mercoledì 3 maggio 2017

Il bilancio della stagione

La Mens Sana ha chiuso la stagione con 14 vittorie e 16 sconfitte. Una vittoria sotto la parità. Una vittoria più la classifica avulsa fuori dai playoff. Quindi due vittorie fuori dai playoff. Sono quattro vittorie in meno (e quattro sconfitte in più) della scorsa stagione. Con il ruolino di 18-12 di un anno fa la Mens Sana avrebbe chiuso almeno quarta, forse terza a seconda di chi avrebbe potuto battere. Con una squadra costata lo stesso. Costruita molto più tardi. Devastata dagli infortuni (e già da molto tempo si sono tratte le conseguenze in termini di staff) in un modo che non si ricorda a memoria d'uomo.

La Mens Sana ha dovuto fare per due partite (e mezza) senza Myers, una senza Saccaggi, due senza Flamini. E 23 senza Cappelletti. Il totale fa 28 gare di assenze, su 30 partite giocate. Più 12 di Bucarelli. Che significa che in media la Mens Sana ha dovuto fare a meno in tutte le partite di un giocatore - e in un terzo delle partite di due - che nel migliore dei casi era un uomo da 20 minuti di media. Alcune di questi problemi sono coincisi con due delle sconfitte più sanguinose della seconda parte di stagione, la sconfitta di due a Legnano senza Myers fuori per crampi e la sconfitta sul campo di Eurobasket senza Saccaggi.

In una stagione è normale e fisiologico che capitino infortuni, ma bastava che fossero normali, e non un crociato che salta dopo sette partite e una pubalgia che dura tre mesi e mezzo. Guai a cui la società ha deciso di rimediare prima con un intervento non particolarmente felice per sostituire Cappelletti e poi non prendendo nessuno al posto di Bucarelli: scelte con un senso dal punto di vista economico, ma di cui non possono sfuggire le naturali conseguenze tecniche.

Tutto questo senza evocare i problemi fisici che, pur giocando sul dolore, hanno condizionato la stagione di Saccaggi e di Myers, per dirne un paio. E Tavernari che, al di là di tutte le valutazioni tecniche già espresse, per buona parte della prima metà della stagione è stato impegnato a ritrovare un minimo di forma dopo la frattura del malleolo. Da un certo punto in poi è stato evidente che la squadra viaggiava a due velocità, con chi come Harrell, Mascolo, Vildera e a modo suo anche Flamini riusciva ad allenarsi, e chi no, come Bucarelli, Myers e Saccaggi.

***

E' un dato di fatto che da dicembre la qualità del lavoro in palestra è crollata. E' anche un dato di fatto che non si è invertita la rotta tecnica, abbandonandosi all'inerzia e quindi all'involuzione. Senza riuscire a ripensarsi dopo la perdita di Cappelletti o a trovare misure perché gli americani nel mutato contesto non perdessero efficacia o a inventarsi qualche altra soluzione andando oltre i limiti tecnici del resto del roster. C'era stato modo di parlarne. Poi i problemi fisici hanno preso il sopravvento e l'attenzione si è spostata fortemente fuori dal campo.

C'è stato un periodo di quattro mesi da fine novembre a tutto marzo in cui la Mens Sana ha perso 12 partite su 17, una media che proiettata su base annuale avrebbe forse voluto dire retrocessione, tanto più che si sono perse due partite su due con la retrocessa Agropoli. La prima è arrivata in un momento di difficoltà, la seconda è stata sicuramente uno dei punti più bassi della stagione, perdendo sul campo di una squadra che non vinceva da 12 partite e più di tre mesi dopo 15 giorni di pausa in cui elaborare una reazione dopo la brutta sconfitta a Legnano (55 punti, giocando male, ma comunque decisa da episodi all'ultimo minuto) e soprattutto dopo l'epocale disfatta casalinga con Rieti di cui la piazza sonnolenta quasi neanche si è accorta.

Con la salvezza di fatto in tasca ma perse ormai le velleità di playoff, la sconfitta di Agropoli è stata uno spartiacque, oltre il quale c'è chi ha mollato dal punto di vista mentale e fisico, solo in attesa che finisse l'annata. La Mens Sana era messa così male che era sembrata un passo avanti la sconfitta interna con Ferentino arrivata quartultima (peraltro, in tema di episodi, decisa da una delle 9 triple segnate, e 31 tentate, in tutta la stagione da Gigli). La sconfitta sul campo di Eurobasket, che veniva da 5 sconfitte in 6 partite a proposito di risuscitare i morti, è stata la ciliegina, ultima tappa di un filotto che ha fatto entrare questa annata nella storia dalla parte sbagliata.

Cinque sconfitte di fila (poi come) e bastavano uno o due risultati diversi per non far entrare questa annata nella storia dalla parte sbagliata. Gli infortuni toccati proprio a Cappelletti e Bucarelli (la sfiga ci vede benissimo) hanno impedito di dare un senso alla stagione con la valorizzazione dei giovani. Non significa negare la grandezza di quanto fatto a inizio anno né dimenticarsi che alcune delle partite vinte allora potevano essere perse senza nessuno scandalo, né significa ignorare i larghi frangenti in cui la società è stata come minimo assente.

Ma erano 18 anni (dalla stagione Dalmonte-Rusconi) che la Mens Sana non finiva una stagione con più sconfitte che vittorie. Erano 21 anni (dalla Cx di Pancotto) che la Mens Sana non chiudeva tanto in basso in classifica e non si qualificava ai playoff. Aver perso i playoff per una o due partite nonostante tutto, aver battuto quasi tutte le squadre che ai playoff poi ci sono andate, acuisce solo la consapevolezza che c'era lo spazio per fare qualcosa di più e meglio, nonostante tutto: al di là dei pubblici bilanci politicamente corretti, una stagione del genere a Siena non può essere archiviata con soddisfazione. Con la partecipazione straordinaria di una catena devastante di infortuni.

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