lunedì 26 febbraio 2018

Saldi di fine stagione

Era inizio luglio quando il mix di austerità nel budget, tempi sbagliati e livello dei giocatori scelti oggettivamente mortificante (riscontrabile anche oggi) avevano spinto a definire il mercato dell'estate 2017 come il più modesto della storia recente della Mens Sana. Poi il raddoppio o quasi del budget dopo l'insediamento della nuova presidenza ha cambiato le valutazioni quantomeno sull'impegno profuso (chiudendo l'estate col primo budget del girone), al di là del verdetto del campo sul roster allestito.

Fast forward, eccoci alla chiusura del mercato di riparazione. O meglio: al 28 febbraio è fissata la chiusura dei trasferimenti tra squadre di Serie A2 (il 95% del mercato...), poi c'è tempo fino al 31 marzo per ingaggiare giocatori provenienti dalla Serie A e fino alla fine della regular season dall'estero. E a oggi un banale confronto col resto del mondo dice che ogni altra squadra nella stessa condizione di classifica della Mens Sana, in lotta per la salvezza o per evitare i playout, sul mercato ha fatto di più e meglio.
 
Per convenzione, ha senso guardare alle squadre coinvolte in questa lotta non tanto oggi, che il mercato è praticamente chiuso e i giochi sono fatti, ma alla fine del girone di andata, due mesi fa, quando c'era il tempo per realizzare il tipo di campionato che si stava facendo e porre in atto delle contromisure, cercando i giocatori giusti. Partiamo dal fondo. Napoli ha provato da subito a cambiare qualcosa: via Vucic dopo cinque partite giocate, dentro Basabe che ne è durato altre dieci, poi insieme a Carter e a Sorrentino è saltato anche lui, con la scelta di provare a cambiare assetto con la coppia di guardie americana Jermaine Thomas-Elston Turner. Ha funzionato abbastanza da vincere con la Mens Sana ma non abbastanza da andare oltre le dieci sconfitte nelle ultime undici partite.

Al penultimo posto c'era il tris Treviglio, Eurobasket e Virtus Roma. Anche Treviglio, forse più di tutti, ha deciso di cambiare assetto: nel corso della stagione ha rinunciato a Carnovali, a Cesana e al miglior realizzatore Douvier, per strutturarsi diversamente con Planezio, Dincic e Tony Easley: ha vinto 5 delle ultime 8 partite, dopo averne perse 10 delle prime 14. Ha funzionato meno per la Virtus Roma che, perso Benetti per infortunio, ha fatto arrivare due giocatori: Demian Filloy e poi Davide Parente. Non abbastanza per evitare sei sconfitte nelle ultime otto partite: nelle ultime quattro, ha vinto solo con Napoli. Si è smossa invece Eurobasket (6 vittorie nelle ultime 9 partite, ne aveva perse 10 delle prime 14), che però è quella che ha cambiato più di tutti, per quantità e un po' per idee: messo presto fuori squadra Matteo Frassineti, ha ceduto il pivot titolare Mitchell Poletti, scambiandolo con l'ala Simone Pierich, prendendo poi sul perimetro anche il citato Cesana e Marco Venuto.

Se la Mens Sana ha chiuso l'andata a +2 dalla zona playout, a +4 c'erano Latina, Rieti e Reggio Calabria. I reggini rivelazione hanno aggiunto fisicità, con l'uscita del play Passera e l'arrivo dell'esterno Carnovali, e oggi sull'onda di otto vittorie in dieci partite (cinque di fila) non sanno neanche più cosa sia la lotta salvezza: sesti, a -2 dal terzo posto... Rieti il suo movimento l'ha fatto presto, rinunciando a uno straniero improduttivo come Davenport per prenderne uno molto più incisivo come Olasewere, a cui si è aggiunta più di recente l'uscita di Hassan per far spazio a La Torre. E il miglioramento di straniero è quello che è avvenuto presto anche a Latina: addio Drungilas, già a novembre è arrivato Josh Hairston. E ora l'uscita di Laganà e l'arrivo di Ranuzzi cambiano in parte l'assetto. Se Agrigento (infortunato Rotondo, preso Zilli) e Cagliari (ferma, edit: anzi no, aggiornamento, ha preso Donnie McGrath!) si sono mosse diversamente, è perché le difficoltà sono recenti: a fine andata erano in zona playoff e a +6 dai playout.

Paragoni con l'altro girone si fanno male, perché il distacco tra le ultime tre e il resto del campionato è sempre stato abbastanza consistente (oggi 10 punti, a fine andata erano 6) da non mandare in panico chi stava davanti. Comunque Jesi ha preso Luca Fontecchio e Marques Green al posto di Quarisa e Ken Brown, Piacenza ha preso Ryan Amoroso e Marco Passera al posto di Fontecchio e Valerio Costa. E tra le tre di coda Roseto ha cambiato americano (Carlino per Combs), Bergamo ha piazzato un paio di colpi con Hollis e Laganà al posto di Bergsted e Mascherpa e Orzinuovi ha cambiato in maniera consistente giocatori e assetto (infortunato Valenti, via Olasewere e Toure, dentro Raffa, Strautins e Iannilli; edit: c'è anche Adam Smith al posto di Sollazzo).

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In sintesi, c'è chi ha cambiato giocatore per giocatore migliorandosi (Rieti e di là Jesi, Piacenza, Roseto, Bergamo), chi ha aggiunto più giocatori di quanti ne ha tolti (Virtus Roma, in parte Eurobasket), c'è chi ha cambiato assetto (Treviglio, Napoli, di nuovo Eurobasket, Latina, Reggio Calabria, di là Orzinuovi), chi non ha perso tempo e - una volta capito di dover intervenire - ha cambiato presto (ancora Rieti e Latina). Ognuna delle avversarie della Mens Sana oggi è sicuramente più forte che a inizio stagione.

La Mens Sana invece non ha fatto nulla di tutto questo. O meglio, lo scambio Kyzlink-Turner ha migliorato la squadra (come ampiamente documentato, e da allora la Mens Sana è 4-3) per funzionalità, ma non certo per caratura tecnica o impegno economico: euro più euro meno, Kyzlink è costato più o meno quanto la Mens Sana ha risparmiato transando con Turner invece di pagarlo fino in fondo. Non un cambio in cui si sono messi dei soldi, per capirsi, e si aggiunga che la rinuncia a stagione in corso di Masciarelli aveva fatto risparmiare un'altra decina di migliaia di euro.

Un po' tutti avevano inteso il cambio Kyzlink-Turner come l'inizio di un'idea diversa, il primo pezzo di un altro ragionamento: fuori il giocatore più esoso, dentro due giocatori di minor talento ma più funzionali, una guardia e un pivot. Mossa che avrebbe messo la Mens Sana forse tra le squadre che avevano aggiunto un giocatore più di quanti ne avevano tolti (anche se magari sarebbe partito un lungo, con ulteriore risparmio), forse tra le squadre che avevano deciso di mettere sul piatto dei soldi in più pur di raddrizzare la stagione (l'interesse emerso per Amoroso andava in questa direzione) e sicuramente sarebbe stata tra le squadre che aveva risposto alle difficoltà della stagione cambiando assetto grazie al mercato. E invece no, perché il pivot è mancato.

E sulla rapidità a muoversi? Turner è stato cambiato almeno un mese/un mese e mezzo dopo essere stato messo in discussione. E la mancanza di un pivot era emersa perfino prima, e ancora manca la risposta. Quindi no, la Mens Sana di certo non è neanche intervenuta presto. E quando anche pareva aver deciso di farlo, ha perso giocatori anche per tempi di trattativa diversi dalle altre. In una stagione in cui si è ammesso di aver sbagliato a fare la squadra e in cui sono intervenuti l'infortunio di Borsato, quello di Simonovic, la possibile uscita di Lestini, l'unica operazione della Mens Sana è arrivata tardi e solo parziale rispetto a quello che serve.

Dice: ma i giocatori non ci sono, che si fa? si inventano? E' vero, i giocatori non ci sono. Soprattutto ora: quando si rifiuta un tiro, poi è quasi impossibile che se ne riesca a prendere uno migliore. I giocatori non ci sono, ma la carrellata delle avversarie dimostra che le avversarie li hanno trovati. I giocatori non ci sono ma sì, se non ci sono si possono anche inventare. Lo ha fatto anche la Mens Sana con Kyzlink: non era in overbooking in roster affollati, era fermo per infortunio. Inventato dal niente. Bravi. Non sempre la manna cade dal cielo. La necessità aguzza l'ingegno (luoghi comuni ne abbiamo). E allora forse è un problema se i giocatori non ci sono, ma c'è anche tutto quello di cui si è parlato prima.
   
Quindi mancano le capacità di intervenire sul mercato? Manca la voglia di intervenire sul mercato? Mancano le risorse per intervenire sul mercato? Delle tre almeno una. E ha senso chiederselo tanto più in una congiuntura di scadenze che ha messo insieme il ripianamento delle perdite da parte dei soci e una serie di obblighi da saldare nei confronti di fornitori, padroni di casa, stipendiati in campo e fuori, della prima squadra, delle giovanili e della società. Una congiuntura peraltro ancora aperta. Dal modo in cui si riuscirà ad attraversarla si capirà molto dell'effettiva solidità societaria della Mens Sana. D'altra parte da queste parti febbraio da anni non è più un mese tranquillo. Le due ultime vittorie aiutano semplicemente a parlarne con più serenità.


        
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