venerdì 18 marzo 2016

Tifosi associati: così altrove. Il tempo delle idee

Nella necessità di tenere botta in attesa dei tempi necessari a implementare il consorzio di imprese e/o a trovare nuovi soci, la possibilità di superare il momento peggiore dipende fortemente dai risultati dei prossimi giorni del lavoro di reperimento risorse dell'Associazione Io tifo Mens Sana.

Non si ricordano nel mondo dello sport italiano, sicuramente del basket, episodi di società che si salvano grazie al contributo, primario e non ausiliario, dei propri tifosi che si tassano, si associano e si costituiscono in un soggetto che ne rileva la proprietà. E anche ci fossero dei precedenti, non cambierebbe la straordinarietà dell'operazione. Ci sono altri organismi di tifosi associati attivi nel mondo del basket, ma con ruoli, pesi e compiti diversi.

E' noto che il modello sia il Trust di Trento, di cui si sono già tratteggiate alcune caratteristiche. E' nato dai modelli del Bayern Monaco e del Barcellona. E' partito per acquisire il 40% delle quote della società solo dopo aver raggiunto i 500 associati. Ora sono 700. Ma sono associati ben più "leggeri" dei 500 euro richiesti a Siena (nella forma di associazione principale prevista al momento, poi è noto che si può contribuire anche con meno). A Trento si paga 50 euro all'anno di tessera, in cui sono inclusi anche benefit su biglietti, merchandising ed eventi anche con la squadra riservati ai soci.

Una strada con qualche punto di contatto è Pistoia Giochiamocela, a cui hanno aderito al primo anno - la scorsa stagione - circa 300 soci, con una tessera annuale il cui costo è passato a 50 euro, anche qui con prelazioni, sconti, eventi, che al primo anno ha fruttato al club un introito di circa 10mila euro, con le considerazioni che conseguono a un ordine di grandezza del genere. Qualcosa è in piedi ma con numeri e risultati inferiori a Trapani, un azionariato popolare è stato abbozzato a Brindisi, mentre nel calcio il primo esempio italiano di trust è stato Sosteniamo l'Ancona.

Ma le iniziative che vale la pena citare sono altre. C'è Tutti insieme Cantù (Tic), nata su iniziativa del sindaco a fine 2013, ai tempi aderì pubblicamente anche l'allora premier Enrico Letta. E' una srl che è entrata da novembre 2014 nel capitale sociale del club con il 10% delle quote, forte di 277 soci fondatori e 90 donatori. Occupandosi di iniziative, reclutamento sponsor (quasi un ibrido con un consorzio), progetti ed eventi i cui incassi sono andati al basket (quindi non si parla di quote e sottoscrizioni), ha raccolto 115mila euro nel primo anno di vita, dichiarando di volersi allargare al crowdfunding e al merchandising. Nel frattempo i suoi rappresentanti sono stati quelli che hanno coinvolto Gerasimenko nell'idea di investire sul club e lo stanno accompagnando adesso.

E poi c'è Treviso, dove il vuoto lasciato dall'addio dei Benetton è stato riempito dal Consorzio Universo, un pool di imprese che è stato la base di partenza per la fondazione della nuova società, al cui avvio aderirono in quell'estate 2012 quasi 70 aziende nel giro di poche settimane per un impegno di un milione di euro. Cifre spaziali, in tempi spaziali: invidia. Ma qui si parla di tifosi, non di aziende: bene, parallelamente in città ci fu anche una sottoscrizione popolare con circa 700 bonifici in meno di dieci giorni per quasi 90mila euro. A Siena quella cifra si è quasi raggiunta, con un po' di giorni in più ma anche con meno della metà delle adesioni.

***

Già tra le iniziative su piazza si fatica a trovarne due uguali. Ma quello che c'è in gioco a Siena è particolarmente diverso, oltre a essere l'unico vero modello in cui l'Associazione ha una quota di maggioranza, o almeno è con questo assetto che si affronta il momento del salvataggio. E ha già numeri superiori rispetto a quelli osservati altrove. Ora mancano ancora dei passi, e soprattutto dei soldi, perché la Mens Sana sia messa in sicurezza, manca ancora un bel pezzo di lavoro. Affrontare la parte complessa del reperimento di ulteriori risorse chiama in gioco le idee, la capacità di diventare attrattivi.

Cioè riuscire a raccogliere non solo la fede di chi è accorso al capezzale del malato Mens Sana col cuore sanguinante per la possibilità di vederla morire, ma anche il trasporto, l'emotività e l'effetto contagio del voler essere parte di qualcosa di forte, di unico, di coinvolgente. Sotto pressione totale, con mille cose da fare in pochi giorni era impossibile che ci fosse modo di pensarci compiutamente. Ma ora far scattare questo ulteriore clic è l'unico modo per allargare le adesioni oltre l'apprezzabilissimo numero di chi ha già speso con prontezza e d'impeto, ma a cui non sarebbe giusto chiedere ancora. Lavorare come muli è una parte della soluzione, la creatività di iniziative da mettere in campo diventa altrettanto fondamentale.

Intanto...


L'assemblea dei soci ha ratificato all'unanimita l'accordo quadro definito con la Polisportiva il 16 marzo. È confermato per domattina il pagamento della V rata Fip.
Pubblicato da Io tifo Mens Sana su Giovedì 17 marzo 2016

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