sabato 21 ottobre 2017

Vedi Napoli e fatti due domande

La vittoria al supplementare su Napoli (85-79) è un successo per la classifica, che per il campionato da quartieri alti che si è proposta di fare la Mens Sana quest'anno è la prospettiva più importante. Ma è una sconfitta per ogni altro tipo di valutazione visto il gap tecnico contro una squadra fin qui sempre k.o. in stagione, che ha un roster di uomini in massima parte reduci da una Serie B di vertice, che si è presentata senza uno dei propri americani, Carter, guardia da 20 punti di media e 43% da tre, per distacco il migliore dei suoi fin qui.

Aver sentito troppo la partita non è una motivazione accettabile. Quando il valore delle avversarie è stato un fattore da considerare nel valutare la prestazione della Mens Sana (Casale, Trapani, le prossime due), lo avrete letto forse qui più che altrove. Ma tutto quello per cui Napoli merita i complimenti, e magari meritava la vittoria - organizzazione, scaltrezza tecnica e tattica, temperamento, energia; sicuramente non il talento o il pedigree - non è niente che non potesse mettere in campo anche la Mens Sana. E pensare che, dopo Trapani, c'era chi tra i 1920 spettatori si aspettava che la Mens Sana mangiasse il campo.

IL GIOCATORE
Devin Ebanks. Doveva essere l'incognita, fuori dal campo e in un certo senso anche in campo con gli interrogativi legati a quello che sarebbe stato effettivamente il suo ruolo e gli incastri conseguenti coi compagni di reparto. Si capisce ogni settimana cosa vuol dire che è di un'altra categoria. Sembra che non si impegni? Ha finito a 31 punti con 16 tiri, il 57% da due, una tripla, 12/15 ai liberi, 11 rimbalzi e 9 falli subiti, che è parecchia legna. Quando blocca e si allarga per ricevere si apre un mondo, non solo con Turner. Dietro potrebbe fare molto meglio? Certo, se aspira a salire di livello, in quell'Eurolega a cui ambisce, no, non si fa una gran pubblicità. Ma lasciamo perdere, a volte sarà più coreografia che sostanza (soprattutto a 8 metri da canestro, ma per lanciare un messaggio di aggressività va bene anche quello), comunque sicuramente va meglio di altri che di talento ne hanno molto meno e che dovrebbero giustificare la loro presenza in campo almeno perché buttano sangue in difesa.

IL MOMENTO DECISIVO
Sul +1 a due minuti dalla fine del supplementare, ecco la tripla del +4 di Casella, che già aveva aperto con un'altra tripla l'overtime. Dopo l'errore di Vucic, il 2/2 di Saccaggi ai liberi ha congelato il successo sul +6 ancora prima della schiacciata finale di Lestini.
 
LA STATISTICA
Con la motivazione non accettabile di aver sentito troppo una partita del genere, al 12' la Mens Sana era 0/5 da tre, in un inizio da 18 errori su 23 tiri e 6/12 ai liberi (al 18' era ancora alla misera quota di 21 punti segnati, con 7/30 totale). Da lì in poi ha fatto 9/15 da tre punti. Fin qui quando la Mens Sana ha perso non è andata oltre le 7 triple segnate di Trapani, complici le cifre abbellite nel secondo tempo; quando ha vinto ha segnato almeno 9 triple (stavolta erano 7 a fine regolamentari, e infatti non aveva vinto). Non porta assolutamente a chissà quale spunto tattico, ma è un dato di fatto che nei tre strappi della partita della Mens Sana c'è sempre stato anche il tiro da tre, mai senza. Dell'overtime si è detto, della reazione a metà terzo quarto (con tripla di Lestini) si parla sotto, e poi c'è anche (soprattutto) il 9-0 a cavallo di terzo e quarto periodo che pareva aver indirizzato la partita, dal -3 al +6, con una tripla di Turner e due di Borsato per il 58-52 al 31'30". Un altro paio di statistiche da annotarsi: i 10 rimbalzi d'attacco della Mens Sana nel primo tempo (sette in coppia tra Casella e Simonovic) che hanno limitato i danni; e la partita da 13 punti con 6/8 di Bruno Mascolo (...).

LA CHIAVE
Sul 32-43 al 22' sembrava al momento del ciaone. Invece, tra una tripla e un antisportivo è arrivata la reazione (8-0 per tornare a -3) che ha riaperto una partita che a quel punto sembrava quanto mai destinata al naufragio, ancora più che dopo i fischi con cui la squadra era stata accolta al rientro negli spogliatoi a fine primo tempo vista oltretutto la particolare bruttezza offensiva (e sarebbe la metà campo migliore). E' lì a inizio ripresa che, due volte con Vucic e una con Fioravanti nel giro di pochi secondi, Napoli ha avuto l'occasione per andare anche oltre quel +11, dopo il -9 di Ebanks ne ha fallite altre due con Fioravanti e Maggio, punita poi dalla tripla del -6 di Lestini, dall'antisportivo a Fioravanti e dai liberi di Saccaggi e Sandri  per il ritorno a -3 della Mens Sana. Che comunque lì è solo tornata in partita, a vincerla ci è riuscita solo mooolto più avanti.

LA DICHIARAZIONE
Giulio Griccioli, coach Mens Sana: "Questa partita è lo specchio di un campionato che non perdona niente se non hai il giusto atteggiamento, cominci a spaventarti, a perdere fiducia e darne agli altri. La squadra ha giocato molto impaurita di quello che stava succedendo, non riconoscendo sé stessa, cercando soluzioni che nel primo tempo erano state troppo individuali. Le cose migliori le abbiamo fatte solo facendo un po' di circolazione di palla dal pick&roll: capisco che si voglia aggredire la partita e dimostrare di valere, però la partita poi arriva. Abbiamo razzolato sul fondo del barile toccando un'altra volta la popò con le mani: stavolta ci è piaciuta un po' meno dell'ultima volta e ci siamo tirati fuori. Ma è chiaro che dobbiamo essere molto più cattivi: non perdi fiducia in te stesso se fai le cose per cui lavori tutti i giorni. La cosa positiva è che quando ci siamo trovati in grande difficoltà per la prima volta davanti al nostro pubblico, per fortuna abbiamo ritrovato il filo e tirato fuori un po' di orgoglio, è la base".



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