giovedì 18 febbraio 2016

Rinvio in corner

Da uno dei campi si alza la voce che lontano dai riflettori si starebbe muovendo qualcosa, di consistente e di importante. Per quanto ci riguarda, diventerà qualcosa di meritevole di attenzione se e quando se ne saprà qualcosa in più del nulla di adesso. Quello che si può già dire è che il 18 febbraio 2016 non sarà come il 21 febbraio 2014. La Mens Sana non è stata messa in liquidazione. Non per ora. Non è salva, finché la prossima assemblea dei soci (ancora da calendarizzare) non ufficializzerà il contrario resta a rischio chiusura. Ma quel giorno non è oggi.

Ci si chiedeva, anche se alla fine era questione di lana caprina, che formula sarebbe stata adottata per il rinvio. La Polisportiva ha scelto di non presentarsi, di mandare deserta l'assemblea dei soci, così che "il cda si riserva di assumere quelle che saranno tutte le iniziative che saranno necessarie secondo quanto disposto dal codice civile".

Una formula che fa preoccupare, ma che in realtà si riferisce al mettere in calendario una nuova data, da decidere nelle prossime ore: da subito si è parlato di inizio marzo, una data di idea era il 7, ma decideranno gli amministratori della sezione basket. Che restano in carica nonostante le dimissioni, non essendosi tenuta l'assemblea per il rinnovo del cda.

Gli spunti a questo punto sono di due tipi. Il primo banale è che già il rinvio è di per sé un messaggio: se non ci fossero ragionevoli speranze davanti alla legge di potercela fare, si sarebbe già decisa la messa in liquidazione, se si prende tempo. Il secondo è che mercoledì c'è stato un primo contatto tra tutti gli attori delle varie sponde: oltre a Tafani e Marruganti c'erano (lì sì) Saccone e Bono in qualità di azionisti del club.

Un dato su cui la proprietà continua a insistere in queste ore è che si sta pensando a come coprire la perdita evidenziata dalla semestrale ma anche come tagliare alcune spese. La cosa è allo studio, il basket ha dato massima disponibilità a riverificare il tutto, pur sapendo che non c'è nessun ramo morto da tagliare ma ogni provvedimento andrebbe a incidere nel vivo. Intanto le voci su DiLiegro hanno riscosso conferme da Caserta. Ma i patti erano di riparlarne dopo Tortona, ormai tra tre giorni.

3 commenti:

  1. Voglio essere volutamente pessimista nella speranza di essere smentito dai fatti:
    Le vicende attuali (2016) si prospettano ancora peggiori di quelle precedenti (2014).
    Almeno nel 2014 la "fine" fu accolta al massimo delle energie e delle possibilità (1 tiro ci separò dal vincere il nono scudetto!!!).
    Questa volta invece si prefigura il "reato" di accanimento terapeutico (squadra smembrata, svenduta con tutte le ricadute facilmente immaginabili su coloro che rimarranno) senza avere certezza poi della "guarigione"....

    Una domanda per gli amministratori tutti (Polisportive e Comune di Siena): ma veramente pensate che una Mens Sana Basket che vivacchi in serie B o C sia da considerarsi "salvata"???

    Nella speranza di avere torto marcio.....

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    Risposte
    1. È vero che moralmente è una mazzata peggiore, perchè stavi iniziando a rialzarti e proprio in quel momento arriva un nuovo colpo. Però la situazione è senza dubbio più leggera rispetto a due anni fa (non ci sono inchieste, non ci sono indagini della Finanza nel mezzo a spaventare eventuali investitori) e questa probabilmente è l'unica cosa a cui ci possiamo appigliare per avere un po' di speranza...

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    2. imho è peggio del 2014 se chiudi, perché poi non riapri, non dalla Serie B almeno

      è peggio perché senza gli irrealistici voli pindarici di due anni fa hai visto che le risposte che può dare la città sono quelle che sono (e comunque vediamo quali sono). ma il realismo, per quanto duro, quando c'è da risolvere è un bene, non un male

      capisco molto bene il riferimento al vivacchiare in serie inferiori, ma non voglio pensare che sia una possibilità sul tavolo. non è una possibilità che si può essere disposti ad accettare. non per snobismo ma perché significherebbe mancanza di interesse (a livelli insultanti) per un patrimonio della comunità

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