mercoledì 26 aprile 2023

Ambizioni e realtà, cause ed effetti, fotogrammi e prospettive: Costone, anatomia di un fiasco

Una stagione negativa, deludente sotto il profilo dei risultati, assolutamente al di sotto delle aspettative. È una sonora bocciatura quella riportata dal Costone nel campionato di Serie C Gold 2022/'23. Unica senese esclusa dai playoff, il Costone ha visto concludersi anzitempo la propria annata, dando il via ai momenti dei bilanci, delle riflessioni e delle strategie per ripartire. Cercando di non ripetere gli errori commessi. 
 
 
«Un’annata fallimentare»
La società non si è nascosta e la propria dirigenza, sentita a caldo subito dopo la sconfitta con la Synergy Valdarno (che ha decretato la matematica esclusione dai playoff), ha parlato apertamente di «annata fallimentare». Un giudizio netto che non lascia spazio a interpretazioni e che denota una certa onestà intellettuale. Costone che forse non ha retto le pressioni di arrivare in Gold da trionfatore in Silver, con investimenti estivi importanti che proiettavano la squadra della Piaggia nel “lotto alto” delle pretendenti ai playoff. Grandi aspettative che poi, con i primi scricchiolii e altri roboanti passaggi a vuoto, hanno prosciugato fino all’esaurimento le energie nervose gialloverdi in un'annata vissuta sempre a rincorrere.
 
L’immagine 
La fotografia della stagione e la dimostrazione di quanto appena detto è l’ultima azione a San Giovanni: in una partita in cui il Costone era stato costretto faticosamente a cercare di rimontare, arriva all’ultimo possesso con in mano la palla del sorpasso, gettata poi clamorosamente al vento da un’infrazione di campo a 3” dalla sirena finale. Un canestro in extremis avrebbe consentito alla squadra di Ricci di contro sorpassare Altopascio in classifica e di andare a giocarsi la serie derby di playoff con la Virtus. E invece niente di tutto questo ma solo tanto amaro in bocca per Bruttini e compagni.
 
Rewind 
Quello appena descritto è stato solo l’ultimo di tanti episodi negativi di una stagione storta per i colori gialloverdi. Che l’annata fosse nata sotto una cattiva stella si era capito sin da subito quando, nei primi 4 impegni casalinghi, il Costone non era mai riuscito a vincere tra le mura amiche del PalaOrlandi (nella passata stagione fortino pressoché inespugnabile e fattore determinante per la cavalcata trionfale in C Silver): la prima vittoria interna è datata 23 novembre (84-69 su Valdisieve), solo due vittorie esterne (ad Agliana ed Arezzo) avevano mantenuto in linea di galleggiamento la squadra allora allenata da David Fattorini. Poi le sconfitte con il Don Bosco e il -40 interno con Cecina (e c'era già stato anche un -47 subito a Firenze, sponda Legnaia) hanno portato all’avvicendamento in panchina. Giunto però dopo il derby perso in casa della Virtus, dove a fare le veci di allenatore era stato Gianni Terrosi in attesa dell’ufficializzazione di Daniele Ricci.
 
Gli infortuni 
Il nome di Terrosi, il primo e forse più importante acquisto estivo costoniano, ci porta ad aprire il capitolo degli infortuni. Tanti, troppi, che hanno letteralmente minato il cammino gialloverde nella prima metà di stagione. Terrosi ha giocato il primo quarto di campionato con una microfrattura alla mano, stringendo i denti (come in occasione del derby con la Mens Sana) ma risultando incapace di esprimere a pieno il suo talento offensivo. Stesso discorso vale per Bruttini, spesso non arruolabile nel primo scorcio di stagione (e tutti sanno cosa vuol dire Bruttini per il Costone…). C’è stato poi Silveira che a un certo punto è sparito dai tabellini perché mandato a fare minuti a Monteroni, visto che - fisicamente - non riusciva a reggere l’urto della C Gold nel suo percorso di riabilitazione post-infortunio.
 
Cosa è mancato (1): capitolo play 
C’è stata soprattutto la defezione per tutto l’anno di Ceccarelli: la società ha deciso di aspettarlo ma poi, quando si è capito che il giocatore non sarebbe mai rientrato, il tempo era scaduto. L’arrivo di Maksimovic non ha fermato i buoi che forse erano già scappati dalla stalla. In tal senso, l’assenza di un’alternativa valida a Banchi, con tutto il rispetto per Giacomo Ricci che deve ancora crescere, si è fatta sentire ed ha pesato tantissimo nell’economia stagionale costoniana.
 
Cosa è mancato (2): capitolo pivot 
Oltre a Ceccarelli, o comunque a un play veramente interscambiabile per minutaggio e responsabilità con Banchi, è mancato anche un lungo. Pisoni, coi suoi 5 punti di media, non ha risposto alle aspettative estive e la rescissione anzitempo è stato il culmine di un rapporto che non ha mai veramente ingranato. Con Silveira partito a metà annata e un Juliatto che ha viaggiato a corrente alternata, il peso del settore lunghi è ricaduto spesso sulle spalle di Angeli e di Ondo Mengue, adattato nel ruolo di 4 come è capitato a Bruttini e Terrosi in alcuni quintetti tattici. La coperta però era necessariamente troppo corta. 
 
La sfiga 
Oltre a tutto questo anche la sfortuna ci ha messo lo zampino, nonostante l’arrivo di coach Ricci. Che ha dato un’indubbia scossa all’ambiente gialloverde, a partire dalla vittoria di Lucca dopo tre tempi supplementari. Una spinta che ha permesso poi al Costone di vincere con autorità e controllo il derby di ritorno con la Mens Sana (unica affermazione nelle stracittadine) e, per esempio, di imporsi di misura anche a Castelfiorentino (+3). Ma sempre di misura sono arrivate le sconfitte a La Spezia e Quarrata (entrambe -2), mentre diverso è il discorso per il ko interno con Legnaia, giunto dopo un supplementare e al termine di una partita spesso condotta dal Costone. Insomma, tra febbraio e marzo, il Costone ha vissuto il suo apice stagionale per capacità di rendimento e per prestazioni offerte. Ma anche in quel periodo ci sono stati episodi sfavorevoli o inciampi che hanno complicato il cammino della squadra della Piaggia. 
 
La beffa 
Ultimo, in ordine temporale, il successo ad Altopascio: un risultato alla fine inutile perché la differenza canestri non è stata ribaltata. Un ulteriore elemento che ha messo spalle al muro il Costone nelle ultime giornate. Vissute, come dicevamo, sotto una pressione sempre crescente e che, di fatto, ha spremuto e sfinito le risorse mentali gialloverdi. L’ultima prestazione in casa della Synergy è forse figlia di quest’annata frustrante ed estenuante dal punto di vista psicologico. 
 
Come ripartire 
A Montarioso quindi è già tempo di pensare all’annata che verrà. Quando sarà terminato il tempo necessario per le analisi, si cercherà di disegnare un nuovo progetto sportivo. La base di partenza è una proprietà che non ha mai nascosto le proprie ambizioni, oltre che uno staff societario che sta creando di creare un movimento di crescita attorno alla prima squadra partendo dalle giovanili. Ma se, specie per quest’ultimo aspetto, c’è bisogno di tempo, il cinismo dello sport impone di pensare nell’imminenza alla squadra che affronterà un nuovo campionato di C Gold. 
 
Chi ci sarà e chi no 
C’è da capire se Daniele Ricci rimarrà coach della prima squadra o se ci sarà qualcun altro il prossimo anno sulla panchina gialloverde. A livello di roster, hanno ancora un anno di contratto sia Ondo Mengue che Terrosi, elementi esperti che rappresentano una garanzia per la categoria. A patto che siano affiancati da elementi di altrettanto valore. Banchi e Maksimovic si svincolano a fine giugno, vedremo se le società riuscirà a trattenere almeno uno dei due. Poi ci sono Juliatto, Angeli e il rientrante Silveira, auspicabilmente in condizioni fisiche che gli permettano di essere della contesa. È indubbio che ci sarà Luigi Bruttini, legato a vita e da una vita al Costone: un elemento imprescindibile e al tempo stesso l’anello di congiunzione tra la storia e il futuro del Costone. Con la speranza che il domani possa essere più dolce rispetto al boccone amaro da dover buttar giù oggi. 

Andrea Frullanti













 
  


 
 



  




   
























  




 

 

 
 






 























 
 









 
 


 
  
  

 


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