Non ho fatto mie (vedi post) le conclusioni a cui arrivò, ma il pezzo (che qui richiamo, se serve) di Umberto De Santis sulle difficoltà della Serie B a fare i conti con una realtà come la Mens Sana ha il pregio di aver anticipato una questione che poi torna a porsi con una certa continuità.
Ovvero il fatto che la presenza di Siena nella categoria è stata percepita come invasiva, innanzi tutto per i valori tecnici che hanno riscritto le gerarchie sul campo (ne parlò il presidente di Piombino Lolini) ma naturalmente anche per il seguito di gente che si porta dietro. Che il movimento non può non considerare una rara ricchezza di cui andare fiero, ma che pone delle questioni almeno logistiche.
C'entra con questo discorso la querelle sulla trasferta sì/no a Monsummano (vedi post), c'entra quello che è successo prima (Piombino e Mortara), c'entra quello che succederà dopo (come verranno trattate le prossime trasferte? c'è motivo per temere limitazioni che impediscano di esportare una festa di popolo anche a Cecina e Livorno?).
Nel frattempo va registrata come apprezzabile la sensibilità che mi risulta abbia fatto mettere in cantiere alla società alcune iniziative collaterali alle trasferte della prima squadra, per esportare questa idea di festa itinerante del basket al passaggio della Mens Sana, idea che forse non sarebbe così scontata per le società ospitanti. Se son rose fioriranno, magari avremo informazioni (ufficiali) più approfondite.
Questo spazio ha un suo senso anche come raccolta di segnalazioni di cose uscite altrove, sempre con qualche link. Così, a fronte di danni collaterali (occupandomene per lavoro li considero tali: non dovrebbe succedere, ma qualche volta succede) di momenti di informazione poco puntuali (vedi link) fa piacere vedere la Mens Sana raccontata dal sito d'informazione più letto (qui il link), con il tono divulgativo che serve, ma anche col rispetto che sai di poterti aspettare da un senese.
P.S.: Approfitto dell'aver tirato di nuovo in mezzo Umberto per segnalare il suo nuovo blog http://basketeu.blogspot.it/
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mercoledì 22 ottobre 2014
mercoledì 8 ottobre 2014
Mens Sana, Serie B e preparazione. Di chi per chi
A proposito di spunti, credo che sia contento di offrircene Umberto De Santis. In un pezzo che mi pare abbia riscosso consensi, sostiene (qui il link) che "il movimento della Serie B non sia assolutamente preparato a ospitare un fenomeno mediatico come il forzato arrivo della Mens Sana nella categoria", chiedendosi poi "Sapranno organizzarsi in Lega? Il sistema si renda conto che sarà visto e vivisezionato passo dopo passo".
Segue dibattito.
Premessa 1: immagino non si voglia dire che la mancanza del wi-fi e delle prese per la corrente sia il centro del problema. Riguarda chi (come la nostra categoria) nei palazzi lavora, e va tutelato. Ma al centro del discorso deve esserci lo spettatore pagante, il resto va affrontato ma riguarda poche persone, col peso che ne consegue.
Premessa 2: se ha colpito la situazione Piombino, giova non dimenticarsi che si troverà anche di peggio di un palasport da 900 posti, si troverà anche di peggio di società che mettono a disposizione degli ospiti un terzo dell'impianto, quasi metà. Anzi il giochino (vedi PalaTiziano ad altri livelli) sarà spesso l'inverso: ridurre la capienza e/o i posti per gli ospiti per far sentire di più il fattore campo.
Premessa 3: sarebbe bello ma è realisticamente difficile che si ripetano durante tutta la stagione esodi di massa come quello di Piombino. Non succederà spesso, e quasi sicuramente non succederà per le trasferte fuori dalla Toscana.
Premessa 4: lascio fuori dal discorso le cariche, i celerini e le manganellate. Quella è un'altra cosa (su cui la Brigata Biancoverde ha avuto da dire cose non marginali).
Ribalterei quindi la questione posta all'inizio per chiedere, piuttosto: è la Mens Sana a essere preparata alla Serie B? Non ho dubbi sul fatto che l'ambiente pressoché nella sua interezza lo sia. Essere preparati allora è anche avere l'umiltà di capire cosa significa sul serio - nella quotidianità - ripartire dal basso. Dove le cose non funzionano come nei (già non perfetti) quartieri alti.
La Serie B è questa, non è che deve cambiare perché è arrivata la Mens Sana e c'è caduto l'occhio. Se deve cambiare, si deve farlo a prescindere, ma capendo anche cosa si può pretendere (e cosa no) a certi livelli. Negli anni se ne sono visti fin troppi di tifosi di nobili decadute andare in giro a sdottorare lezioni di come dovrebbe funzionare, come se fossero loro ad aver inventato il basket (che tra l'altro nel caso della Mens Sana sarebbe anche vero vedi link al post iniziale del blog :DDD).
Il viaggio agli inferi è bello anche per immergersi (come godimento, a suo modo, o come indesiderata catarsi) in quell'atmosfera pane e salame, sennò sarebbe un'esperienza con un valore diverso. Non dico che nel pezzo di Umberto De Santis si rifletta un atteggiamento snob, sia chiaro. Dico solo che offre uno spunto per andare oltre e capire chi siamo, dove andiamo, quanti siamo... (un fiorino).
Segue dibattito.
Premessa 1: immagino non si voglia dire che la mancanza del wi-fi e delle prese per la corrente sia il centro del problema. Riguarda chi (come la nostra categoria) nei palazzi lavora, e va tutelato. Ma al centro del discorso deve esserci lo spettatore pagante, il resto va affrontato ma riguarda poche persone, col peso che ne consegue.
Premessa 2: se ha colpito la situazione Piombino, giova non dimenticarsi che si troverà anche di peggio di un palasport da 900 posti, si troverà anche di peggio di società che mettono a disposizione degli ospiti un terzo dell'impianto, quasi metà. Anzi il giochino (vedi PalaTiziano ad altri livelli) sarà spesso l'inverso: ridurre la capienza e/o i posti per gli ospiti per far sentire di più il fattore campo.
Premessa 3: sarebbe bello ma è realisticamente difficile che si ripetano durante tutta la stagione esodi di massa come quello di Piombino. Non succederà spesso, e quasi sicuramente non succederà per le trasferte fuori dalla Toscana.
Premessa 4: lascio fuori dal discorso le cariche, i celerini e le manganellate. Quella è un'altra cosa (su cui la Brigata Biancoverde ha avuto da dire cose non marginali).
Ribalterei quindi la questione posta all'inizio per chiedere, piuttosto: è la Mens Sana a essere preparata alla Serie B? Non ho dubbi sul fatto che l'ambiente pressoché nella sua interezza lo sia. Essere preparati allora è anche avere l'umiltà di capire cosa significa sul serio - nella quotidianità - ripartire dal basso. Dove le cose non funzionano come nei (già non perfetti) quartieri alti.
La Serie B è questa, non è che deve cambiare perché è arrivata la Mens Sana e c'è caduto l'occhio. Se deve cambiare, si deve farlo a prescindere, ma capendo anche cosa si può pretendere (e cosa no) a certi livelli. Negli anni se ne sono visti fin troppi di tifosi di nobili decadute andare in giro a sdottorare lezioni di come dovrebbe funzionare, come se fossero loro ad aver inventato il basket (che tra l'altro nel caso della Mens Sana sarebbe anche vero vedi link al post iniziale del blog :DDD).
Il viaggio agli inferi è bello anche per immergersi (come godimento, a suo modo, o come indesiderata catarsi) in quell'atmosfera pane e salame, sennò sarebbe un'esperienza con un valore diverso. Non dico che nel pezzo di Umberto De Santis si rifletta un atteggiamento snob, sia chiaro. Dico solo che offre uno spunto per andare oltre e capire chi siamo, dove andiamo, quanti siamo... (un fiorino).
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