martedì 5 luglio 2016

Il lavoro da fare

C'è una certa comprensibile insofferenza attorno alla Mens Sana e ai tempi tecnici di cui sembra aver bisogno per mettersi in moto, dalla costruzione della nuova squadra (non l'unico interesse dei tifosi, ma probabilmente il più immediato) a tutto il resto.

In realtà non c'è oggi motivo di prendersela più di quanto ci fosse nei giorni scorsi, da quando ormai un paio di settimane fa è stato chiarito che non ci si potevano aspettare movimenti formali prima del 7-8 luglio. C'era l'auspicio che intanto per alcuni aspetti (budget, allenatore, primi sondaggi per la squadra) ci si potesse comunque cominciare a muovere a livello informale, ma ciò non toglie che l'apparente inattività (almeno verso l'esterno) era stata ampiamente annunciata, e ha poco senso agitarsi ora che il via libera si avvicina.

O meglio: in realtà si allontana leggermente, col nuovo cda della MSB 1871 chiamato a entrare in carica non più venerdì 8 (quando invece per esempio ci sarà l'assemblea dell'Associazione) ma piuttosto - secondo quanto stabilito - lunedì 11. Dopo aver aspettato così a lungo, non sono tre giorni che cambiano la storia. Basta che non si navighi a vista e che ci sia la consapevolezza, da parte di tutti, di quello che è il lavoro da fare.

Il lavoro ineludibile riguarda l'attività principale di una società di basket: il basket. La scelta, o quantomeno la formalizzazione della scelta, dell'allenatore: nei giorni scorsi risultava che non fossero ancora partite offerte. Ancora prima, in teoria, la scelta del budget a disposizione. Viene facile fare un parallelo coi tempi lunghi con cui si è trovata a fare mercato in ritardo l'anno scorso Roma, anche per alcuni nomi di giocatori che sono venuti fuori in queste ore (ed effettivamente sondati per vie non ufficiali). Ma Roma aveva un budget, per quanto non stratosferico, di certo superiore a quello che nelle peggiore ipotesi potrebbe avere la nuova Mens Sana.

***

E' filtrato l'obiettivo di avere un budget non inferiore rispetto all'anno scorso. L'anno scorso la Mens Sana ha speso per i giocatori 230mila euro. Ma per nove decimi della squadra. Il giocatore più importante, e più pagato, lo pagava Dpi. Il costo dell'intero roster era 300mila euro. Avere al posto di Roberts un giocatore da 35-40mila dollari come Bryant, oltre a sforare comunque il budget, avrebbe dato vita a una stagione con infinitamente più incertezze, alti e bassi, mal di pancia, rischi, problemi, perché al di là del giudizio sul suo rendimento individuale Roberts è stato un punto fermo come neanche il più fenomenale degli esordienti potrebbe essere, per le incognite che si porta dietro.

Avere il budget dell'anno scorso significa 300mila per la squadra? Magari. O 230mila? O 200mila, se il budget complessivo per la stagione fosse di 800-900mila euro? O comunque disporre di risorse del livello di Rieti o di Legnano, per capirsi. Avere 250mila euro o 200mila è una differenza notevole. Non solo perché è il 20% in meno, e basterebbe questo a rendere l'idea, ma perché sotto un certo livello i costi non sono abbattibili.

(Ipotesi di scuola: Una squadra da 200mila euro. Disponibilità con cui difficilmente si potrebbe prescindere da una costruzione con quattro Under. Che di per sé non è un dramma, lo è il fatto che non basterebbe comunque per avere risorse interessanti da spendere sul resto del roster: posto che almeno uno degli Under costerà 10mila euro, ne resterebbero 190mila per sei giocatori. Che vuol dire poco più di 30mila euro ciascuno. Al di là del fatto che lunghi titolari a quel prezzo non esistono, nella squadra tutt'altro che faraonica dell'anno scorso la Mens Sana aveva già sei giocatori che costavano di più)

E' evidente che poi si fa con quello che c'è - possibilmente con unanime consapevolezza sulle aspettative - ma a chi ha messo le mani sul budget è stato evidente che i costi sono non più comprimibili e l'unica via è aumentare i ricavi. Che è stata una bella scossa per tornare a rianimare il lavoro di reperimento risorse, sia in termini di adesioni al Consorzio che di stretta sulle possibilità di sponsorizzazione, perché questo mese di luglio non passi senza risultati.

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E poi quest'anno, con una struttura societaria non più ridotta a pochi volenterosi che devono cantare e portare la croce, ma con almeno un paio di strutture rilevanti alle spalle quali il Consorzio e l'Associazione, servirà anche un lavoro diverso nel periodo che andrà quantomeno dalla costruzione della squadra all'inizio della stagione. Il periodo in cui far scattare e scatenare quel coinvolgimento e quell'entusiasmo forse oggi raffreddato anche dalle dilazioni evidentemente necessarie di questi giorni. Un coinvolgimento per riprendere i discorsi fatti mille volte sulla necessità di rinforzare il famoso zoccolo duro di 1500 malati di Mens Sana, che un anno prima erano 2000, e che al momento di mettere i soldi nell'Associazione hanno risposto in poco più di 500.

C'è da fare la squadra, con la consapevolezza di quanto le risorse cambieranno gli scenari. C'è da fare tutto quello che c'è intorno alla squadra, con la consapevolezza che è vitale fare un bel lavoro. Saperlo, invece di vivere alla giornata, e avere le idee chiare su quello che c'è da fare per quando finalmente si sarà operativi, è l'unico modo per arginare il dato di fatto che si partirà con un ritardo non insanabile ma oggettivo.

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