lunedì 29 febbraio 2016

Il processo del lunedì (e la firma della domenica sera)

C'era il consiglio di amministrazione dimissionario della Mens Sana Basket 1871, per cui ha parlato Lorenzo Marruganti. C'era Leonardo Tafani in rappresentanza dell'amministrazione comunale (e anche del sindaco). C'era per la Polisportiva il presidente Antonio Saccone, forse il più apprezzato nelle cronache della serata. C'era anche la Digos, ma la situazione non è mai trascesa. Non c'era Piero Ricci - fuori Siena, ha riferito il presidente del Comitato Alessandro Lami - e si è preso un bel po' di colpe da un po' tutti gli intervenuti. Se le sarebbe prese anche se fosse stato presente, ma almeno ci sarebbe stato modo di sentire la sua versione.

E' scorso così il processo del lunedì indetto dal Comitato La Mens Sana è una Fede "per fare chiarezza sulla reale situazione passata e attuale della Mens Sana". Con 150 innamorati di Mens Sana a farsi dire cose che forse nella quasi totalità già sapevano ma che forse volevano sentirsi dire dai diretti interessati. Scornandosi un po' su Rete Ivo, incassando le accuse di difficoltà nel gestire alcune situazioni sul piano dirigenziale, spiegando le scelte su marketing e giovanili, facendo un passo indietro sulle ipotesi di dismissione dell'organico (e intanto il mercato si è chiuso, senza uscite), ognuno per quello per cui è stato chiamato in causa. Alla fine va dato merito a chi c'era e si è messo a disposizione senza filtri, non è da tutti. Chiusa la parentesi fortunatamente senza momenti spiacevoli, si torna al lavoro - ognuno per le sue pertinenze - per dare un futuro alla Mens Sana, dopo una serata di seduta di gruppo sul passato recente.

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Secondo quanto risulta, nella tarda serata di domenica si è giunti a un preliminare di accordo per la cessione alla nuova proprietà della Robur del diritto di superficie di una area della Polisportiva (nella zona degli orti, sotto al palazzetto) per la sospirata realizzazione dei campi di calcio per gli allenamenti. Dunque i contatti intercorsi negli ultimi giorni tra Anna Durio e la Polisportiva si concretizzerebbero non in un ingresso nel basket ma in un accordo da cui la Polisportiva otterrebbe un po' di risorse utili per affrontare la partita del salvataggio del basket.

Non è già tutto definitivo (è un preliminare di accordo), perché la Robur si sta muovendo su più tavoli per risolvere il problema dei campi di allenamento, per i quali quest'anno sta spendendo circa 80mila euro di affitti tra Acquacalda, Rosia e Castellina. La Robur ha bisogno di due campi per il settore giovanile, uno per la prima squadra e in più spazi per il settore femminile obbligatorio dall'anno prossimo. Anche per scelta, non farà comunque tutto in un posto solo. Sul piatto ci sarebbero anche l'uso dell'Artemio Franchi (per la prima squadra) o della zona di San Miniato, ma una soluzione di cui si parla da sempre è quella di Torre Fiorentina, che difficilmente resterà fuori dal mazzo.

Permessi permettendo, c'è la volontà di partire con i cantieri già dopo l'estate. Il centro sportivo sarebbe il primo passo a cui potrebbe seguire una foresteria da condividere con le altre realtà sportive cittadine, il basket e il volley (di cui è possibile il trasferimento a Siena per l'anno prossimo, non più solo un giorno a settimana ma più o meno in pianta stabile). Da qui a considerarlo l'inizio di una super-polisportiva il passo è lunghissimo, già l'idea di mettere in comune dei servizi non è di realizzazione banale.

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La Polisportiva ha sempre fatto sapere di non avere le risorse per provvedere con interventi di liquidità al salvataggio del basket. Un'operazione come questa con la Robur potrebbe offrirgliene, oltre a quella nota con l'anticipo dell'affitto di Emma Villas. Naturale che l'entità dell'intervento della Polisportiva rispetto a quello dell'Associazione/Consorzio determinerà la possibile ripartizione azionaria. Si era parlato di una possibilità di intervento della Polisportiva a copertura di circa un terzo/un quarto dei circa 600mila euro di perdita prevista.

Questa nuova operazione aumenta quella cifra o serve solo a raggiungerla? Nel secondo caso, continuano a mancare tanti soldi. Nel primo caso è evidente che si andrebbe (forse si andrebbe comunque) verso un mantenimento della maggioranza delle quote da parte della Polisportiva e un ingresso dell'Associazione e del Consorzio da soci di minoranza. Sarebbe quest'ultima una soluzione di transizione, per non "dare le carte" tutte subito adesso, nell'emergenza delle ricette che è stato possibile imbastire nella ristrettezza dei tempi, prendendosi piuttosto qualche mese per cercare soluzioni ideali. Che ben si sposa con quello che sarebbe l'intendimento della casa madre di provvedere alla sostituzione dei consiglieri dimissionari con la nomina di un amministratore unico (un interno alla Polisportiva?) che magari in questi mesi prepari la società in vista dei nuovi scenari.

Nuovi scenari che potranno essere veder salire la partecipazione dell'Associazione e del Consorzio se nel frattempo ne avrà trovato le risorse (tra parentesi: mentre l'Associazione ha abbassato a 500 euro la soglia di ingresso con diritto di voto e la raccolta procede "secondo i piani", questo martedì alle 19 al Garden è prevista una prima riunione del Consorzio coi 10-15 imprenditori fondatori pronti a partire, lo statuto praticamente è già pronto). Nuovi scenari che potranno essere cercare un terzo a cui cedere le quote. Nuovi scenari che potranno essere anche che resta la Polisportiva, ma ha già detto in tutte le salse di voler scendere perché ha capito che tenere il basket comporta oneri eccessivi. Sarebbe una soluzione, quella di transizione che si delinea, utile a concentrarsi ora sul salvataggio della Mens Sana, poi ai massimi sistemi si penserà più avanti. L'8 marzo è tra una settimana.

(grazie ad Andrea Frullanti per il "collegamento" dalla serata del Comitato)

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