mercoledì 21 luglio 2021

Il vuoto tra i lunghi, partenze, ritorni e l'affaire Lenardon. Rivoluzione soft alla Virtus

Ripartire da quanto di buono fatto nella stagione appena conclusa, cercando di puntellare e correggere le (poche) mancanze evidenziate solamente dalle corazzate Pielle e Borgomanero (peraltro entrambe promosse in Serie B), cercando di migliorarsi ancora e crescere. Senza proclami e senza follie di mercato, così come è impresso da sempre nel DNA della società. Sono queste le basi per la ripartenza della Virtus: una rivoluzione soft che ha già mosso i suoi primi passi tra partenze, arrivi e ritorni decisamente degni di nota.

I diktat estivi che arrivano da Via Vivaldi possiamo dire che sono i soliti che accompagnano da anni la filosofia virtussina: pochi innesti, ma mirati, possibilmente con giovani che arrivano dal vivaio. Un input che resta una costante, nonostante i sostanziali cambiamenti all’interno del roster rossoblù. Il riferimento va a René Ndour che, dopo anni di lusinghe di mercato rimandate al mittente, ha ceduto alle sirene che provenivano da Cesena (Serie B), separandosi così dalla Virtus.

Con in partenza anche un altro lungo, o Lazzeri o Bovo, si crea un “vuoto” nell’area rossoblù che apre numerosi scenari di mercato: alla Virtus servono almeno un pivot titolare e un 4/5 che possano alternarsi anche con un Gianmarco Olleia (confermatissimo), che ha dimostrato di sapere assolutamente il fatto suo anche se cede chili e centimetri contro avversari più fisici.

Pochissimi i cambiamenti nel settore esterni: Nepi, Imbrò e Bianchi rappresentano una scelta di continuità e un nucleo solidissimo, anche per le dinamiche interne dello spogliatoio. In cabina di regia si punterà poi su due millennials: Bartoletti, chiamato alla stagione della definitiva maturazione, e Ricciardelli. Menzione d’obbligo per quest’ultimo che dopo due anni travagliatissimi dal punto di vista fisico, può essere il vero nuovo innesto della Virtus. Su di lui e le sue doti la società punta tantissimo.

E Simone Lenardon cosa fa? Lascia il campo? Resta? E per quanto ancora? Cosa fa se non gioca? Come da un paio di anni a questa parte sono tante le voci che si alternano su di lui. Certo è che sarebbe importante, per la Virtus, poter avere ancora a disposizione la sua infinita esperienza sul parquet. Specie per far crescere una coppia di play così giovane. Però l’alternativa di vederlo in un ruolo tecnico/dirigenziale all’interno della società non è da scartare. Certo è che, sebbene con forme potenzialmente diverse, le strade di Lenardon e della Virtus non si separeranno.

Così come non si separano quelle con coach Andrea Spinello e il suo assistente Papi (che guiderà anche la Maginot in Promozione), confermati al 100% dopo l'esaltante annata vissuta sulla panchina rossoblù. Insieme a loro, completa lo staff tecnico Francesco Braccagni che torna “a casa” (con la Virtus ha vinto sia da giocatore che da allenatore, ndr) dopo gli anni alla guida del Costone. 


Andrea Frullanti

 

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