211 giorni esatti. È quanto intercorre dal 29 settembre 2024 al 27 aprile 2025. 213 giorni se includiamo anche le date in cui si sono giocate Mens Sana-Arezzo (79-74) e Genova-Mens Sana (56-67). In soldoni 6 mesi e 29 giorni, quindi quasi 7 mesi pieni. Un periodo intenso e denso di emozioni. A volte contrastanti ma in egual modo molto forti.
VOTO ALLA STAGIONE DELLA MENS SANA: 7
Record: 21-13
L’obiettivo stagionale centrato con una giornata di anticipo
rispetto alla fine della seconda fase - ma anche ampiamente sfiorato al termine
della prima - rende assolutamente positivo il giudizio sulla stagione
mensanina nel suo complesso. Seppur con alcune specifiche, dovute a un
rendimento che a tratti è stato ondivago ma che ci poteva assolutamente stare
con le premesse di inizio stagione. Anzi, da questo punto di vista, la società
ha capito dove e come intervenire aggiungendo qualcosa solo quando era strettamente
necessario e, numeri alla mano, azzeccando le scelte con Jokic prima e Ivanaj
poi.
IL MOMENTO MIGLIORE
Non è infatti un caso che il definitivo cambio di marcia verso
la salvezza sia arrivato durante la poule salvezza. Malgrado i passi falsi con
Crocetta e Serravalle, la squadra ha trovato una sua vera dimensione nella fase
clou dell’anno, scoprendosi profonda e capace di alternare diversi protagonisti. Il tutto nonostante i guai fisici che hanno minato il rendimento di coloro che erano
stati trascinanti nella prima metà di stagione (Prosek e Tognazzi). Ma qui sono
venuti fuori giocatori di sistema quali Pannini, Pucci, anche Ragusa è
cresciuto, così come importanti sono stati gli innesti di intensità di Jokic e
Ivanaj.
IL MOMENTO PEGGIORE
C’è una partita che, anche vedendo come è finita la stagione,
grida ancora vendetta. Il pensiero va sempre a quell’ultimo possesso del match di Arezzo,
in cui la Mens Sana perse incontro e differenza canestri, venendo poi
penalizzata - qualche settimana più tardi - nell’arrivo in volata al termine della prima fase. Era il primo
dicembre 2024, era la prima giornata del girone di ritorno e il cammino della Mens
Sana venne minato da un ko pesante – per modalità ed effetti – che si aggiungeva
ai 4 registrati nelle precedenti 5 giornate. È stato il momento più duro,
quello che in cui si è capito che occorreva un cambio di passo per reggere il
passo di un campionato che stava decisamente alzando il livello.
IL SIMBOLO
Alla fine è stato l’anno della definitiva consacrazione di
capitan Edoardo Pannini. Per uno che ha i colori biancoverdi nel sangue, per
uno che è sempre cresciuto in viale Sclavo e che, al pari di squadra e società,
ha saputo adeguarsi ad un livello di competitività più alto e che, soprattutto, c’è
sempre stato dalla Promozione alla B2, il poter essere considerato uno dei protagonisti della
cavalcata salvezza mensanina ha un valore del tutto speciale. La sua storia è
già da annali dello sport senese.
DA CHI RIPARTIRE IL PROSSIMO ANNO
Ne consegue che Pannini è una pedina che si è meritata, sul campo, la conferma anche in ottica futura. Dove però c’è una piazza e un ambiente che vuole avere ancora più ambizioni rispetto alla semplice permanenza di categoria. Ovviamente in maniera compatibile col credo societario di fare sempre il passo secondo quella che è la lunghezza della gamba.
In quest’ottica
sembra impensabile privarsi di chi ha dimostrato di essere un fattore in questa
categoria: Prosek, Pucci e Ivanaj su tutti, ma anche i vari Tognazzi, Jokic e
Marrucci possono avere un ruolo, seppur con prerogative e dinamiche di gruppo
nuove. Da capire poi quali saranno le condizioni in futuro di Neri che, se
recuperato totalmente, potrebbe essere considerato a tutti gli effetti un “nuovo
acquisto” dopo una stagione travagliata dal punto di vista fisico.
Una riflessione a parte va fatta anche per coach Paolo Betti che ha dimostrato grandi doti e mestiere, meritando a sua volta una bella (ri-)conferma riuscendo a vincere (di nuovo, dopo la bella corsa fino alla finale playoff di un anno fa) la propria scommessa personale di essere un tecnico di livello. Oltre che quella della società di puntare su di lui.
L’esempio però che arriva dagli altri competitor di stagione è quella di allenatori full-time e, in tal senso, anche la Mens Sana potrebbe fare scelte che vadano in quella direzione. Però qui si aprono scenari diversi e variegati che partono tutti da un solo punto di domanda: a cosa punterà la Mens Sana il prossimo anno? Di nuovo alla salvezza o a qualcosa in più? Si cercheranno figure (a livello di roster e di staff) di caratura ancora più professionistica rispetto al recente passato? L'estate sportiva, arrivata prima visto il traguardo raggiunto con anticipo, aiuterà a riflettere con calma su tutto questo.
Andrea Frullanti
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