sabato 22 aprile 2017

Buona fine e buon principio

Di fare un bilancio della stagione della Mens Sana, per il quale in verità ci sono tutti gli elementi già da qualche settimana, ci sarà tempo nei prossimi giorni. Dell'ultima giornata di campionato, al di là del gusto di ricordare gli otto scudetti proprio davanti alla Virtus Roma, certo ha fatto onore la capacità di chiudere la stagione al meglio con una vittoria contro un'avversaria sentita. Ma più che per quello che ha detto il campo, la giornata sarà ricordata come la prima da quando la Mens Sana è in A2 con lo sponsor sulla maglia. La prima volta 678 giorni dopo la finale-bis di Serie B a Forlì con Agropoli. L'inizio di una nuova era.

La Mens Sana ha provato la sensazione di Juve, Milan e Inter che all'ultima di campionato presentano la maglia per la stagione successiva. Così è stato almeno con lo sponsor, Soundreef, che ci sarà in futuro, ma che ha contribuito già per la stagione in corso: alla Mens Sana arriva già per il 2016/17 (termina il 30 giugno) un appannaggio pari alla metà di quello concordato su base stagionale. Importante dunque per i conti, ma del loro stato, e di quale sarà il loro stato a conclusione dell'esercizio, ci sarà modo di riparlare. Importante Soundreef, è evidente, non solo per l'entusiasmo restituito all'ambiente, sin dal Giorno dell'Orgoglio Mensanino di martedì (annuncio Soundreef e decisione Coni sulle revoche) e al di là della riuscita dell'evento-presentazione di venerdì all'Università dal tifoso-Rettore Francesco Frati, col sindaco simpaticamente apparso all'ultimo minuto e con assenze tra le fila "paradirigenziali" mensanine che sono state notate (ma per cause di forza maggiore: nessun caso).

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Importante, tornando a Soundreef, non solo perché qualcuno ha avuto la forza, la visione e anche l'onestà intellettuale di tornare a guardare il nome di Siena come una risorsa e non più per i legami a una parte di storia di cui Siena stessa è stata vittima. Ma anche per la portata dell'azienda che si avvicina alla Mens Sana. Davide D'Atri, che di Soundreef è amministratore delegato e fondatore, dunque la voce, ha saputo usare le parole giuste per creare il feeling con la città, evocandone il potenziale a livello di immagine e l'assonanza con l'azienda in termini di dna. E' però evidente a tutti che in questo momento Soundreef si rivolge per la sua attività a palcoscenici con una risonanza maggiore di quelli in cui naviga a oggi la Mens Sana.

Certo, ragionando in prospettiva ha senso eccome investire su Siena, per tutti i discorsi fatti, ma a oggi è evidente quale sia la visibilità del basket, del basket di A2, del basket di A2 a questo livello. Poi la visibilità è legata anche a quello che si sa creare attorno, e questa partnership significa lavorare con qualcuno che lo fa di mestiere. Il rapporto di forze attuale sicuramente è un buon affare per la Mens Sana. Ma spinge a guardare oltre. Perché è un buon affare anche per Soundreef, che da questo accordo ha tratto contatti per nuove occasioni di business (il ritorno delle sponsorizzazioni non è solo la visibilità...), e altri contatti ancora si apriranno entrando in questo mondo. E soprattutto il matrimonio Mens Sana-Soundreef è l'ultimo pezzo di un affare ancora più grande.

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L'accordo di sponsorizzazione la Mens Sana non l'ha sottoscritto direttamente con Soundreef ma con Mediabridge, un'azienda che organizza eventi, un'intermediaria pubblicitaria che si occupa di alcuni marchi, e tra questi (tra cui Soundreef) avrebbe scelto quello da veicolare sulle maglie della Mens Sana. Non solo il main sponsor, in futuro auspicabilmente anche alcuni secondari. L'accordo quadro con Mediabridge c'è dal 20 febbraio: per questo c'era qualcosa nell'aria già dalle partite con Legnano, Rieti, Agropoli.

Da quel punto in poi tutte le ansie assolutamente legittime e sacrosante all'esterno sulla mancanza di uno sponsor sono state vissute diversamente da chi all'interno era a conoscenza della situazione: c'era già la garanzia che qualcuno quella copertura economica l'avrebbe data, la preoccupazione della Mens Sana non era più con quale marchio, ma che arrivasse il bonifico. Se teoricamente non ci fossero stati marchi, quelle risorse da contratto sarebbero arrivate comunque: come già per questo 2016/17, quando da Soundreef arriveranno circa cinque sesti dell'appannaggio totale, e il resto in assenza di altro arriverà da quest'azienda che si è impegnata con la Mens Sana.

L'accordo sottoscritto ha durata biennale, con opzione per il terzo anno. Ma si parla di due anni solari, quindi avendo firmato a febbraio scadrà a febbraio, ma pare ci sia già l'accordo per chiudere la stagione 2018/19: comunque da qui ad allora ne deve passare di acqua sotto i ponti. L'ammontare annuale dell'accordo è una cifra per capirsi che avrebbe coperto circa un quinto, auspicabilmente un po' di più, del budget stagionale di quest'anno della Mens Sana. Sempre per capirsi, è una cifra per la categoria inferiore a livello di sponsorizzazione solo a Tezenis e Segafredo, dove guarda caso lo sponsor è proprietario di Verona e Virtus Bologna.

Solo per dire che: se Soundreef è la cosa migliore dal punto di vista societario per la Mens Sana da un po' di tempo a questa parte, sono in arrivo pezzi di futuro ancora più consistenti, quando sarà matura (magari a maggio) la definizione del passaggio di alcune quote, non a Soundreef o Mediabridge ma a nuovi soggetti, evidentemente legati da un filo a queste due aziende, presenti alle partite e (a saper leggere i nomi sulle sedie) anche alla presentazione dello sponsor di venerdì.

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Infine una chiosa sul Consorzio, perché forse c'è un dato che dalla presentazione di venerdì non è emerso: lo sponsor lo ha portato il Consorzio. Non il cda della MSB 1871. Non i professionisti al lavoro per la MSB 1871. Il consorziato Luca Gentili ha aperto questa strada con un contatto a inizio gennaio e ha avuto da parte del cda del Consorzio mandato pieno ad agire e a chiudere, conducendo la trattativa forte anche di altri contatti senesi, e poi chiudendola col supporto dell'altro consorziato Marco Turillazzi. Sostituiamo ai nomi delle X e delle Y per astrarre e tirare le conclusioni.

E' evidente che il Consorzio abbia problemi di comunicazione esterna (imperdonabili per un socio di maggioranza) e interna (imperdonabili per quando richiesto), problemi di iscrizione dei soci nelle visure camerali, problemi di organizzazione, anche di direttiva rispetto anche alle cariche attuali, soprattutto di reciproca auto-soddisfazione per i consorziati che hanno deciso di crederci, non avendo ancora creato il circolo virtuoso di eventi, contatti e occasioni di business che possa attrarre anche nuovi soggetti. Far decollare le proprie attività, E SOPRATTUTTO LE ADESIONI, è una cosa molto diversa. E i primi a pagarlo evidentemente sono i consorziati stessi.

Ma nei confronti della Mens Sana è lo stesso Consorzio che ha partecipato per più di 110mila euro al ripianamento dell'esercizio 2015/16 quando ancora il Consorzio neanche esisteva, e chiuderà l'anno avendo contribuito per 410mila euro (circa un terzo) al budget della Mens Sana Basket 1871, cioè quasi il 20% in più di quanto era stato messo a budget in estate, pur non essendo il numero degli associati aumentato, anzi. E dal Consorzio, non da altri come detto, arriva adesso questa nuova prospettiva per il futuro della Mens Sana, che altrimenti a febbraio sarebbe chiusa. Certo, è il proprietario. Certo, restando sui ragionamenti per astrazione, aziende e imprenditori fanno per definizione i propri interessi. Ma forse questa parte della storia su come i vari attori hanno lavorato negli ultimi mesi merita di essere in parte riscritta, sulla base di tutto questo.


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