domenica 8 febbraio 2015

La vittoria contro Varese, come la si voleva

Battere Varese al termine di una partita sempre in controllo chiude il miniciclo da due partite a settimana prima della sosta col risultato di aver ritrovato la strada in campionato. E tenendo aperta la porta al dubbio che il disastro con Cento sia stato (qui l'ipotesi) un incidente di percorso e non la prosecuzione della crisi che pareva alle spalle, o l'apertura di una nuova. Per stabilirlo, naturalmente servirà vedere come andranno avanti le cose. La sosta intanto ci mette un punto fermo, si tornerà con lo scontro interno con Cecina che potrebbe valere il primo posto. Intanto la partita con Varese porta con sé alcune considerazioni.

- Un po' di andamento per chi non l'ha seguita: subito avanti 11-4 con la spinta di Chiacig  in campo prima del solito per i problemi di falli di Paci. Già a +17 prima del riposo, la Mens Sana ha toccato il +25 a metà terzo quarto, per poi subire un 17-5 che ha fatto tornare Varese anche fino al -11. La buona notizia: finalmente una partenza forte a mettere le cose in chiaro, che è stata spesso un tallone d'achille, a cui è seguita una partita controllata a lungo con autorità. Il rientro di Varese non è stato bello ma forse non abbastanza per gettare la croce addosso a qualcuno: si era pur sempre reduci dalla partita più disastrosa dell'anno, e comunque Varese non è mai veramente rientrata in gioco.

- Alla Robur et Fides mancava Matteucci, terzo marcatore del girone. Quanto vale questo successo senza Matteucci? Un po' meno, certo, ma anche Cento era senza i due lunghi titolari, nientemeno che Cutolo e Carretto, e questo non le ha impedito di venire a spernacchiare la Mens Sana a casa sua, dopo che una settimana prima al completo aveva subìto il trattamento inverso. Segno che non dipende un granché da chi c'è dall'altra parte: è se stessa che la Mens Sana deve battere.

- Le ombre: il 18/27 ai liberi, l'1/8 complessivo di Parente e Panzini, oltre alla partita di Paci, poi le 14 perse, i 15 rimbalzi d'attacco concessi. Eppure è finita con un +17, per dire.

- Le luci: già detto dell'inizio forte. Poi i 60 punti subiti dall'attacco più prolifico del girone, certo privo della sua principale bocca da fuoco. Poi la volontà e la capacità di correre quanto più possibile (altro lato delle 14 perse): buona parte della stagione da oggi in poi passa anche da questo. E infine il positivo attacco alla zona: buona parte della stagione fino a oggi è passata anche da questo. Bene anche i tanti viaggi in lunetta.

- Alla giornata non luccicante dei due registi hanno risposto le due ali, creando anche per gli altri: Pignatti è una certezza, ma Ranuzzi è rinato forse alla miglior prestazione stagionale (di certo lo è stato statisticamente: 20 punti sono il season high, più 6 rimbalzi e 6 assist). Che, nelle ore in cui è atteso il movimento di mercato (qui una riflessione, e d'altra parte niente di meglio che muoversi approfittando della sosta), rende prioritario salvaguardare il ruolo di Alex, sfruttarlo al suo meglio e nel suo ruolo, l'ala piccola, muovendosi per un rinforzo anche con l'obiettivo di evitargli quanto più possibile impieghi meno producenti.

- Livorno ha perso (in casa contro Pavia) la terza partita di fila e nell'ultimo mese ha vinto solo col fanalino di coda, Torino. Crisetta, altro che... Adesso è lontana tre sconfitte, distanza di sicurezza. Le avversarie si chiamano Valsesia, -6 con una partita in meno, e Cecina, -4 con due partite in meno. Teoricamente anche solo per questo la squadra di Campanella può raggiungere la Mens Sana. Anche con una partita giocata in meno, potrebbe raggiungerla e superarla anche molto prima venendo a batterla al ritorno in campo mensanino dopo la sosta. Ma come si diceva, il principale ostacolo della Mens Sana è sé stessa.

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