giovedì 6 luglio 2017

Come sarà la nuova Mens Sana con Casella e Lestini

Con la firma nel giro di pochi giorni dei tre italiani da quintetto - la conferma in regia di Lorenzo Saccaggi e gli arrivi di Andrea Casella e Federico Lestini nei due ruoli di ala - si è composto il mosaico che dà un volto definito alla Mens Sana 2017/18. Restano da definire gli americani, che sono mezza squadra ma come d'abitudine dovrebbero avere un volto solo ad agosto, e un ultimo nodo in panchina per il ruolo di ottavo uomo. Ma già ci sono abbastanza elementi per farsi un'idea non solo degli americani che servono, ma anche in generale della Mens Sana che sarà.

Ci si è arrivati dopo aver valutato anche le possibilità di prendere in altri ruoli sia l'esterno che il lungo americano, ma l'approdo è una struttura di squadra identica all'anno scorso per cui, in attesa di sapere chi saranno i nuovi Harrell e Myers, di fatto ci si ritrova con Saccaggi al posto di Saccaggi, per lo stesso ingaggio, con Lestini "4" titolare al posto di Flamini, con un piccolo risparmio, e con Casella ala piccola da quintetto al posto di Tavernari andato a Sassari, con un risparmio più consistente.
 
Si sapeva che partire così tardi a fare la squadra (un po' prima dell'anno scorso, ma anche le altre si sono mosse prima) avrebbe significato pur con un budget paragonabile a quello di un anno fa fare un mercato di rimessa: non è un giudizio di merito nei confronti di nessuno dei nuovi giocatori, ma la storia di questi giorni e settimane in cui la mancata operatività societaria ha visto sfumare ogni giorno che passava le prime scelte sulla lista. Sulla carta, negli italiani, non è una Mens Sana più forte dell'anno scorso, e infatti nei tre italiani da quintetto costa meno. Ma ci sono gli spiragli perché lo sia sul campo (e non solo perché basterebbe forse un rapporto più equilibrato con la sorte e l'infermeria).

La conferma di Saccaggi porta con sé le considerazioni sugli scenari tecnici prevedibili nell'avere un giocatore di provata affidabilità e che l'anno scorso ha tirato la carretta onorevolmente, ma il cui relativo talento in un ruolo chiave ha esposto alle scelte speculative delle difese nei suoi confronti. Eppure all'inizio della scorsa stagione si è visto come il panorama sia totalmente diverso potendo dividere in parti meglio proporzionate minuti, responsabilità, fatiche e capacità di tenere impegnate e in allarme le difese, auspicando che questo possa tornare a succedere prima possibile (ma di novembre-dicembre sarebbe sbagliato aspettarselo) con il recupero di Alessandro Cappelletti.

Casella, 27 anni da compiere, che ritroverà Cappelletti e Vildera dai tempi della Omegna di Magro di due anni fa (retrocessa), è un giocatore in grado di giocare due ruoli, guardia e ala. Non è uno specialista del tiro come (sarebbe dovuto essere) Tavernari, con picchi inferiori ma comunque fa canestro: uomo da possibile doppia cifra di media, come a Omegna appunto e due anni prima a Veroli.

Rispetto a Tavernari è un giocatore di un livello diverso ma si spera più funzionale: nel passaggio tra i due si guadagna in difesa quello che invece si perde da Flamini a Lestini nel ruolo di secondo lungo.
La Mens Sana ha provato a tenere il pesarese: superate le incognite dell'età che avanza, dopo averlo visto sorprendere positivamente l'anno scorso, Flamini però ha alzato le richieste a un livello che non aveva senso inseguire. Non per andare altrove, e non andrà altrove, ma per giustificare un ripensamento al suo piano originario: appendere le scarpe al chiodo.

Rispetto a lui Lestini, che comunque ha 34 anni compiuti e si è messo alle spalle da tempo gli anni dell'esplosività fisica, ha più talento ma comunque non è, a differenza di Casella, uomo da doppia cifra. E soprattutto a livello caratteriale non è Flamini. Viene da un anno in una B di medio livello a Matera da quasi 15 punti, ma per capire cosa può dare in A2 basta ricordare che da anni ha preso la residenza fuori dalla linea del tiro da tre: tra lui, Casella nel modo in cui si è detto, la guardia americana e chi sarà in campo tra Cappelletti e Saccaggi, meglio se piedi a terra, la Mens Sana conta di essere un po' meno battezzabile dell'anno scorso al tiro da tre.

***

Da qui si arriva agli americani, a cui sarà destinato circa il 35% del budget per la squadra, più o meno come l'anno scorso (forse più). E il cui identikit non sarà molto diverso da quello di Harrell e Myers. La guardia dovrà essere un giocatore perimetrale a cui chiedere tanti punti, possibilmente pericoloso da tre, sicuramente creatore dal palleggio. Con lo stesso senso del canestro di Harrell, magari meno di sistema e con più personalità, soprattutto per i finali di partita. Il lungo dovrà essere un giocatore di stazza, fisico, atletismo ed energia con movimenti spalle a canestro, come Myers, ma soprattutto dovrà essere rimbalzista, laddove Lestini lo è sicuramente meno di Flamini e un contributo come l'anno scorso dovrà arrivare da tutti.

L'impossibilità - proprio per non perdere a rimbalzo - di andare su un lungo perimetrale, che comunque avrebbe avuto forse costi proibitivi per l'A2 e sicuramente per la Mens Sana, finisce per chiudere sulla carta un po' a Vildera. Che ha dimostrato di andare l'anno scorso meglio da finto pivot che da secondo lungo, e che dunque dovrà aggiungere quest'anno alla sua evoluzione tecnica minuti di qualità anche da "4" non perimetrale, interno, non solo cambio del centro.

Al momento in Nazionale, resta da capire se la rotazione a otto sarà completata da Bucarelli o Masciarelli. Dietro a Casella e alla guardia americana si profila per Bucarelli uno spazio analogo ai 19.2 minuti di media dell'anno scorso. Le sue caratteristiche sono chiare nel bene e nel male, non averlo avuto da febbraio in poi (con in mezzo anche un mese in Nazionale) non ha aiutato ad aggiungere in un senso o nell'altro elementi per immaginare per Bucarelli un ruolo in squadra molto diverso. La situazione tecnica che si profila per lui è abbastanza chiara, c'è da capire se troverà l'accordo, sapendo che alla società piacerebbe contare ancora su di lui.



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