sabato 27 gennaio 2018

La Mens Sana nell'era Macchi

Il 26 gennaio 2018 è il giorno in cui Massimo Macchi è diventato ufficialmente il nuovo presidente della Mens Sana, in un consiglio di amministrazione adesso a otto membri, di cui cinque in quota alla Siena Sport Network, il veicolo di controllato dalla famiglia Macchi. Che in virtù della partecipazione per quasi 167mila euro al ripianamento del bilancio 2016/17 sale dal 34% al 61,127% delle quote sociali, maggioranza assoluta. Annunciato da almeno da un paio di mesi, oggi è interessante capire cosa questo passaggio significa per il futuro della Mens Sana.
     
I primi contatti con gli emissari di una Mens Sana ancora a rischio chiusura risalgono a poco più di un anno fa. Le firme per l'ingresso in società undici mesi e mezzo fa. La prima apparizione sulle maglie con lo sponsor della casa nove mesi fa, l'entrata nel capitale come azionista di maggioranza relativa (alla pari) sette mesi fa. In estate si presentarono alla città, parlando in primis al popolo Robur, dichiarando in maniera anche fin troppo enfatica di non arrivare per fare i salvatori della patria. Oggi il nuovo assetto societario fotografa anche su carta un nuovo equilibrio che era già sostanziale da mesi.
   
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In attesa dei passaggi formali relativi all'accettazione degli incarichi, i cinque consiglieri di amministrazione scelti dalla Siena Sport Network saranno Massimo Macchi - presidente -, Francesco Bertoletti - che lascia l'interim della presidenza ma resta saldamente amministratore delegato -, Massimo Scialò - sales director di Soundreef e confermato alla vicepresidenza della Mens Sana -, Emanuele Nucera - storico commercialista della famiglia Macchi e da qualche tempo anche della Mens Sana, nonché ex arbitro federale di basket - e infine Gigi Cagnazzo - nel precedente cda vicepresidente in quota Consorzio, a cui aveva aderito da fondatore con l'azienda di famiglia, e adesso nominato invece in quota SSN (successe qualcosa di simile già un paio di cda fa, quando Alfredo Barlucchi passò da essere consigliere in quota Associazione a esserlo in quota Consorzio).
   
Oltre al futuro aumento di capitale a 150mila euro, l'assemblea straordinaria di venerdì sera ha varato la copertura degli annunciati 324mila euro di perdita dell'esercizio precedente, che i soci - tolti i 50mila euro di cheap di ingresso della Siena Sport Network accordati al momento dell'entrata nel capitale - sono chiamati a onorare entro il 12 febbraio. La partecipazione a questo passaggio ha determinato le nuove quote.
 
Già socio di maggioranza assoluta col 52% dal giugno 2016, e poi socio di maggioranza relativa al 34% dal giugno 2017, coi 60mila euro deliberati per partecipare al ripianamento il Consorzio sarà secondo socio con il 21,873% delle quote, rappresentato in cda da Marco Turillazzi - amministratore unico della consorziata Terrecablate, già presente in consiglio - e da Simone Ciotti - attuale segretario del Consorzio, da cui era già stato nominato in cda nel periodo al 52%. 

L'Associazione Io Tifo Mens Sana, già al 70% delle quote al momento del salvataggio del club, poi scesa al 20% dopo l'ingresso del Consorzio, adesso sarà al 15% in virtù dello sforzo per partecipazione al ripianamento con circa 41mila euro, peraltro in buona parte già versati: a rappresentarla in cda sarà Claudia Tonini, già parte del direttivo dell'Associazione che sarà chiamato prossimamente al rinnovo. La Polisportiva Mens Sana 1871, all'ennesima diluizione ma comunque desiderosa di restare a bordo, partecipa adesso per il 2% del capitale sociale. 

Esce dalla compagine sociale Danilo Bono, che aveva il 2% delle quote, dopo essere stato anche al 18%. Escono dal consiglio di amministrazione Guido Bagatta in rappresentanza del Consorzio (già uscito da settimane, per ricoprire il ruolo di presidente onorario), Laura Bucci e Guido Guidarini rappresentanti dell'Associazione Io Tifo Mens Sana (al cui interno ci si aspetta che possano ora portare il loro contributo) e Franco Vittori in rappresentanza della Polisportiva Mens Sana (che al 2% non ha più posti in cda, anche se si era parlato di allargare il consiglio per far mantenere un consigliere alla casa madre).
   
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Le ufficialità sono sotto gli occhi di tutti. Meno dove si va adesso. Massimo Macchi è già stato impegnato in passato in incarichi di grande visibilità, su tutti la vicepresidenza del Gruppo Gucci. ma prendere la presidenza della Mens Sana non faceva parte delle idee iniziali della famiglia, che al momento dell'ingresso aveva pensato a un intervento da azionisti stando dietro le quinte. E non c'entra il fatto che l'altro progetto su Siena, quello di un ingresso anche nel calcio, abbia visto complicarsi le condizioni di fattibilità, sebbene i Macchi restino attenti e presenti nel caso (al momento non concreto) che si aprissero eventuali opportunità. C'entra più il fatto che, dedicandosi alla Mens Sana, la famiglia si è appassionata, da subito e sempre di più, finché - complici le evoluzioni relative anche al resto della compagine sociale - l'invito alla presidenza arrivato formalmente dalla rappresentanza dei tifosi ha rotto definitivamente gli indugi. 
 
Se Massimo Macchi ha deciso di assumere il nuovo incarico è per dedicarcisi. Ne ha già reso partecipi gli azionisti del Gruppo Graziella: ne è il vicepresidente, con un'attenzione particolare alle sorti di Braccialini, che segue da anni, impegnato più di recente anche nell'acquisizione di nuovi marchi di moda e pelletteria. E tutto questo continuerà a impegnarlo, anche in termini di viaggi. Classe 1954, da cinque anni e mezzo in Toscana, ha però già deciso di trasferire la propria base dalla chianina Frassineto - a tre quarti d'ora da Siena ma vicina agli impegni professionali aretini - per spostarsi a Siena da fine marzo. Con l'idea di riuscire così a dedicare alla Mens Sana almeno un paio di giorni a settimana più il weekend, mettendo a disposizione anche i propri contatti e le proprie conoscenze, maturati in una carriera manageriale (il curriculum, oltre ad accreditarlo di una laurea in fisica nucleare, è un rosario che snocciola incarichi di responsabilità in American Express, Bulgari, Gucci, Ferré), carriera che peraltro era iniziata nel marketing e nella comunicazione. Rinfrescando così ora dalla valigia della vita i ricordi di basket di una gioventù vissuta nel varesotto (Gallarate) negli anni in cui l'Ignis era una religione.
    
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La gestione della stagione ha detto che l'accresciuto ruolo operativo in società del figlio, Filippo Macchi, è già nei fatti da tempo. E in maniera naturale sta portando a valutazioni, con qualche dubbio ancora da sciogliere, sul possibile inquadramento dalla prossima stagione di questo lavoro nell'incarico di general manager, senza intaccare le prerogative di Bertoletti e Marruganti nei rispettivi ambiti, gestionale e sportivo. Dei nuovi assetti societari farà parte presto anche un responsabile marketing a tempo pieno (che ha lavorato per anni con le stesse mansioni anche alla Juventus, ma anche prima di tutto appassionato di basket), già a Siena da qualche tempo per alcuni giorni a settimana, che dovrebbe essere presentato nel giro di un mese.
      
Ma le idee di sviluppo futuro della società non si fermano qui e toccano per forza di cose anche il tema degli impianti, sul tavolo da parecchio tempo. La ristrutturazione del palazzetto, meglio ancora la sua rimessa a nuovo, interessa molto, anche per una migliore attrazione del pubblico (e un rifacimento anche acustico, per esempio, sorriderebbe poi anche ad altri rami del business di famiglia, l'organizzazione di eventi e concerti). Più sono corposi i lavori da fare e più ha senso ragionare su rilevare la proprietà, invece che la gestione.
        
Ma anche l'idea della costruzione di una foresteria è una riflessione obbligata per chi spende 160mila euro all'anno in affitti, tra prima squadra e settore giovanile. Il reperimento di fondi, in questo momento, non sembra la parte più complessa. L'apporto in un progetto del genere anche dell'Emma Villas è una possibilità aperta, ma non è una conditio sine qua non. E' chiaro che ci si debba sedere al tavolo con la Polisportiva, le cui realistiche possibilità finanziarie complessive, e in particolare di una manutenzione dell'impianto al passo coi tempi (o quantomeno di non mandarlo in malora), sono abbastanza deducibili dalle condizioni attuali del palazzetto. Adesso si vedrà se tutte queste belle idee potranno uscire dal libro dei sogni.

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