giovedì 7 gennaio 2021

The What-If game: E se Kaukenas fosse stato sano nel 2008?

Ci sono alcune convinzioni che mi accompagnano da sempre, anche se poi alla prova dei fatti vacillano pesantemente. Per esempio: sono sempre stato convinto che La Minaccia Fantasma non è quel film terrificante che fu descritto ai tempi, ma è anche vero che riguardandolo ci sono momenti di puro disagio; oppure, sono l’unico portabandiera del partito “Francesco Nuti come più grande comico toscano”, anche se nella sua filmografia ci sono dei gran brutti momenti.

Apice del cinema fatto da comici toscani

Allo stesso modo ho sempre pensato che la Mens Sana anno 2009/2010 sia la formazione sulla carta più forte mai scesa sul campo del PalaSclavo. Per capirci è quella che come play schierava McIntyre e Zizis e come guardie Domercant e Hawkins, roba che in un mondo corretto dovrebbe essere vietata dalla Convenzione di Ginevra. Forti, fortissimi, ma sbattuti fuori in Europa alle Top16 di Euroleague.

È davanti a questi ragionamenti che solitamente risalgono forti le quotazioni di una Mens Sana tanto forte quanto sfortunata, quella della stagione 2007/2008.

Sigla!

Gli anni '00 sono stati la fogna della musica pop e lo sappiamo tutti

I Coldplay erano appena usciti con il loro ultimo album decente e un rampante Beppe Mussari veniva osannato da tutta Italia per un'astuta manovra finanziaria destinata a portare luce e prosperità in quel di Siena: una fusione tra MPS e Antonveneta. Correva il 2008, l'anno passato alla storia per l'esplosione della bolla immobiliare statunitense, che era destinata di lì a poco a spazzare via tutto quello che ci sembrava sicuro e affidabile. (Se vi serve un ripasso al riguardo qui trovate il video di Margot Robbie in una vasca da bagno che spiega i mutui sub prime in The Big Short).
 
Io per esempio fino ad allora ero sempre stato sicuro che Kaukenas fosse stato elaborato in uno di quei laboratori automizzati in cui gli scienziati circolano coi camici bianchi e bracci robotici assemblano i componenti. Credo fosse quello che pensavamo tutti, ecco perché quel 27 dicembre 2007 rimanemmo tutti così male, perché non credevamo fosse un comune essere umano, che per lui fosse possibile farsi male e non rialzarsi un secondo dopo scrollandosi di dosso la polvere.

Rimas era uno dei fulcri di una squadra ancora giovane: McIntyre, Stonerook, Thornton, Carraretto e lo stesso Rimas erano i più anziani del gruppo ma avevano solo 31 anni ed erano all'apice della loro carriera (forse a esclusione di Thornton che aveva già perso un passo rispetto alla versione del 2004). Stonerook aveva ancora una schiena, McIntyre aveva ancora l'esplosività, Lavrinovic non giocava sul dolore e soprattutto il mondo aveva appena iniziato a capire che razza di glitch fosse e come sarebbe stato destinato a cambiare il gioco tutto in Europa.

Non mentirò, dopo questa cosa ho messo in pausa e ho sentito una fortissima tentazione di piangere al pensiero del me stesso che dava per scontato queste cose senza sapere che di lì a poco sarebbe arrivato Tavernari a mimare il gesto del pentolino dopo i canestri

L'infortunio di Kaukenas insomma arrivò a spezzare l'equilibrio di una squadra che forse non era la più forte di quelle in lizza per la vittoria finale in quell'Euroleague, ma che senza dubbio aveva dei singoli che non sarebbero mai stati più pronti di allora, e con un livello di conoscenza reciproca già affinato dalla vittoria in campionato dell'anno precedente. Era una squadra che in Europa arrivò vicina a tirare col 50% dal campo e che entrò in campo nella semifinale contro il Maccabi con un mostruoso 38.9% da tre punti. Nel 2007, per intenderci, il computo finale dell'annata in Italia fu di 46-2.

L'ingaggio di Diener per coprire l'assenza di Kaukenas fu uno dei più grandi esempi di strapotere economico-politico di allora (andare a prendere di peso il capocannoniere del campionato a stagione solo perché ci va così), ma come tutti tristemente sappiamo Diener non fu mai in grado neanche di replicare come Rimas si allacciava le scarpe, figuriamoci sostituirne l'impatto. In Europa la cosa fu quanto mai evidente e il fatto che Diener ai tempi dominasse in Italia e venisse calpestato anche dai bidelli dei palazzetti in Europa ci avrebbe dovuto far capire già allora che la Serie A italiana era morta da un pezzo.


La partita contro il Maccabi in semifinale fu esemplare per ciò che poteva essere e non è stato: quando le cose iniziavano a girare male (e farsi rimontare diciotto punti a casa mia è girare molto male) era Rimas quello che portava in campo quell'insano geyser emotivo che lo contraddistingueva nei momenti critici, così anomalo per un lituano. Quella capacità di mantenere la calma fino a piazzare la zampata e poi lasciar detonare tutto quello che si teneva dentro, trascinandosi dietro i compagni

"Che intendi per geyser emotivo?"
"Intendo quei momenti in cui un tuo compagno di squadra prima fa un canestro incredibile e poi si mette a prendere a pugni il parquet. Quello intendo"

Alla fine della fiera, più delle polemiche sui fischi (polemiche che hanno sempre saputo più che altro di un volersi lamentare di un peso politico europeo ambito ma mai raggiunto) fu quello che mancò e che decretò la sconfitta contro uno dei Maccabi più abbordabili incrociati dai biancoverdi.


Ma con Kaukenas la Mens Sana avrebbe potuto vincere l'Euroleague quell'anno? Non voglio rispondere a questa domanda, ma lascerò semplicemente qui sotto il roster del CSKA che vinse in quella stagione, lasciando che sia lui a rispondere per me.

Ci siamo intesi, giusto?


 

 

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