domenica 29 giugno 2025

La Mens Sana di Vecchi e dei giovani: dietro le quinte del lungo casting. E si sente l'America

Giro di giostra dopo giro di giostra, ancora uno e poi un altro ancora, il carosello dell'estate della Mens Sana si è fermato la sera della vigilia della tratta rivelando alle redini del cavallino biancoverde la figura di coach Federico Vecchi. Arrivato in coda a un’attesa che non ha aiutato a mantenere la lucidità sulle aspettative - ma [spoiler] obbligata per il contesto societario -, è banale ma necessario ricordare che solo una volta calato nel contesto mensanino si peserà la bontà di tutte le valutazioni che si possono fare adesso in astratto. A partire dal fatto che il nuovo allenatore della Mens Sana racchiude in sé un po' di alcuni dei tanti profili circolati in questi 50 giorni di vacatio trascorsi dal saluto di Paolo Betti. 
 
Se una delle idee di partenza, e a scorrere i nomi mai abbandonata, era la scelta controcorrente e argomentata di una strada diversa dal cliché dell'allenatore di categoria (magari un debuttante in rampa di lancio come altrove ha funzionato), Vecchi la impersona per chilometraggio personale e tipo di percorso fatto, senza sacrificare troppo il profilo anagrafico (classe 1976) come poteva essere con altri candidati, dunque con le credenziali e la volontà di un progetto che parta dall'attualità per arrivare insieme un po' più in là. Come altri profili, i trascorsi e la conoscenza del mondo giovanile ammiccano a un'idea di crescita che passa anche anche dall’interno: puntare su dei ragazzi e lavorare al loro sviluppo. Ma in più, al pari di altri profili ancora, ha una maggiore consuetudine col mondo delle prime squadre
 
Provando a tirare le fila di un curriculum noto, Vecchi ha finito la scorsa stagione da capo allenatore dell’Andrea Costa, portata alla salvezza in B Nazionale, dunque in categoria superiore. E sempre a Imola aveva fatto una prima esperienza da capo allenatore all’alba di un percorso soprattutto da assistente a livello ancora superiore, in A2, da Ferrara a Forlì fino a Cividale. Ma anche quando era negli staff di prima squadra ha affiancato mansioni di allenatore e di responsabile tecnico nei settori giovanili. A partire dalla Virtus, lui che è bolognese, dove all’alba degli anni Duemila aveva allenato anche Belinelli in epoche di sfide anche alla Mens Sana che ai tempi era una potenza, e dove è tornato poi per raccogliere l’eredità nientemeno che di Giordano Consolini come responsabile delle settore giovanile dal 2015 al 2019, vincendo anche lo scudetto Under 18 nel 2017 e arrivando in finale altre due volte. 
 
Il suo arrivo si inserisce in un contesto in cui il budget per la squadra salirà forse anche del 50% rispetto a quello con cui si era iniziata (ma non finita) la scorsa stagione, dandosi una struttura più votata al professionismo non solo nel coach, che di fianco si troverà come assistente Stefano Vidili il cui avvicinamento è noto da tempo, ma anche in una squadra che avrà solo tre-quattro ragazzi non professionisti (tra i confermati d'obbligo dell'anno scorso), e in uno staff che sarà implementato con l'idea forse di non aggiungere persone ma di aumentare l'impegno di chi c'è già, e ha dimostrato il proprio valore. Per valutare poi quanto vale questa nuova Mens Sana al rialzo, per cui si profilano già l'arrivo di Marco Perin e la conferma di Giangi Prosek, servirà aspettare non solo la definizione di altre pedine chiave del roster ma anche l'ufficialità dei gironi del 17 luglio, per capire se sarà effettiva l'inclusione delle senesi nel girone dell'Italia centrale, dai valori tecnici teoricamente meno severi, rispetto al Nord-Ovest dell'anno scorso. Ma sicuramente è una Mens Sana che vuole fare i playoff, e avvicinarsi allo step successivo. 
 
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Pur non essendo un tecnico alla prima esperienza ma con un suo status, con Vecchi si va nella direzione di un allenatore che vede la Mens Sana come un’opportunità di sviluppo senza guardare alla categoria, alla fine di un processo decisionale in cui non non si è potuto e a un certo punto neanche più voluto optare su coach di nome, che per un bel po’ si sono inseguiti. Perché il profilo di Vecchi è stato individuato e firmato nel giro di 48 ore, ma il vero punto di questa lunga, ma non immobile attesa non è stato certo la scelta del tecnico in sé, pur centrale per la prosecuzione del progetto, quanto le evoluzioni societarie rispetto a cui queste scelte vengono a cascata. E infatti è da queste evoluzioni societarie che era arrivata la spinta a contattare anche profili ex Serie A.
 
Con una scelta all’insegna della serietà e del rigore, guardando forse anche alle cicatrici dagli eventi degli ultimi anni, una svolta è arrivata con l’indirizzo dato dal cda di una settimana fa, che ha rotto lo stallo decidendo di programmare la costruzione della squadra tenendo conto delle risorse già a disposizione, aspettando a considerare eventuali nuove iniezioni quando queste ci saranno materialmente. Per nuove iniezioni si intende l’ingresso in società, non ancora definito ma in fase avanzata, inizialmente con una quota di minoranza ma già con bell’apporto di liquidità, di un gruppo di investitori americani che da un paio di mesi ha intensificato il proprio interesse per la Mens Sana.  
  
Pur non essendoci ancora elementi di dominio pubblico per conoscere meglio questo soggetto, che sta comunque presentando le proprie credenziali nelle dovute sedi e ha intermediari italiani, è un'iniziativa imprenditoriale che arriva in scia a una tendenza visibile: c'è un movimento più ampio di interesse di investitori americani per il basket italiano. Anche, proprio perché “investitori”, con l'idea di rimettere in vendita più avanti una società valorizzata, come dimostrano i precedenti a più alto livello di Varese, Trieste (dove hanno già rivenduto), Pistoia e ultima Napoli.  Con la dovuta chiarezza, lo scenario in questo momento non risulta essere quello di investitori che arrivano con l’obiettivo dichiarato di riportare in tempo zero la Mens Sana in Serie A, ma intanto - in attesa di capire con quali formule e con quali tempistiche - con risorse economiche quantificabili indicativamente nell'aumento almeno di un terzo del budget complessivo della scorsa stagione. Giocandosi poi la prospettiva di ulteriori step di crescita all’aumentare della partecipazione nelle quote societarie. In astratto l’idea di un soggetto che non promette dei buttare denari per non si sa quali motivi, ma che si propone di entrare per valorizzare una realtà di cui vede il potenziale, aiuta a tratteggiare se non l'affidabilità sicuramente contorni di logica dell’investimento.
 
***
 
Quando se ne saprà di più, condividerlo sarà un piacere e soprattutto un dovere. Il silenzio degli ultimi tempi, per le legittime sfere di riservatezza di un affare del genere, per chi ci è passato ha ricordato in maniera sinistra, e non certo per colpa di chi vuole entrare adesso, i lunghi mesi di silenzio da febbraio ad aprile 2017 che accompagnarono la definizione dell'arrivo dei Macchi, prima come sponsor attraverso Soundreef, poi come soci di minoranza e infine di maggioranza. Il senno di poi di sapere com'è finita, con una gestione moralmente vergognosa e penalmente criminale, non toglie la consapevolezza che senza quella coda, pure naufragata nello schifo, la Mens Sana sarebbe chiusa per fallimento un anno e mezzo prima, ritrovatasi nel disperato bisogno di salvatori della patria.
 
Per dire - senza voler respingere nessuno, anzi! - che rispetto ad allora oggi la Mens Sana non si trova con l'acqua alla gola di non potersi lasciare sfuggire ogni sentore di investimento, alla disperata ricerca di ciambelle di salvataggio. E forse uno dei pochissimi aspetti di trovarsi a questo livello rispetto a quello di otto anni fa, o a quello delle varie Varese, Napoli o Pistoia di oggi, ma con una società sana, è quello di poter guardare a possibili ingressi non per necessità ma per opportunità, riuscendo a permettersi di valutare se siano organici rispetto alla propria crescita. Sapendo però che, non oggi e con la pazienza di attendere ancora qualche stagione, salire in B1 è forse l'obiettivo massimo ancora perseguibile grossomodo con la configurazione attuale. Ma dalla B1 in su servirebbero evidentemente forze nuove e a quel punto bisogna farsi trovare già pronti. L'ingresso adesso di nuovi soci in vista di quell'obiettivo potrebbe essere un modo lungimirante per cominciare a strutturarsi. Per crescere, trovare risorse è perfino più importante che trovare giocatori, e allenatori. Così, sedata la fregola delle aspettative, resta sul terreno quella che viene da interpretare come la razionalità della strada scelta: Avanti. Con giudizio. 



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19 maggio 1973 

 

 

 

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