domenica 14 gennaio 2018

"Ah se le avesse giocate tutte così"

Se non ci fosse anche quell'odioso passatempo della classifica, la partita persa con Casale (69-71) meriterebbe solo di andare in archivio come una delle più solide della stagione. Un'occasione persa. Stavolta considerata e rispettata per quello che vale, dopo che all'andata nell'opinione pubblica c'era chi l'aveva bollata come una squadra normale solo in giornata di grazia, Casale era senza il secondo realizzatore, Blizzard. E reduce da cinque partite in cui erano arrivate le tre sconfitte stagionali. Più umana. Ma questo non toglie nulla alla prestazione di valore della Mens Sana. Oltretutto finendo senza play, perché il play di riserva è ancora fuori, ma praticamente si è fatto senza anche i due lunghi dalla panchina, e si è giocato di fatto in sei.
 
Con una serie di fischi contestati in fondo: recriminare, se lo si ritiene giusto, è un diritto della proprietà che ci mette i soldi; meno appropriato sentire la questione in bocca chiunque del settore tecnico, chiamato a occuparsi di quello che doveva e dovrà funzionare meglio sul lato sportivo, e bene ha fatto Mecacci a non entrare nell'argomento. Se non ci fosse la classifica... Ma la classifica c'è, e al di là delle belle figure dice che la Mens Sana è terzultima, e che ha perso quattro delle ultime cinque partite: delle altre 15 squadre, 14 hanno fatto meglio, e solo Napoli le ha perse tutte e cinque. Ma tornare presto a muovere la classifica, e continuare a muoverla, senza miracoli, solo evitando passi indietro come Tortona, giocando così sembrerebbe solo uno sbocco logico. Serve.
   
IL GIOCATORE
Giovanni Vildera è stato forse il migliore in campo, in quella che è stata forse la sua miglior partita stagionale, anche se ormai è la quarta gara casalinga di fila in doppia cifra: da Latina in poi, 40 giorni fa, ha svoltato la sua stagione, invero deludente all'inizio. Con Casale 16 punti in 36' con 6/11 da due, 4/4 ai liberi, 16 rimbalzi totali di cui 4 offensivi per tenere botta finché ce l'ha fatta (quando non ce l'ha fatta è oggetto di un'analisi successiva, un indizio: era a 16+13 anche a fine terzo quarto). Un giocatore rinato, che lo spazio ha saputo conquistarselo con le prestazioni. E' la faccia in luce del reparto lunghi.
Quella al buio è la coppia Lestini-Simonovic, difficilmente presentabile (figuriamoci insieme): hanno chiuso rispettivamente con -7 e -8 di plus/ minus in 3' e 4' di impiego. Non si gioca se non si merita, bisogna imparare a essere incisivi subito, perché c'è da vincere le partite. Se per Lestini l'analisi si può fermare qui, per Simonovic (a 18 anni... dopo aver perso il quintetto...) sarebbe riduttivo, soprattutto se si considera un investimento: ok la legge della giungla, ok l'impatto col primo anno tra i senior... ma cosa si sta facendo a livello individuale per arrivare a essere competitivo alla domenica anche solo per un posto in squadra? Fino a Natale aveva trovato il suo equilibrio giocando bene una partita sì e una no. Da allora sono tre partite che non sta in campo.
    
IL MOMENTO DECISIVO
Lorenzo Saccaggi, ancora di spessore (terza di fila in doppia cifra) sebbene ancora solo in cabina di regia, aveva cominciato il quarto periodo con 7 punti in 70 secondi e poi 10 in due minuti che avevano lanciato la Mens Sana dal 46 pari fino al 56-49 al 33'. Ma subito dopo è arrivato il quarto fallo che ha costretto a richiamarlo in panchina. Dentro Casella: bomba di Tomassini da 9 metri, il play avversario, poi palla persa di Casella, poi canestro di Sanders a rimbalzo d'attacco, il colpo alla testa per cui bisogna richiamare Turner in panchina e Saccaggi in campo, Ebanks fa 0/2 ai liberi e un altro rimbalzo d'attacco di Sanders pareggia a quota 56. La Mens Sana aveva la partita in mano, col guizzo giusto nel momento giusto, poi i problemi di falli di Saccaggi e quelli tecnici delle alternative (Casella) e di chi avrebbe dovuto fare la partita (gli americani) hanno fatto il resto. Dei rimbalzi d'attacco si parla a parte.
  
LA STATISTICA
Casale ha giocato 88 possessi offensivi, contro gli 80 della Mens Sana: si conta agilmente il 10% di differenza dei palloni giocati. Quasi tutta la differenza (6 possessi su 8) è maturata nel quarto periodo. Alla fine del terzo quarto la Mens Sana aveva fatto perdere a Casale 14 palloni (6 nel primo quarto, 10 nel primo tempo), in rotta per superare il massimo stagionale di 16 perse: ma nel quarto periodo di palle la Junior ne ha perse... zero. Sempre alla fine del terzo la Mens Sana aveva concesso solo 4 rimbalzi d'attacco (erano 2 a metà partita, 0 nel primo quarto) a una squadra che ne prende 10.7 di media, completando a rimbalzo - soprattutto con Vildera e Saccaggi - il buon lavoro fatto nei 24 secondi difensivi: nel quarto periodo la Junior ha preso 8 rimbalzi d'attacco, il doppio rispetto al totale dei primi tre quarti. Più precisamente 8 in 7', da quando la Mens Sana era a +7. Quattro (quanti nei primi 30') in quei due minuti in cui Casale ha piazzato il 7-0 per tornare 56 pari. Beh sì, è evidentemente che è anche per questo che, in una partita difensivamente gagliarda della Mens Sana, per sfinimento si sono concessi 27 punti nel quarto periodo a Casale, praticamente il doppio dei 14.6 di media che aveva tenuto nei primi tre quarti.
Poi arrivano le certezze di sempre: che non si è mai vinto sotto il 38% da tre, e stavolta ci si è fermati al 26%, e mai vinto (ai regolamentari) sotto le 8 triple segnate, stavolta 6/23. Sì, qualcuna ne è mancata. Altre certezze: la Mens Sana faceva 90.6 punti di media in casa ma non ha mai vinto quando ne ha segnati meno di 85. Stavolta sono stati 69 (i giudizi sulla partita dunque sono questione di prospettive), come 69 furono contro Rieti. Allora mancava Ebanks. Che stavolta ha fatto la metà dei punti (12) del suo minimo in casa (24), dove viaggiava a 29.5 di media.
    
LA CHIAVE
Il mercato. Non è stata la peggior partita stagionale di Elston Turner. Ma viste le circostanze, solo una partita da trascinatore, come vorrebbe il suo ingaggio e come non ne ha mai fatte fin qua, poteva cancellare il fatto di non essersi neanche presentato all'allenamento di sabato. Per un'indisposizione. Uscirne diversamente da una transazione sarebbe l'obiettivo, se le possibili pretendenti (Treviso, Mantova...) non svanissero sempre prima ancora di intavolare una chiacchierata. Nell'ultima settimana ci si è mossi come se si avesse ben chiara un'alternativa, necessariamente un giocatore che non ha bisogno di visto. Anche con caratteristiche diverse, in fin dei conti con la Virtus Roma si sono segnati 102 punti anche con soli 5 da Turner.
Nell'ultima settimana si segnalano movimenti in realtà in un altro ruolo, mettendo sul piatto un ulteriore impegno economico con cui la società ha dato dimostrazione di serietà nella volontà di affrontare la situazione con i fatti. Non è andata bene (almeno non per ora). Il crollo in area nell'ultimo quarto, ed è stata la miglior partita stagionale di Vildera che fin lì ha fatto pentole e coperchi, è un manifesto sul bisogno che ha la Mens Sana di un lungo con certe caratteristiche. Guardare a Parente è un palliativo in un altro ruolo: se si vuole risolvere il problema di infermeria, ha poco senso muoversi quando il recupero di Borsato ormai non è lontano da completarsi; se si vuole risolvere il problema tecnico, ce ne sono almeno un altro paio più urgenti, almeno se la soluzione deve essere Parente. Se poi ci sarà modo di fare non uno, non due, ma tre interventi, figuriamoci se si pongono limiti alla provvidenza. Ma c'è il realismo. E altre priorità.
  
LA DICHIARAZIONE
Matteo Mecacci, coach Mens Sana: "Oggi alla squadra devo dire poco, abbiamo prodotto la miglior partita difensiva dell'anno, sfoggiando un'energia che non avevamo mai avuto prima. I giocatori sono stati efficaci e disponibili a eseguire difensivamente il piano partita che contro una squadra in fiducia e meritatamente prima prevedeva di intasare l'area sui loro blocchi, mettendo in condizioni difficili i loro passatori di palla, cercando di farla circolare poi in maniera più lenta. Una partita del genere che si risolve all'ultimo tiro è una partita su cui ovviamente c'è da recriminare. Per una squadra additata come una che non ci mette voglia, non difende, non si sacrifica, che oggi produce una partita di questa energia dispiace perderla in fondo per episodi. Il nostro problema è se giochiamo come a Tortona difensivamente. Se invece lo facciamo come stavolta possiamo perdere ma ci conforta che quando recupereremo tutti e daremo continuità al lavoro potremo muovere la classifica. Di sei partite al completo sotto la mia gestione abbiamo perso solo a Treviglio e Legnano: prima che il mercato, mi augurerei di riavere tutti i giocatori sani. E' sotto gli occhi di tutti che alcuni giocatori che dovrebbero toglierci le castagne dal fuoco sono meno performanti. E le concorrenti sul mercato si sono mosse tutte".

LE ALTRE
Le brutte notizie che affondano la Mens Sana in zona playout sono arrivate dagli altri campi. Se da pronostico Rieti (14) ha perso a Scafati (20) e la Virtus Roma (10) a Legnano (20), hanno mosso la classifica e raggiunto la Mens Sana (12) sia Eurobasket (12), battendo Napoli (4), che Treviglio (12), al supplementare su Trapani (20). E poco più su, si sono allontanate a +4 sia Reggio Calabria (16), superando nientemeno che Tortona (20), che Latina (16), che così ha battuto Agrigento (16) raggiungendo i siciliani e Cagliari (16). Al vertice, Biella (22) resta aggrappata a -4 da Casale, mentre alle spalle Tortona e Trapani si sono fatte raggiungere al terzo posto da Scafati e Legnano (20). Le prime sei fanno un campionato a parte. La Mens Sana è nell'altro.
 


 
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