sabato 10 gennaio 2015

Riecco Piombino. Per non dimenticare

Anche a vederla solo dalla classifica è un incrocio interessante: prima contro quarta (nel treno delle quarte, ma la prima dietro il trio Siena-Livorno-Cecina); se il campionato finisse oggi sarebbe l'incrocio della semifinale promozione; la sfida a chi fa segnare di meno (61.1 punti concessi contro 66.6) più che a chi segna di più. Un girone dopo, riecco Piombino. La squadra che dette il benvenuto alla Mens Sana a questa nuova vita in B2. Alla squadra, alla società, alla gente.

Alla squadra con un primo quarto da 27 punti e sette triple (alla fine 5/7 da tre di Biancani e 4/5 di Bianchi), doppiandola anche sul 30-15 a inizio di un secondo quarto da soli sei punti segnati (ciascuna). Un bell'impatto con la nuova realtà. Poi il rientro con un break di 16-3 a cavallo del riposo, sorpassando con un 13-3 nel quarto periodo, chiudendo infine con il 7-0 negli ultimi 70 secondi. 19 punti di Vico, 17 di Ranuzzi (qui qualche modesto fotogramma).

E poi il benvenuto alla società, prima con l'espulsione in partita di Marruganti che lamentava il lancio di monetine, poi - agli antipodi - con l'applauso a fine gara del coach avversario Padovano, infine - per tornare al punto di partenza - con i siluri polemici del presidente di Piombino Lolini lamentando gli atteggiamenti della società mensanina (qui un mini sunto di allora).

Ragionando in profondità, invece di fermarsi alla polemica più o meno becera, servì al club per capire che c'era strisciante una percezione degli altri nei suoi confronti da provare a cambiare, al di là del fatto che rispondesse a verità (qui una riflessione dei tempi sull'impatto con la categoria), e le iniziative successive sul "tifo sereno" (qui cominciai ad accennarne) nacquero anche da questo, seppure già in embrione in quella prima trasferta.

E il benvenuto alla gente di Siena: dal pienone con oltre 400 persone tre mesi dopo gara-7 del Forum, agli agenti in tenuta antisommossa, alla loro carica, fino alla loro uscita di scena, senza togliere comunque a chi c'era la sensazione di aver vissuto una giornata a suo modo storica. Quella carica si portò dietro lo strascico di una fama (più costruita sull'episodio che effettiva) che è costata qualche limitazione di troppo alle trasferte. A cui anche in questo caso è seguita una reazione positiva.

Un corso accelerato di vita in questa categoria, di impatto con la nuova dimensione, di rispetto per quello che è, di consapevolezza della ripartenza, di farsi carico di un atteggiamento e un ruolo, tutto in una avversaria sola. Che è la prossima che verrà a Siena. Ci sarebbe quasi da ringraziarla.

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