martedì 26 luglio 2016

La Mens Sana che verrà

Con l'ufficializzazione nelle prossime ore dell'ala forte da quintetto, un lungo esperto reduce da stagioni in calo da decifrare, con un contributo soprattutto quantitativo da decifrare, ma con mano innegabile (anche un paio di stagioni in A oltre il 40% da tre) e indubbia comprensione del gioco da play aggiunto, la Mens Sana ha chiuso la parte italiana roster.

Fissando a tempo di record otto tasselli su dieci nel giro di una settimana da quando è arrivato il via libera all'operatività (e materializzando nel frattempo anche il precampionato, che sarà annunciato nei prossimi giorni), adesso restano "solo" gli americani. Abbastanza per capire che idea c'è dietro la squadra per come è stata costruita, e come dovrà essere in campo.

A fronte della chimica naturale tra portatori di palla incursori e da ritmi alti con i tiratori che si divideranno i ruoli di ala, si delineano anche le caratteristiche che dovranno avere gli stranieri, le prime opzioni offensive dichiarate della squadra, su cui è stata riservata una fetta di budget non distante dal 35% dell'intero roster. Le caratteristiche effettive del centro le dirà il mercato, ma a fronte di un reparto lunghi che non offre grande varietà, con chi esce dalla panchina che deve ancora dimostrare tutto il proprio valore, l'ideale nelle idee della Mens Sana sarebbe un lungo che la varietà la porta da solo: né necessariamente solo atletico né necessariamente solo di post basso, quanto piuttosto un giocatore con un bagaglio in grado di portare più caratteristiche e aspetti del gioco, compatibilmente con quello che può arrivare in A2 e con queste disponibilità.


Più facile, e in un mercato forse con maggiori disponibilità, delineare quello che si cerca nella guardia. Se proprio non sarà una guardia pura, allora almeno fisicamente più vicino all'ala piccola che al play. Di certo il giocatore a cui sarà richiesto di essere la guida offensiva della squadra, il punto di riferimento, in termini di produzione di punti ma anche di iniziative, capace di creare dal palleggio non solo per sé ma anche per i compagni. Ovvero l'uomo per cui saranno previsti momenti di assolo in un contesto che di regola per il resto - in assenza di super talenti - si propone di essere di grande organizzazione, soprattutto in termini di capacità di fare bene nei dettagli, tecnici e di letture, dedicando a questo buona parte del lavoro individuale e in palestra.

***

Organizzazione significa anche immaginarsi una squadra dedita alla forte pressione difensiva, per far valere un certo atletismo a partire dagli esterni, per dare una certa impronta alle partite e mascherare con l'intensità limiti tecnici che sicuramente ci sono. Così come c'è, evidente, una marcata differenza di livello garantito - oltre che banalmente di esperienza, e di età - tra i giocatori del quintetto e quelli della panchina. La gestione in partita di questa differenza sarà uno dei temi della stagione.

I regolamenti richiedono un minimo di due giocatori del 1996 e uno del 1995. La Mens Sana ne ha tre nati entro il 1996 (e sono quelli che concorrono al conteggio dei minutaggi per i premi di utilizzo), più altri due del 1995. Tra di loro, che Bucarelli possa dare minuti dalla panchina è una certezza. Che Cappelletti possa dare minuti dalla panchina è un'aspettativa motivata dai fatti. Che Vildera possa dare minuti dalla panchina è un obiettivo programmatico, oltre che una necessità.

Comunque evidente è apparsa nella costruzione della squadra l'intenzione di puntare gran parte delle risorse a disposizione sui cinque titolari, strutturando le seconde linee non sulla base del rendimento nell'immediato ma di un margine di crescita futuro. Non sfuggirà che in panchina, ai due giocatori di proprietà, Bucarelli e Masciarelli, la Mens Sana ha aggiunto giocatori che hanno il contratto o al massimo l'opzione per restare almeno due anni.

Investimenti, decisioni con un orizzonte che non termina a fine stagione. Mosse coerenti con la scelta in panchina di un allenatore come Giulio Griccioli, che ha prerogative diverse rispetto ad altre strade che si potevano prendere scegliendo coach da una stagione e via, di passaggio. Il lavoro sui cinque ragazzi della panchina servirà anche a dimostrare coi fatti che è partito un progetto, una vetrina per far vedere come si lavora a Siena.


ps: continua questa cosa strana per cui le prime parole dei nuovi acquisti non si vedono attraverso i canali ufficiali di comunicazione della Mens Sana ma dal profilo Facebook dell'Associazione. Che non è la società, a ben vedere neanche il socio di maggioranza (ma un socio al 20%), come se ai tempi della vecchia Mens Sana David Andersen dopo la firma avesse parlato dal profilo Facebook della Fises. Non cambia niente, non dà noia a nessuno, vedere in faccia e sentir parlare i nuovi acquisti è un'iniziativa che fa sempre piacere a tutti. Ma la chiarezza dei ruoli è una cosa un po' diversa, a partire dalle piccole cose.

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