venerdì 30 gennaio 2015

Un'iniezione di fiducia (e una difesa) su cui costruire

Un'iniezione di fiducia, di quelle che possono segnare una stagione. Del 67-70 a Cento non è importante la vittoria - ripeterlo è solo coerenza con quanto detto allo sfinimento alla vigilia, tanto più nell'ottica degli 80 minuti andata-ritorno - ma sono importanti le indicazioni arrivate, anche se in quel punto a punto finale la Mens Sana avesse perso. Doveva essere una partita strumentale non alla Coppa Italia in sé, ma alla crescita verso l'obiettivo di lungo termine: in questo è sicuramente stata utile.

C'è stato un ultimo quarto e mezzo da grande squadra su cui costruire. Costruire tecnicamente, nella misura in cui la partita ha detto che tipo di difesa serve per essere competitivi al top. E su cui costruire in termini di consapevolezza di chi si è (anche solo individualmente, in attesa del compimento del "chi si è" come squadra), consapevolezza che era mancata in un primo tempo condizionato anche dalla paura di sbagliare e dalla poca fiducia. Uscirne così invece aiuta a prendere fiducia.

L'AVVERSARIA - Si era parlato molto anche dell'opportunità di confronto col livello degli altri gironi. Si è visto per gran parte della partita perché Cento veniva da 9 vittorie di fila, dimostrando perché è sicuramente (almeno al momento) una delle squadre più forti dell'intera Serie B: la soddisfazione nasce dal fatto che questa risposta è arrivata in una situazione al livello massimo di difficoltà, peraltro l'ultima trasferta contro un avversario top da qui ai playoff.

IL CONTESTO - Si poteva vincere meglio? Ricordare banalmente che ci sono margini di miglioramento mi pare ingeneroso in una giornata del genere. E' andata bene tutta la partita? No, ma tutta la partita ha dato, prima in un senso e poi nell'altro, indicazioni importanti, nel bene e nel male. Poteva andare malissimo, visto il mese da cui veniva la Mens Sana, e a un certo punto ha rischiato veramente che andasse così, e c'erano dei motivi (di cui fare fortemente tesoro) per cui stava succedendo, affondati con la prima ondata di cambi subendo un 19-7 in 7', dal -3 all'8' al -15 al 15'.

I SINGOLI - Tenuta in vita fin lì dal talento (su tutti Parente, 13 punti al riposo), la Mens Sana ha svoltato quando i suoi uno contro uno sono diventati più incisivi con quintetti abbassati, utili ad attaccare l'area in un campo meglio spaziato, posto che poi segnare è questione di talento (e la Mens Sana ne ha, al di là di come arriva al tiro). Paci, Ondo Mengue, Vico, Pignatti (partito 1/6, quasi replicando lo 0/8 iniziale di Ranuzzi): tutti sempre meglio col passare dei minuti. Dimostrando di essere una squadra votata alla corsa, andata sicuramente meglio senza Chiacig, che però pur in una serata non divertente ha saputo comunque portare giocate importanti a rimbalzo d'attacco e in difesa.

CHIAVE TECNICA - Senza confondere causa ed effetto, alzare il ritmo in attacco è stata la conseguenza dell'aumentata aggressività difensiva, decidendo nel riposo - lo ha accennato a fine partita Mecacci - di concentrarsi nella propria metà campo sulla difesa sulla palla e dell'area, aumentando la pressione sul palleggiatore e mettendosi in sovrannumero sul lato del pallone, forse speculando, sicuramente sfidando indirettamente gli avversari non solo al tiro da fuori, ma prima ancora al cambio di lato.

LA DIFESA - Naturale immaginarsi delle contromisure di Cento per la partita di ritorno, ma intanto è rimasta ben sotto i propri 75.9 punti di media: era anche sopra media in un primo tempo da 41 punti, poi si è fermata a 26 in una ripresa in cui la Mens Sana è rientrata con un break di 18-2 in quasi sette minuti. E' stato questo il momento da grande squadra su cui costruire, e lo sarebbe stata anche con un finale diverso. C'entra l'azzeccato accorgimento tattico, e c'entra la diversa applicazione messa in campo dopo essersi guardati negli occhi negli spogliatoi.

LA DOPPIA SFIDA - Valutazioni più ampie saranno possibili alla fine del doppio confronto. Nell'ottica del passaggio del turno, resta comunque necessario giocare per vincere anche il ritorno. In questa andata il fattore campo è saltato in 4 partite su 4: può voler dire tante cose, anche un giudizio di valore sulle squadre, ma precauzionalmente fermiamoci a dire che significa che per questo tipo di gare il fattore campo perde importanza. Mercoledì sarà la sesta partita in 18 giorni: giocare spesso pare stia facendo bene. Prima, domenica, c'è Monsummano.

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