lunedì 9 maggio 2016

Aver rimontato da 0-2

Il finale non si conosce, si sa solo che il finale non è oggi. Non c'è niente di scontato nel modo in cui la Mens Sana si è messa in condizione adesso di arrivare a giocare per il passaggio del turno. Tanto più riguardando a un paio di giorni fa: da quel -7 a due minuti dalla fine, è un altro mondo ritrovarsi oggi sul 2-2 con Imola (come Trapani, Roseto e Ferentino), reagendo al rischio che fossero le ultime due gare interne stagionali e rispondendo con emozioni all'altezza di un ambiente ancora unico, al di là del numero di cuori (1835) che c'erano ad alimentarlo.

Andare a giocarsi lo spareggio dopo due botte di fiducia del genere, sul piano tecnico ed emotivo, non è di per sé garanzia di niente, ma la premessa ideale perché a Imola la Mens Sana non sia quella sgonfia di gara-1 e 2, che aveva perso per strada la consapevolezza dei propri valori (se non tecnici, quantomeno agonistici, caratteriali, d'identità) espressi durante intera stagione. La premessa ideale perché sia piuttosto una Mens Sana capace invece dell'energia per portarla sui propri binari, tanto più che l'Andrea Costa ha dimostrato qualche cedimento anche dal punto di vista fisico, con lo scorrere della serie.

E poi Imola è sembrata una squadra umana, in cui Maggioli può anche fare 14 punti in 17' con 7/10, Anderson può anche incidere con 19 punti, ma poi ci sta che non sia sempre domenica per Hassan (0/5), De Nicolao (2/11), Amoni (0/3) e Sgorbati (0 in 5'), ci sta di sbagliare 18 triple su 22 dopo aver messo di tutto a tratti durante la serie. Una squadra tenuta a un canestro dal campo e sei punti nei quattro minuti decisivi dello strappo nel quarto periodo, spanna in cui la Mens Sana di punti ne ha fatti 17 in 3', in un quarto periodo in cui sul ritorno imolese a -1 la squadra ha risposto col 29-12 dell'ultimo quarto di un'altra serata che meriterà di essere ricordata.

Per la prima volta durante l'anno la Mens Sana si trovava a dipendere da un risultato che, se negativo, avrebbe chiuso la stagione. Borsato ha avuto un eccellente impatto, Bucarelli sta continuando nel solco della maturità delle ultime uscite, ma soprattutto a mettersi il vestito da supereroi sono stati DiLiegro (20 punti, 15 rimbalzi e 8 falli subiti dopo le tante difficoltà fisiche di inizio serie) e Ranuzzi (alla fine 19 con 4/9 da tre), in un quarto periodo che Ramagli ha deciso di affrontare senza Bryant e Udom.

"Quando si gioca così spesso è importante avere il giusto feeling per capire chi può darti qualcosa in più e chi invece per motivi semplicemente per natura fisica magari non è in grado di dartelo - dice Ramagli -. Era importante cavalcare quei giocatori che avessero non solo la forza fisica ma anche la testa nella partita per farlo. Abbiamo trovato un po' di connessione con un quintetto un po' particolare, cavalcando alcuni giocatori che si vedeva erano ben dentro la gara,  e questo è fondamentale in tempi così ristretti. Adesso con grande senso di godimento, ma anche col sorriso, andiamo a giocarci questa terza palla match della serie".

Essere sempre qui a parlare di basket, invece che già di bilanci (sportivi e non) o di futuro, è la parte più bella.


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