sabato 5 marzo 2016

La strada strettissima. E il cambio di passo

Se la giornata di venerdì  pareva aver delineato una strada per il salvataggio della Mens Sana, la riunione del sabato dell'Associazione/Consorzio ha rimesso in discussione le regole del gioco di una via che già sembrava strettissima da percorrere. Un altro giorno è passato prima dell'assemblea dei soci della Mens Sana Basket 1871, ne mancano ormai solo tre, e l'eventualità della messa in liquidazione del club, pur non essendo forse la più probabile, non è ancora stata scongiurata.

Tutto questo all'indomani della posizione con cui la Polisportiva ha formalizzato in maniera apparentemente definitiva di non avere altri piani per il basket diversi e concorrenti rispetto a quelli delineati dall'Associazione/Consorzio, a cui ha rimandato la palla. O la patata bollente, perché ora che c'è carta bianca bisogna anche dimostrare di avere le risorse per farci qualcosa. Al primo giorno in cui l'Associazione/Consorzio era chiamato a passare da una posizione "di lotta" a una "di governo", le risposte sono state ancora "di lotta". Portando oggettivamente più questioni che soluzioni.

Innanzi tutto la scadenza di martedì. L'Associazione/Consorzio ha fatto sapere di aver bisogno di altri trenta giorni di tempo. Ci sono dei tempi tecnici comprensibilmente giusti per la creazione di un Consorzio e una sua vera implementazione che vada oltre la sua costituzione, già in calendario per lunedì (che pare una buona notizia: vorrebbe dire che la necessaria massa critica iniziale è stata raggiunta). Giusto.

Ma non è realistico fermare altri trenta giorni una società che da altrettanti trenta giorni è decapitata, priva di quasi l'intero cda dimissionario. Non è realistico dopo che già una volta l'assemblea è stata di fatto rinviata di venti giorni. Non è realistico di fronte al codice civile che prevede un percorso obbligato per una società che ha presentato una semestrale in perdita come la Mens Sana Basket 1871: presentarsi in assemblea e dire cosa si intende fare. Una dilazione di trenta giorni non sta in piedi. Può starci una di una settimana, dieci giorni, e a quel punto presentarsi non 200-300-400mila euro, un milione o un miliardo tutti insieme, magari con una parte, ma con un piano definito per affrontare il noto fabbisogno entro la fine della stagione.

Qual è il problema a fare così? Qual è il problema a contribuire costruttivamente al rinvio dell'assemblea, per prendere il tempo che serve, con una manifestazione di interesse che lo giustifichi davanti alla legge? Una lettera per chiedere il rinvio dell'assemblea dei soci "perché ci serve tempo per portare a regime Associazione e Consorzio" non è la stessa cosa. L'Associazione/Consorzio non se la sente di impegnarsi oggi con una manifestazione di interesse? I soldi ci sono/ci saranno? Se non è sicura l'Associazione/Consorzio di raggiungere il proprio obiettivo, dovrebbero impegnarsi davanti alla legge al suo posto gli amministratori dimissionari, rischiando in proprio? Dovrebbero farlo per garantire tempo all'Associazione/Consorzio che lei per prima dimostra di non crederci totalmente, se non se la sente di mettere nero su bianco una manifestazione di interesse?

A un certo punto si tratta anche di avere buon senso e di venirsi incontro, non si può avere la botte piena e la moglie briaca, se si tratta di mettersi in gioco è necessario farlo tutti (e Polisportiva e cda l'hanno già fatto con un primo rinvio). L'alternativa è mollare adesso. Evidentemente un'alternativa non accettabile, a meno di accettare la morte. Tutto questo, per non aver scritto una manifestazione di interesse, che pure non dovrebbe essere una bestemmia per un'Associazione/Consorzio che è nata per salvare la Mens Sana?

***

L'intervento di Emilio Tonini ha fatto capire che ora la partita deve giocarsi su altri campi. Non quello delle conferenze e delle riunioni pubbliche, ma dei commercialisti e degli avvocati, e non se ne esce finché non si sono trovati gli strumenti tecnici per una via d'uscita. Tonini non è un soggetto estraneo all'Associazione/Consorzio. E' parte integrante dei suoi lavori, la sua voce evidentemente è ascoltata.

Il momento di mettere a disposizione i risultati del proprio lavoro per l'Associazione/Consorzio è anche quello di un cambio di passo, non nei tempi (che sono strettissimi, i miracoli non esistono) ma nei modi. Come ad esempio l'inopportunità di un atteggiamento ostile nei confronti della controparte, la Polisportiva, soprattutto pubblicamente. Possono esserci stati problemi nel confrontarsi, possono essercene state nella documentazione, ma c'è un dialogo in atto, con l'altra parte bisogna in questi giorni sedersi attorno a un tavolo a parlare, a discutere, a trovare soluzioni insieme. I sassolini, o sassoloni, ci si tolgono dopo aver finito il lavoro.

Poi c'è chi pensa che faccia tutto parte della fase negoziale, del gioco delle parti, e se in questo senso porterà frutti si vedrà nelle prossime ore, che si annunciano fitte di contatti anche al di fuori dei contesti ufficiali. Ma visto che l'Associazione/Consorzio è riuscita a raccogliere attorno al proprio progetto persone capaci, forse siamo in una fase in cui serve metterne in campo e in prima fila anche delle nuove, tra quelle che fanno parte del gruppo di lavoro, calzanti per il momento, meno "di lotta" e più "di governo". Per non buttare via adesso il lavoro di settimane, anzi ridargli slancio. Perché questa è a oggi l'unica soluzione sul tavolo per il futuro della Mens Sana.

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