lunedì 13 novembre 2017

Panico da zero a dieci: Approcci, terzi assistenti, i mezzi e Robert Balboa

"Rocky VI è molto sottovalutato"

10 L’approccio: Non cercavamo improvvise soluzioni in grado di cambiare una stagione in una settimana, ma piccoli passi in avanti che dimostrassero che è in corso un lavoro in cui la squadra crede e su cui vuole costruire qualcosa. L’inizio della partita (pur con errori e lontano da una perfezione che non appartiene a questa squadra) è stata forse la nota più lieta della partita. Abbiamo visto una squadra eseguire con convinzione, soprattutto una squadra che sembrava convinta di quello che voleva fare.

9 Three is megl che uan: L’annuncio della nomina di Filippo Franceschini a terzo allenatore la possiamo ascrivere senza troppi dubbi tra le migliori notizie di questa stagione. Per tanti motivi, motivi che chiunque abbia avuto modo di parlare, confrontarsi o conoscere Pippo ha già capito senza bisogno che li spieghi io. La Mens Sana guadagna una persona che ha respirato basket da sempre, e gli anni più recenti a dare il massimo per le giovanili in Viale Sclavo. Uno che sui gradoni della Mens Sana ci ha passato tutta la vita insomma. Ma questo voto è anche per la sicurezza che questa nomina non sia un arrivo, ma solo un altro passo in avanti.

8 75 punti: In questo inizio stagione dobbiamo pur prendere ciò che intravediamo di buono. Lo possono essere i 75 punti subiti in trasferta dopo gli 89 della domenica precedente. Non pochi, non tantissimi. In generale la sensazione che (a tratti) le cose girassero per il verso giusto. Poi il solito panico, la solita ansia, la solita voglia di risolvere tutto e subito e addio nini…

7 Biella: Non si arriva lassù per caso. L’Eurotrend ha dimostrato coi fatti di meritare la propria posizione di classifica, anche se a tratti la Soundreef le ha tenuto testa più che dignitosamente. Alla fine l’ha spuntata (come al solito) la squadra più sicura dei propri mezzi.
         
6 Miglioramenti
: Lenti, graduali, a volte nemmeno troppo percepibili. Però ci sono e sarebbe ingiusto non farli notare. Come sarebbe ingiusto (anche impossibile) nascondere quanto ancora ci sia da lavorare per renderli davvero utili alla causa.

5 Classifica: Non brutta, lontana dall’essere bella. Le prime della classe sono sempre più distanti, le ultime sinistramente vicine. Siamo ancora ben lontani dall’essere a un punto della stagione in cui la classifica possa darci dei riscontri di qualche tipo. Però, ecco…

4 Come i punti della panchina: E non credo aggiungerò altro.

3 I poderosi mezzi: Quelli che continuiamo a vedere sui campi dell’A2. Come il cronometro dei 24 secondi di domenica, che ha fatto passare entusiasti momenti di abulia. Bravi tutti.

2 Americani: Con la panchina che produce quella roba lì, se anche loro vivono una giornata più no che sì c'è quasi da gridare al miracolo se la squadra è riuscita comunque a reggere botta fino a sette minuti dalla fine. Capita e capiterà ancora, trovare degli antidoti a questi momenti sarà un altro aspetto su cui lavorare.

1 Snaturarsi: È come Mecacci ha definito l'attacco della squadra a fine partita, soprattutto dopo aver visto quella deriva di uno contro uno, che non ha fatto altro che far perdere ritmo a una formazione che vive e respira di ritmo. Con due terminali offensivi di riferimento come Ebanks e Turner è un rischio da calcolare che a volte l'1vs1 possa sfuggire di mano a scapito della squadra. Tutto sta nel trovare il giusto equilibrio per incanalare quei momenti, alla ricerca di un delicato equilibrio che li preservi (il sano egoismo è comunque prezioso e va conservato per i momenti difficili) ma li doti di una struttura in cui possano esprimersi al meglio.

0 Robert Balboa: In Rocky Balboa (o Rocky VI come lo volete chiamare) c’è una scena in cui Rocky spiega al figlio Robert cos’è la vita. Lo fa perché Robert è un lamentone emo che non fa che incolpare il padre di tutto ciò che gli è successo di male nella vita. Rocky gli spiega che se qualcosa non gli piace e vuole cambiarlo deve alzare il sedere e farlo da solo, reagendo a quello che la vita ti mette davanti. Questo perché l’importante non è colpire forte, ma quanto forte puoi essere colpito riuscendo comunque a rialzarti (RETORICA!). Ecco, in queste partite ho sempre avuto l’impressione che una volta colpita la Mens Sana non veda l'ora di buttarsi a terra senza più nemmeno tentare di rialzare la testa. La Mens Sana è Robert Balboa.

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