Nell'ultimo quadriennio in categoria non ha mai giocato meno dei quasi 24 minuti di media dell'anno scorso ("Viene da una stagione difficile e ha voglia di riscatto" - Ramagli), ma due anni fa erano 33. Senza conoscere ancora i nomi degli americani quindi è la storia di Borsato che aiuta a capire che anche i tre piccoli sono una soluzione possibile, per coprire quella posizione di ala piccola già presidiata in quintetto un giocatore da 25' buoni come Alex Ranuzzi e dalla panchina dal 19enne savonese di belle speranze Alberto Cacace.
Delle tre voci richiamate da Ramagli, il tiro da fuori è quello che meglio si riesce a misurare coi numeri. Che parlano di medie che negli ultimi cinque anni per Borsato non sono mai state sotto il 35.5% di tre anni fa a Forlì nella sua prima stagione da protagonista, in cui quindi fu chiamato ad aumentare la quantità inevitabilmente a scapito della qualità. Ma l'anno scorso ha avuto il 38.5% e in precedenza un paio di stagioni tra il 45 e il 46%. Carta canta.
Difesa? Ha impatto fisico, gambe e agonismo in marcatura per incidere. Playmaking? Ha implementato brani da ragionatore di fianco a doti naturali di trascinatore, sia per l'indole combattivo che per la leadership anche quando conta, e di attaccante quando ne vede l'occasione, nel senso di giocatore a cui piace attaccare la difesa, con la penetrazione e con l'arresto e tiro, oltre che col tiro da fuori di cui si è parlato. Con alle spalle almeno quattro anni e mezzo di chi è abituato a stare più in campo che in panchina. "Giocatore esperto in un gruppo giovane che avrà bisogno di una guida matura", il ruolo che gli ha cucito addosso Ramagli.
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