domenica 18 febbraio 2018

Biella e la Bestia

Contro Biella all'andata arrivò la prima sconfitta della Mens Sana di Mecacci. Contro Biella al ritorno arriva una vittoria (90-75) che è vita nel momento più difficile della stagione. Un successo che in un momento normale sarebbe stato vissuto con esaltazione anche per il modo in cui è arrivato - la Mens Sana che tutti vorrebbero vedere, oltretutto contro la seconda in classifica, sempre in controllo, e non è il momento di fare i sofisticati sui demeriti di Biella - ma che in questi chiari di luna, ancora in piena zona playout, importa soprattutto perché è una boccata d'ossigeno dopo tre sconfitte di fila e due settimane folli. Vincendo le due partite perse di un punto con Napoli ed Eurobasket la Mens Sana oggi sarebbe ai playoff. Ma le ha perse, quindi siamo a parlare di altro, e di questa diversa realtà bisogna essere consapevoli.
 
IL GIOCATORE
Devin Ebanks. Da leccarsi i baffi. Seppur in ruoli diversi, affrontava la sfida a distanza con Ferguson tra i due migliori marcatori del girone. Ha chiuso con 29 punti, che seguono ai 27 contro Eurobasket, ai 26 con Scafati e ai 23 di qualità a Napoli, con Trapani e ad Agrigento. Alla fine 9/13 da due, niente da tre (0/2) e poco a rimbalzo (4 in tutto). I due recuperi sono massimo stagionale (li aveva fatti con Agrigento a inizio stagione). Ma anche 7 falli subiti (con Casale erano stati 8 all'andata e al ritorno, con Napoli 9 all'andata) e soprattutto un notevolissimo 11/11 ai tiri liberi.
Lunedì nella partita da 27 punti con Eurobasket non era mai andato in lunetta, e non può dipendere solo dalle valutazioni sul metro: in otto delle ultime dodici partite non era mai andato oltre i quattro liberi tirati. Un peccato per un terminale come lui, che viceversa tante volte aveva dimostrato di soffrire le difese più ruvideInvece stavolta - non la prima volta, ma ormai con continuità - non ha fatto passi indietro quando c'era da sporcarsi le mani, da cercare canestri da strappare con le unghie, con temperamento e senza timore di contatti, assorbendoli per esplodere giocate di onnipotenza tecnica, in fiducia dopo essersi acceso con sgroppate di 20 metri in sprazzi di basket a campo aperto, che non c'è bisogno di ricordare quanto gli sia più congeniale. 
 
IL MOMENTO DECISIVO
La partita l'ha spaccata il 16-4 in sei minuti a cavallo del riposo, dal 42-40 al 18' al 58-44 al 24', chiuso da 7 punti in fila di Sandri, dopo che ad aprirlo erano stati Saccaggi e Vildera, a momenti monumentali non solo per il lavoro decisivo (non da soli, con soluzioni di squadra) su Ferguson e Tessitori: il capitano i suoi 11 punti li aveva già segnati a metà partita (con 7 tiri e 3 falli subiti) e nella ripresa ha piazzato 4 dei suoi 5 assist, il pivot ha chiuso (coi crampi) non casualmente col miglior plus/minus di squadra, +21 come Kyzlink (che non sarà perfetto ma ha sempre energia, e a differenza di Turner nei momenti decisivi quando si alza il livello di fisicità magari sbaglia ma certo non sparisce).
Però conoscendo i problemi recenti, il momento decisivo è stato più probabilmente l'ultimo quarto, quando tornata a +7 dopo essere stata a +14 nel terzo periodo, la Mens Sana stavolta invece di farsi riprendere ha avuto la forza per tenere Biella quattro minuti senza canestri dal campo riallungando fino a +13 (break di 7-1) e più in generale a un solo canestro in quasi otto minuti scappando a +19 (break di 16-4). Certo, dare spazio alla panchina continua a significare mettere in conto in quei minuti un rientro dell'avversaria... Borsato -8 di plus/minus, Lestini -7, Simonovic -6, in una partita vinta di 15; ma almeno si è risollevato Casella. L'impegno lo ha sempre messo, e stavolta l'Aradori de noantri ha messo anche qualche canestro, 9 punti e 3 canestri sono il suo top dell'ultimo mese, in un girone (tre mesi e mezzo) aveva fatto meglio solo due volte. Col costrutto che si è detto, ma alla fine i 48 minuti della panchina sono stati utili per far arrivare i titolari (comunque tranne Sandri tutti sopra i 30 minuti) con un'energia stavolta buona per il finale.

LA STATISTICA
Per la prima volta in stagione la Mens Sana ha vinto una partita in cui ha tirato sotto il 37% da tre punti. Ha fatto il 35%, 6/17. E se sembra un'inezia, sì lo è, ma il 35% (comunque il top in una sconfitta) non era stato sufficiente per vincere lunedì a Roma segnando 11 triple, così come il 33% non era stato sufficiente contro Scafati. E se insomma sotto quella quota non ci era mai riuscita, non sarà un caso. E mai aveva vinto una partita in cui aveva segnato solo 6 triple. Perché a lungo questa squadra ha vinto solo segnando un canestro in più degli altri. Non che ora sia diventata una corazzata: se il campionato finisse oggi sarebbe ai playout. Ma che ha cambiato pelle lo dice il fatto che se all'andata aveva subito almeno 80 punti in 8 delle 10 partite della gestione Mecacci, al ritorno in 7 partite è andata oltre quota 77 solo con Scafati seconda.
Lo dimostra il fatto che Biella era il secondo attacco del campionato, a 80.3 punti di media, e si è ritrovata con Ferguson tenuto a 5/17 e Bowers a 3/12 (certo al prezzo di un'aggressività sulla palla che è costata canestri facili sul lato debole e posizioni non ideali a rimbalzo contro la migliore squadra sotto i tabelloni del campionato: ma ne è valsa la pena). Lo dimostra il fatto che della mancanza di triple non ci si è accorti per il combinato disposto tra il 63% da due e il 24/28 ai liberi, con 23 falli subiti (7 Ebanks, 4 Saccaggi e Kyzlink: meglio, di squadra, si è fatto solo due volte in stagione). Dati sinonimo di un attacco ad alte percentuali figlio (come con Trapani) in buona parte anche di quel gioco in campo aperto, o comunque di quella capacità di aggredire gli spazi, che nasce dalla difesa. O almeno dall'energia. E spendendo così tanto, non necessariamente secondo la propria indole, capita - come è capitato - di arrivare ai finali poco lucidi.
   
LA CHIAVE
La squadra si è compattata. In verità tra i vari limiti contestati a questo gruppo non c'era la compattezza. Ma, oltre a non essere garanzia sul finale di stagione, non era banale che fosse così dopo che a una settimana disastrosa in campo e inquieta fuori ne era seguita una sull'orlo del baratro e della crisi di nervi (a tratti anche oltre). Una settimana vissuta sulle tensioni economiche delle scadenze da onorare, per il ripianamento e per le spese correnti. Vissuta sulle tensioni di fronte all'opinione pubblica, nonostante il ruolo da parafulmine che ha provato a prendersi Bertoletti, con esiti contraddittori. Tensioni che si fa sempre più fatica a gestire, col pericolo sempre presente degli eccessi dell'interventismo nella gestione sportiva nel momento in cui serve tenere la barra dritta su qualcosa in cui si crede.
Ma, tra un pranzo clandestino in via Fiorentina e l'ennesima idea sfumata sul mercato, l'incontro con la squadra voluto dalla società, alla presenza anche del presidente Massimo Macchi, ha avuto il risultato di compattare il gruppo. Compattarlo anche nella consapevolezza, o almeno così è stata percepita dai giocatori, che ormai a questo punto difficilmente arriverà qualcuno dal mercato nella decina di giorni restanti. Responsabilizzando così questo gruppo. Che alla prima occasione un segnale l'ha dato. La strada è lunga.

LA DICHIARAZIONE
Matteo Mecacci, coach Mens Sana: "Questa è la stessa squadra che aveva vinto due partite di fila e poi ne ha perse tre di fila, che ha saputo rialzarsi. Abbiamo giocato una partita di grande energia contro la squadra più energica del campionato: è la squadra migliore per rimbalzi offensivi, eppure nel dato complessivo dei rimbalzi la battaglia l'abbiamo vinta noi. Siamo stati bravi a non calare mai né di concentrazione né di ritmo in attacco, che era stato il problema delle ultime tre partite. Questa squadra è la settima partita consecutiva che difende: 74.1 punti subiti di media nel girone di ritorno, erano 81.3 alla fine dell'andata. Poi per battere una squadra come Biella serviva una buona prova in attacco: farla senza abusare del tiro da tre punti, guadagnandoci 28 tiri liberi, attaccando Biella per 40 minuti nei suoi punti deboli, è una prova di grande maturità da parte della squadra. L'abbiamo vinta non solo di nervi ma anche con momenti di buona pallacanestro che hanno dimostrato che siamo ancora vivi. Il nostro obiettivo è la salvezza: fossimo rimasti una squadra da 90 punti subiti di media sarei stato preoccupato; lo sono ancora, ma adesso la squadra c'è. Chi non era uno stopper continua a non esserlo, ma non è neanche più il telepass di inizio anno".

LE ALTRE
Il successo di tutte le altre squadre a più immediato rischio playout (ma ora il novero si allarga) aveva messo spalle al muro la Mens Sana. Anzi, avrebbe. Nello scontro diretto tra le ultime due, la Virtus Roma (14 punti) ha vinto di 25 con Napoli (6) ormai retrocessa. Poco più in alto, successo di Treviglio (18, come la Mens Sana) in quello che con Cagliari (20) era diventato ormai uno scontro diretto, ma soprattutto ad allarmare era stato il successo in anticipo di Eurobasket (20) alla terza vittoria di fila, quattro in cinque partite, capace di andare a vincere a Latina (20) e raggiungerla in classifica. Molto pesanti, per non restare invischiati in questo pantano playout, le vittorie di Agrigento (22) su Scafati (28) seconda e di Rieti (22) in casa di Tortona (26) quarta. I successi di Trapani (24) e Reggio Calabria (24) su Casale e Legnano (26) completano il quadro di una giornata incredibile in cui hanno perso tutte le prime cinque squadre in classifica e, a parte Napoli, hanno vinto quasi tutte quelle in coda. E sabato sera la Mens Sana va a Cagliari, reduce da tre sconfitte in quattro partite e settima nelle ultime dieci. Ma Treviglio va a Napoli.


   
   
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