo "di lato" di Guido Bagatta poteva aver confuso l'occhio esterno su quello che sta succedendo. E tralasciando per un attimo quello che significa in termini di coinvolgimento personale nel progetto Mens Sana, una figura con l'esperienza professionale di Massimo Macchi porta alla presidenza un dirigente di spessore, con certe caratteristiche, con relazioni, anche internazionali, e una storia che unisce il rigore del manager alla visione dell'imprenditore. 
   
Quando un uomo di affari decide di assumersi un impegno di questo tipo, è perché sa di potergli dedicare del tempo. Quindi malgrado gli impegni lavorativi di un manager di un certo livello c'è da attendersi che Massimo Macchi non sia solo un presidente di rappresentanza ma potrà dedicare del tempo alla Mens Sana, tempo quantificabile in giorni della settimana. Il resto lo farà la presenza del figlio, Filippo, che qui sta vivendo un capitolo della sua formazione professionale, e di un altro uomo di fiducia come Bertoletti, appunto. 

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Il nuovo scenario per la presidenza è (non solo, ma in parte anche) figlio dei nuovi assetti societari dopo l'approvazione del bilancio, una redistribuzione di quote che sarà formalizzata in una futura assemblea straordinaria, e che anche alla luce degli ultimi eventi non varia di molto da quanto già ipotizzato un mesetto fa: Siena Sport Network attorno al 60%, Consorzio tra il 20 e più difficilmente 25%, Associazione tra 15 e 18%, Polisportiva tra il 2 e il 5%.

Il ripianamento era atteso, meno nota era l'intenzione di un aumento di 150mila euro del capitale sociale. Non una necessità, a quanto pare, ma un segnale. Vorrebbe essere come società un segnale di serietà, di spalle larghe, di progetto aziendale, nei confronti di ogni interlocutore, molto più di quanto lo sia l'attuale capitale di 10mila euro. Difficile immaginare che un'azienda che fattura un milione e mezzo l'anno sia capitalizzata per meno di 70-80mila euro. Parlare del doppio suona anche come un proposito di sviluppo ulteriore in futuro.

L'aumento di capitale risulta essere una decisione condivisa da tutta la compagine sociale, anche se il racconto del comunicato ufficiale assegna curiosamente la paternità dell'idea al Consorzio, peraltro presente all'assemblea dei soci solo in conference call, e di persona solo con delega. Sì, il Consorzio è atteso ora a riflessioni importanti su cosa vuole fare da grande, capire se la strada scelta aiuterà a ridefinire la propria identità o è stato solo l'inizio del declino. Ma intanto dopo questi passaggi potrà affrontare queste riflessioni con qualche certezza in più, sui propri obblighi e nei confronti di eventuali nuovi ingressi.

E riflessioni importanti attendono anche l'Associazione, la cui priorità in ordine di tempo è decidere chi tra i dodici nomi in lista (i dieci del consiglio direttivo più i due membri uscenti del cda) la rappresenterà nel nuovo consiglio di amministrazione. Lo stesso consiglio direttivo è in scadenza al 31 dicembre e naturalmente si andrà in proroga, anche perché ci sono questi passaggi da affrontare. Ma realisticamente verso febbraio-marzo andrà rinnovato anche quest'organo. Un'occasione, anzi due, anche per dare una direzione al prossimo anno di attività.
 
   
  
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