lunedì 7 marzo 2016

Adesso o mai più

Si arriva al giorno decisivo per la storia della Mens Sana Basket 1871 con due appuntamenti cruciali. Alle 18 l'assemblea dei soci, quella in cui se non saranno elaborate strategie convincenti potrebbe essere premuto il tasso di autodistruzione, la messa in liquidazione, lo spauracchio dalle dimissioni un mese fa del cda.

Ma una fetta importante della partita, sicuramente decisiva, si giocherà alle 10, nell'incontro programmato tra l'azionista di maggioranza, la Polisportiva Mens Sana, che poi nel primo pomeriggio subito prima dell'assemblea terrà una Giunta straordinaria per le ultime deliberazioni, e l'aggregazione degli acquirenti principali, l'Associazione sportiva dei tifosi e il Consorzio di aziende, fresco di costituzione in giornata. Ci si arriva col conferimento all'Associazione da parte dei propri soci del mandato a poter anche chiudere ogni trattativa, col versamento del denaro raccolto, anche se potrebbe non bastare.

A fronte dei circa 600mila euro che mancano per dare copertura all'intera stagione, e dell'obbligo di coprire almeno i 300mila euro di perdita evidenziati dalla semestrale al 31 dicembre scorso, la Polisportiva ha messo sul piatto misure per circa 220mila euro. Ci sono i circa 90mila di abbattimento del capitale sociale, i 70mila di fidejussione di inizio stagione che resteranno in dote al basket, i noti 57mila di versamento soci già effettuato. Non si tratta di liquidità vera e propria ma di misure che serviranno a livello contabile a coprire la perdita.

Andranno nella liquidità, anche se parliamo di non molti euro, gli incassi di ogni partita (circa 5-6mila euro) che la Polisportiva ha deciso di lasciare al basket: era previsto dagli accordi che la casa madre li prelevasse direttamente, in mancanza dei versamenti concordati nell'ambito dei circa 150mila euro di Convenzione annuale. Tornando ai 300mila di perdita da coprire, il resto lo faranno i circa 15-20mila euro in carico al socio privato Danilo Bono in ragione del suo 6%, e circa 40mila di cui dovrà farsi carico l'Associazione dei tifosi (una parte dei circa 100mila che è accreditata di aver raccolto).

Alla Associazione si affianca ufficialmente da adesso anche la figura del Consorzio, che avrà lo scopo di raggiungere aziende desiderose di stare vicine alla Mens Sana per il prossimo triennio: è stato costituito in giornata con le firme e i denari di Piero Franceschini e Gigi Cagnazzo, come accennato ieri non nasce già con i soci fondatori ma per ora come scatola vuota da riempire anche grazie al rapporto con le associazioni di categoria, il cui incontro avvenuto nel pomeriggio è stato considerato molto interessante.

La novità emersa in serata dalla riunione dei soci è che l'Associazione/Consorzio potrebbe non tanto inviare all'assemblea una manifestazione di interesse che conduca a una proroga dei tempi (si chiedono trenta giorni, più ragionevole provare ad averne la metà), quanto mettere già sul piatto moneta sonante. La mossa a sorpresa, arrivata dopo le ultime frenetiche 24 ore e dopo almeno un paio di giorni di fitti contatti informali, sarebbe un modo fattivo per dare risposte immediate al fabbisogno da 147mila euro della Mens Sana Basket 1871 per il mese di marzo, più di metà urgentissimi, per spese che vanno dai circa 25mila euro di tasse federali entro lunedì prossimo, agli stipendi ai tesserati che andavano onorati nei giorni scorsi, e fino a spese rimaste indietro a partire dalle case dei giocatori per mesi.

Dunque il fatto che l'Associazione/Consorzio possa presentarsi alla giornata di oggi col denaro, invece che con manifestazioni di interesse, cambia l'iter? Procedere già all'iniezione di soldi fa cadere il bisogno di un rinvio dell'assemblea e si può già risolvere tutto in giornata senza doversi riaggiornare? Pare che una cosa (il denaro subito) potrebbe non escludere l'altra (il rinvio), ma è una delle parti della questione non ancora chiare, che si chiariranno solo durante la giornata. Di certo ci dovrebbe essere modo di fare nell'assemblea dei soci un "rimpasto" degli amministratori, con l'uscita di due dei cinque consiglieri precedenti e l'ingresso al loro posto di un paio di rappresentanti dell'Associazione.

Appurato come si arriva alla copertura della perdita, non è ancora noto quanto sarà il denaro che l'Associazione potrà mettere: al di là dei 21mila euro ipotizzati per la ricostituzione del capitale sociale e ai citati 39mila per coprire la perdita della semestrale, alla riunione dei soci ancora ci si premurava che non uscissero cifre "per non farlo sapere alla Polisportiva", come se cambiasse chissà che cosa. Soprattutto perché la Polisportiva ormai le sue mosse le ha fatte.

Alla riunione sono state avanzate ricostruzioni, non è chiaro quanto di fantasia e quanto concordate con la Polisportiva, di una spartizione dell'azionariato 47-47-6 (il 6% resterebbe di Danilo Bono, il resto equamente diviso tra casa madre e Associazione/Consorzio), che collide con quanto espresso nei giorni scorsi dalla Polisportiva (se scende sotto al 50%, non ha nessun interesse a mantenere una quota cospicua, meglio scendere al 10-20%) ma non è da escludere che sia un nuovo punto di approdo dei fitti contatti di questi giorni.

Un dato da prendere per buono, al di là della spartizione ipotizzata, è quello sul fabbisogno di 240mila euro da trovare per dare copertura alla seconda parte della stagione, quella da gennaio a giugno. E' l'aggiornamento di quanto è sempre stato quantificato in 300mila. Risultano contatti disponibili a sponsorizzare anche al di fuori del consorzio, pronti a riaccendersi adesso che c'è una parvenza di circolo virtuoso. Ma non sono discorsi per le ore immediatamente precedenti all'assemblea dei soci che deciderà il futuro.

La copertura ormai accertata della perdita al 31 dicembre è un ottimo punto di partenza attorno a cui ipotizzare che si vada avanti. L'elemento di confusione, forse solo di distrazione o magari anche di ostacolo, è la suddivisione futura delle quote tra Polisportiva e Associazione/Consorzio. L'incognita è la copertura di quanto serve per il periodo gennaio-giugno: l'onere di farsene carico spetta a chi si sta prendendo la responsabilità del salvataggio, l'Associazione/Consorzio appunto. Per non buttare via il lavoro senza sosta di queste settimane, l'unica possibilità rimasta sul tavolo, il futuro è legato al coraggio, senza più tatticismi, di questa decisione.

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