mercoledì 24 ottobre 2018

La prima sconfitta casalinga

La seconda sconfitta consecutiva consegna totalmente a quei dubbi che probabilmente le prime vittorie avevano lasciato sullo sfondo: il peso delle partenze ad handicap, i dubbi su un Morais che fino a ora nel computo generale ha fatto vedere più ombre che luci, una squadra che per ampi tratti della partita ha delle pesanti difficoltà nel trovare il canestro. Latina è riuscita a passare a Siena senza strafare, senza fare eccessivamente belle o spettacolari, ma semplicemente sfruttando il proprio gioco e i propri punti di forza. La Mens Sana ha passato tutta la partita a rincorrere, ad affrettare le situazioni ed affannarsi nell’ennesima rimonta che però questa volta è naufragata davanti alle triple di Carlson.

IL GIOCATORE
Michael Carlson è probabilmente il giocatore più in crescita di Latina, passato dai due punti dell’esordio contro Casale fino ai 24 contro la Mens Sana, in un crescendo rossiniano che lo sta delineando come uno dei migliori stranieri del campionato. La Mens Sana lo ha subito dal primo all’ultimo minuto, quando ha segnato quelle due triple consecutive che hanno definitivamente affossato le speranze della squadra di Moretti. Imbarazzante a tratti per la facilità con cui ha trovato soluzioni vicino al canestro, non c’è mai stato un vero e proprio antidoto alla sua presenza, anche se pure lui ha subito il momento del rientro della Mens Sana nel terzo quarto. Alla fine ha chiuso con un significativo 25 di valutazione, frutto anche di sei falli subito e su un percorso quasi immacolato dalla lunetta, 9/10.

IL MOMENTO DECISIVO
Sarebbe facile indicare i minuti finali, quando una vittoria che sembrava pronta per essere agguantata è sfuggita per un soffio. Ma in realtà la sconfitta della Mens Sana è maturata molto prima, nella cronica difficoltà di mettersi in ritmo nel primo tempo, o nell’impossibilità di trovare un punto di riferimento stabile in quelli che dovrebbero essere i leader tecnici della squadra. Come detto anche da Moretti la sconfitta è nata quando Latina ha accumulato quel +9 nel secondo quarto, costringendo quindi la Mens Sana a rincorrere, affrettarsi e forzare per i restanti minuti, sempre alla ricerca dello strappo positivo o di quel qualcosa che avrebbe fatto girare tutto alla perfezione

LA STATISTICA
23. Sono i tentativi di tiro che la Mens Sana ha scagliato in più degli avversari durante alla partita, segno di un Pace (come chiamano in Nba il ritmo di gioco) maggiore degli avversari, ma anche di un ritmo affrettato, di tante conclusioni forzate senza ritmo. Effetto anche dei tanti rimbalzi offensivi presi, ma che sono a loro volta frutto delle troppe volte in cui il pallone ha incontrato il ferro invece della rete. Perdere quando si trovano 24 punti da seconde opportunità dovrebbe essere piuttosto difficile, così non è stato.

LA CHIAVE
L’assenza di Marino ha probabilmente fatto perdere gli equilibri dell’attacco della Mens Sana, che si è fossilizzato sul perimetro troppo a lungo senza nemmeno tentare di aprire la scatola di Latina. Le percentuali non hanno affatto aiutato da questo punto di vista, ma sia Pacher che Poletti sono andati troppo a sprazzi per non far risaltare la supremazia dei lunghi di Latina. La palla vicino a canestro non è praticamente mai arrivata, nonostante i tentativi di creare triangoli offensivi che raramente si sono formati. Questo ha costretto spesso ad azioni all’ultimo secondo, creando forzature e situazioni in cui l’attacco ha faticato tremendamente a trovare il ritmo.

LA DICHIARAZIONE
Paolo Moretti, coach Mens Sana: “La cosa che più mi lascia l’amaro in bocca è che continuiamo a non fare passi in avanti di maturità, quelli che sono necessari per far sì che siano i nostri avversari a batterci e non noi stessi. Sono troppi i punti facili che concediamo nella partita, punti che ti costringono a dover recuperare ed essere sempre in difficoltà. Per l’ennesima volta i nostri avversari hanno fatto meno difficoltà di noi (…) Credo ci sia una motivazione alla nostra non qualità offensiva, abbiamo costretto Morais e Prandin a gestire il pallone e quando sei a rincorrere acceleri i possessi”.



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