domenica 13 dicembre 2015

Sospiro di sollievo

La Mens Sana ha conosciuto bene il sapore di sforzi vanificati che lascia una sconfitta in volata come quella con Tortona (e in un certo senso anche Barcellona e Omegna, anche se c'erano pure altri fattori). Vincere con Rieti all'ultimo tuffo, sull'ultima azione, all'ultimo secondo, lascia il sapore uguale e opposto di sollievo più che di piena soddisfazione, sapendo quanto male avrebbe fatto un esito diverso, anche solo per un episodio in fondo girato al contrario, dopo la sconfitta di Roma. Nell'altalena di rendimento di questa stagione, partite così equilibrate tornano quasi a dare sicurezza. Se vinte, naturalmente. Se perse, cade tutta la filosofia.

"In questa gara l'aspetto emotivo era importante e per questo serviva non crearsi lo stesso tipo di gap con cui eravamo partiti nelle ultime tre gare - ha detto Ramagli alla fine -. Perciò abbiamo usato nei primi cinque Borsato che è un giocatore di maggiore equilibrio, mettendo un killer come Bryant da dietro, abbiamo emesso anche Cucci che veniva da un paio di buone settimane, sperando che Udom avesse un po' più di serenità dalla panchina. per qualche verso le cose hanno funzionato, per qualche altro verso meno. secondo me era il momento per provare a farlo, dopo tre inizi del genere". 

"E il primo tempo ha dato secondo me dei segnali positivi. Abbiamo cercato di dare un po' più di equilibrio all'inizio e l'abbiamo trovato, conducendo il primo tempo utilizzandolo. Nel secondo tempo ci è venuta un po' di paura di vincere, abbiamo rischiato di farcela scappare. Poi con le armi di intensità ed energia siamo tornati a prendere rimbalzi che ci sono mancati per tutta la partita e sapevamo che avremmo corso questo rischio con la difesa più aggressiva che abbiamo scelto nelle situazioni di blocco sulla palla".

Se sull'ultima azione Roberts si fosse fatto andare via Pepper invece di imbavagliarlo, o se l'aiuto di DiLiegro fosse arrivato in tempi e modi sbagliati, magari saremmo a dire che non è servito a niente. Il cambio di quintetto iniziale era una mossa da provare, e in assenza di controprova le valutazioni sono possibili solo sul rendimento dei singoli. Cucci e Udom hanno giocato una partita come ne hanno giocate tante e come forse avrebbero giocato comunque: questo cambio è finito sullo 0-0 (edit: non tra loro due, ma nel confronto del rendimento di entambi tra le rotazioni precedenti e quelle dell'ultima partita).
 
Borsato ha risposto alla grande con equilibrio, controllo e 6/7 al tiro (edit: mi segnala Stefano Salvadori che sarebbe in realtà un 7/8 perché il canestro dell'11-6 è stato erroneamente assegnato a Ranuzzi invece che a lui); Bryant non si è intristito, anzi sono arrivate da lui le giocate decisive nel finale (assist a DiLiegro a 46" dal termine, canestro a 25" dalla fine e infine i due liberi del +1 a 9"), tutti in situazioni caldissime, di parità o svantaggio, e gliene va reso pienissimo merito: questo cambio ha funzionato sicuramente. Sarebbe serio ragionare sull'impatto sul resto del quintetto, ma in assenza di segnali lampanti un giudizio sarà possibile solo dopo altri eventuali tentativi.
  
Per il resto, la Mens Sana in casa ha delle certezze e, nonostante un terzo periodo di sofferenza (soprattutto difensiva, 31 punti subiti), danno una personalità diversa a occhio nudo, che significa energia e atteggiamento, senza entrare in valutazioni sul gioco o sul livello complessivo anche dell'avversaria. Una di quelle di giornate in cui ti dici che alla fine è questo il campionato che aspetta la Mens Sana, sta andando come doveva andare: sei squadre davanti e altre due-tre a pari o dietro che dovrebbero risalire (Ferentino, in teoria Reggio, forse Roma), e se non risalgono lasciano spazi playoff. A patto di non dimenticare però che uno degli obiettivi stagionali era arrivare alla fine molto migliori di quelli che si era all'inizio. E due mesi sono già passati.

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