venerdì 13 maggio 2016

Full immersion Giovanili: il ritorno alle finali nazionali, quanto si è speso, quanto valgono ora, cosa c'è in ballo per il futuro

Non è per indorare la pillola della stagione finita della prima squadra, né per sbrigarsi a salire su un altro carro. Semplicemente merita di essere raccontato il ritorno di una squadra della Mens Sana alle finali nazionali giovanili per la prima volta dopo la ripartenza, al secondo anno dopo la ripartenza, il primo con Michele Catalani nuovo responsabile. Merita di essere raccontato cos'ha la Mens Sana in casa e cosa ci sarà sul tavolo adesso che MSB1871 e Polisportiva dovranno sedersi a buttare giù l'accordo che conferisce alla casa madre, come società satellite, le giovanili della Mens Sana.

L'ultima finale nazionale raggiunta dalla Mens Sana è del 2014, poco prima della chiusura, quando i '95-'96 chiusero con un poco gratificante 0-3 dopo essersi presentati sulla massima ribalta con Bucarelli play titolare dopo aver perso Cappelletti per la rottura del crociato. Stavolta gli Under 18 si sono qualificati alla finale a 16 (dal 12 al 18 giugno a Pordenone) assicurandosi giovedì la vittoria del proprio girone interregionale con la sofferta vittoria a Corato, con partenza alle 6 per giocare alle 16, ottenuta senza Bucarelli e Campori impegnati con la prima squadra a Imola.

Al di là del loro innegabile valore, ha significato giocare senza due uomini importanti di rotazioni risicate per una squadra costruita con finti lunghi adattati a lunghi, come loro due ma anche Masciarelli. Proprio Masciarelli per talento in prospettiva e Bucarelli per prontezza (l'esperienza in A2 parla chiaro) sono i giocatori più interessanti del gruppo. Il nazionale estone Hugo Erkmaa ha un buon tiro, gran talento, ma ancora deve completare l'adattamento a una certa intensità e fisicità. La durezza è da costruire, ma ha un'ottima mano da tre il nazionale montenegrino Janko Cepic, mezzo lungo adattato alle necessità. Intensità e durezza soprattutto in difesa, nonostante i mezzi fisici, sono quello che non manca all'irrinunciabile play Leonardo Ceccarelli.

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Era il primo anno della riapertura della foresteria, coincisa col reclutamento di ragazzi stranieri che ha permesso di avere in squadra nazionali di quattro paesi diversi. A consigliare il reclutamento era stato il panorama cittadino, non tanto per una questione di livello tecnico dei ragazzi senesi quanto perché in un bacino come quello senese i numeri a cui attingere sono bassi, oltre che da dividere tra tre società. L'obiettivo dunque non è prendere giocatori forti, ma prendere quelli funzionali alla crescita anche dei ragazzi senesi. Tra la fase iniziale e le spese annue soprattutto per la foresteria, la nuova linea sul reclutamento ha inciso quasi per metà sul budget assorbito quest'anno dal settore giovanile, che è stato di circa 180mila euro totali.

Come noto, al di sopra della cifra prevista. Situazione figlia anche del fatto che il nuovo progetto costruito attorno al ritorno di Michele Catalani come responsabile era stato avviato dalla Polisportiva, e poi è rimasto in pancia alla MSB 1871 in seguito al no della Federazione l'estate scorsa di fare un'operazione analoga a quella che verrà fatta questa estate (le giovanili che restano all'interno della casa madre come società satellite).Si è partiti comunque deliberando a inizio anno, sia quando in cda c'era ancora Leonardo Tafani (l'interlocutore iniziale, e anche quello attuale insieme al direttore sportivo Gianluca Marzucchi) e sia quando Tafani non c'era più, una previsione di spesa a quanto risulta di circa 130mila euro.

Quella previsione di spesa è stata sforata di circa il 40%: in una piccola parte in fase di reclutamento, poi soprattutto quando le previsioni di alcune voci (in particolare il vitto della foresteria) si sono rivelate abbastanza sbagliate. Si aggiunga il fatto che la partecipazione a una finale nazionale come quella a cui ci si è appena qualificati può costare anche 10mila euro. Non solo. I 130mila euro iniziali dovevano essere in buona misura coperti da sponsor che poi in parte sono venuti a mancare: attorno a novembre è emerso che tra sponsor e quote si arrivava a coprire poco più della metà del budget previsto in estate.

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I soldi spesi sono tanti per chi non li ha, e basterebbe questo a chiudere il discorso. Ma non sembrano sinonimo di un progetto faraonico al di sopra delle aspettative. Per capirsi: alimentato certo in buona parte dai premi Nas, è di circa 600mila euro il budget annuo per il settore giovanile di una società all'avanguardia come la Virtus Bologna, senza andare a ripescare il milione che spendeva la Montepaschi. Qui siamo su un altro livello. Ma i soldi spesi in un settore giovanile sono un investimento, che in quanto tale prevede un ammortamento negli anni, e misurabile già nel valore dei giocatori che a oggi sono patrimonio della società. Proviamo una carrellata.

Il lungo serbo Nemanja Misljenovic sul mercato vale 50-60mila euro, i citati Erkmaa e Cepic hanno un valore, e anche sull'altro ragazzo serbo (Marko Dosen) c'è un'opzione; per Bucarelli c'è il parametro (si è trasferito a un prezzo basso facendo guadagnare il parametro per questa stagione e la prossima, dopo di cui c'è un opzione per trattenerlo); per Masciarelli si parte come minimo dai 30mila abbondanti spesi un anno fa per farlo arrivare, comunque ammortizzabili in poco più di un paio d'anni (risparmiando col suo ingresso in prima squadra non solo lo stipendio, ma anche i costi per la casa e del prestito a Loano che sarebbe costato Cacace). Messo tutto insieme fa un controvalore già di 140-150mila euro non così distante da quanto si è speso su base stagionale per l'intero settore giovanile.

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Se all'interno della MSB 1871 il settore giovanile ha scontato il peccato originale di essere stato concepito altrove e poi innestato dopo l'avvio nella sezione basket, anche muoversi nell'alveo della Polisportiva porta le sue incognite. Su tutte, è storicamente acclarato, la convivenza con la diversa mission delle altre sezioni. Che vuol dire l'orgoglioso dilettantismo di chi le trasferte se le paga di tassa propria e va avanti con la passione più che con le risorse. E' un approccio difficile da tenere sotto lo stesso tetto non solo con il basket di A2 (alla fine lo si è capito), ma forse anche con giovanili fatte in un certo modo: anche qui c'è chi deve frugarsi in tasca, ma la linea scelta attorno a reclutamenti e foresteria comunque richiede che dall'alto si immettano risorse.

Se quest'anno il settore giovanile ha assorbito spese per 180mila euro, è lecito aspettarsi che non ne assorba meno l'anno prossimo, in pancia alla Polisportiva. Anzi, magari un po' di più, se si volesse continuare il progetto: l'idea e logica conseguenza tratteggiata per il futuro è spostare il rafforzamento (via reclutamento) su Under 14 e Under 15, dopo aver deciso l'anno scorso di rinforzare gli Under 18. Partire dagli Under 18 ha avuto senso, individuando in quella squadra sia il traino per il resto del settore giovanile (squadra di riferimento per i più piccoli, e Bucarelli è preso a modello da seguire), sia il serbatoio della prima squadra che da qui può attingere giocatori già adesso e potrà continuare a farlo per due-tre anni.

In questo l'A2 è un vantaggio perché rispetto a Serie A ed Eurolega il livello "accessibile" della prima squadra permette un collegamento immediato con le giovanili: nel giro di 3-4 anni metà squadra per l'A2 si può fare attingendo a un settore giovanile del genere, se l'obiettivo non è salire. Altro obiettivo sarebbe aggiungere almeno un altro paio di allenatori (e almeno uno professionista) per far crescere i senesi e implementare un gruppo con che va dal full-time di Armellini e Catalani, a Molinaro, Franceschini, Semplice, Cancelli e altri. O Monciatti, il cui sdoppiamento tra prima squadra e giovanili non si sa se sarebbe ancora possibile (non per le regole federali, ma per gli accordi che si prenderanno) ora che in gioco ci saranno due società diverse.

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Ufficializzata dall'inizio della scorsa settimana l'affiliazione di una nuova entità targata Polisportiva, resta da sedersi a un tavolo con la MSB 1871 per definire i dettagli di un rinnovato accordo tra le parti, che già devono discutere anche il rinnovo della convenzione per l'utilizzo del palasport (e dei servizi collegati). Una cosa era già nell'accordo quadro al momento della cessione delle quote: l'esigenza posta dalla Mens Sana Basket 1871 è di avere a proprio nome le squadre Under 20 e Under 18, sul minimo di quattro squadre che per regolamento serve che vengano allestite. Soprattutto l'Under 20 (con Bucarelli e Masciarelli) è la formazione-cerniera con la prima squadra, anche se probabilmente per allestirne una per il campionato Eccellenza (l'anno scorso senza nessuna squadra toscana, per dire) una possibilità è quella di unire le forze con altre realtà non lontane.

Se l'idea è di fare otto squadre e un paio saranno iscritte come MSB 1871, un punto di partenza (matematico) del ragionamento potrà essere che al budget delle giovanili partecipi per un quarto la Mens Sana Basket 1871 e per tre quarti la Polisportiva. Ma questo non si può dire a priori, rientra nella trattativa ancora da imbastire che si snoderà su tanti punti da mettere nero su bianco (ci si dovrebbe incontrare la settimana prossima) tra cui modalità di gestione dei giocatori tra giovanili e prima squadra, utilizzo dell'impianto, abbonamenti per i ragazzi delle giovanili e riduzioni per i genitori, magari politiche comuni per sviluppare un progetto di coinvolgimento del territorio (non c'è bisogno di creare una Basketball Generation per portare avanti le iniziative che già allora erano in carica delle strutture e degli uomini del settore giovanile). Questo tipo di iniziative può aiutare anche a trovare qualche sponsor (come è stato Simply) per alleggerire l'impegno economico e in parte auto-finanziarsi da subito.

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A un'occhiata esterna, le priorità riguardano i tempi e i modi. I tempi: serve che Polisportiva e MSB 1871 trovino tutti gli accordi necessari entro una decina di giorni, perché il tempo limite per poter avere delle certezze su cui operare è inizio giugno. E' entro metà di giugno che si fa gran parte della pianificazione dell'anno futuro, il momento in cui il lavoro sotto traccia di reclutamento e reperimento risorse possa emergere.

E poi i modi: già costretti a ripartire da zero col fallimento 2014, sarebbe delittuoso non proseguire la strada intrapresa l'estate scorsa e che nel giro di una stagione ha già portato frutti tangibili.  Forse la soluzione della società satellite era l'unica per continuare a farlo a un certo livello, non per aspirazioni di grandeur, ma perché sia un investimento che porti a qualcosa. La logica aspirazione è che si continui nello sviluppo, poi altrettanto logicamente bisognerà fare i conti con quanto c'è in tasca. In giro gli investimenti sul settore giovanile sono minori rispetto ad alcuni anni fa, con una spesa molto inferiore ad allora ma con un minimo di intelligenza la Mens Sana può diventare un punto di riferimento, un ruolo che quantomeno a livello regionale è sensato ritagliarsi. E questa stagione ha detto che punto di riferimento, la Mens Sana, in parte è già tornata a esserlo.


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