lunedì 15 maggio 2017

Giocare al piccolo Marruganti (e al piccolo Griccioli): scenari di roster della stagione che verrà

Si sta già lavorando all'anno prossimo. Intanto in palestra, con gli allenamenti della post season che per tre settimane - quattro giorni a settimana - vedono al palasport per fare del lavoro tecnico  Vildera, Masciarelli e anche Saccaggi, rimasto ospitato da Cappelletti, che a sua volta è costretto dai tempi di recupero a lavorare "solo" sui fondamentali, senza contatto. Mentre Bucarelli forse potrà rimettersi in moto non prima di un mese. Per guardare alla prossima stagione mancano ancora tanti e importanti passaggi a livello societario, in termini di uomini e di denari. Ma se si parla di basket, come già filtrato nelle valutazioni sulla stagione appena finita, il discorso riparte non per caso proprio da questi nomi.

Provando, come per tutti, a tentare valutazioni che prescindano dall'affetto e dalla stima conquistati, su Alessandro Cappelletti si riparte dai lampi esibiti l'anno scorso (tecnici e di personalità: che impatto) e inevitabilmente anche dai punti interrogativi: quello tecnico (i guizzi non hanno fatto in tempo a trovare conferma sul campo dopo il super inizio) e quello fisico (due crociati in tre anni). Che nella costruzione di squadra significa strutturare un roster che almeno all'inizio sappia proteggerlo: dopo aver aspettato Parente, DiLiegro e Tavernari, farlo per un giocatore su cui si punta per il futuro sarà un piacere. Da una parte c'è il contratto a salire firmato l'anno scorso che - a meno che non si trovino ora nuove soluzioni - prevede adesso un ingaggio (superiore del 40% [edit] 20% rispetto alla conveniente prima stagione) quasi da titolare. D'altra parte però c'è la necessità di affiancargli comunque ancora, come quest'anno, un play da quintetto, con ingaggio conseguente.

Di contro, con Giovanni Vildera - della bontà della sua stagione si è già parlato in sede di bilancio - la Mens Sana si trova sotto contratto con un ingaggio quasi da quarto lungo un giocatore che potrebbe quasi, in certi contesti, fare il lungo titolare. Non è diventato Printezis, la consapevolezza è la base perché si possa affermare come giocatore di categoria, ma non cavalcarne i progressi sarebbe un peccato. Alla voce "contesti", conterà anche il giocatore che avrà accanto: Vildera ha dato il meglio al posto di Myers piuttosto che al suo fianco, che significa che per capitalizzare la sua crescita (e non limitarne il minutaggio potenziale) la scelta migliore potrebbe essere non mettergli davanti un centro americano, ma scegliere uno straniero che possa (anche) giocargli di fianco invece che in alternativa. Magari per completare il reparto poi con un centro italiano di medio livello che permetta di spostare risorse sugli esterni, dove come detto ci sono i punti interrogativi legati a Cappelletti.

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Nell'accordo con Lorenzo Bucarelli è previsto per questa estate un riscatto prefissato a un costo improponibile (assimilabile all'ingaggio di Cappelletti dell'anno scorso) in cambio di un beneficio totalmente trascurabile (il passaggio dal 20 al 30% del possesso del suo cartellino, con quel che ne conseguirebbe in termini di riscossione di futuri premi Nas). Le scelte di un anno fa su Udom in un verso e Cappelletti nell'altro dicono quello che dovrebbe essere scontato: essere cresciuti nella Mens Sana è un valore aggiunto, ma poi alla Mens Sana si viene o si resta solo se ci sono le giuste condizioni. Che nel caso di Bucarelli sono ragionare solo sul nuovo contratto - come quello che ogni squadra può firmare con lui - omettendo il riscatto. Ma nel caso con quale ruolo? E' uno degli snodi attorno a cui pensare come costruire la nuova Mens Sana. Della sua stagione si è già parlato in sede di bilancio.

Confermarlo quinto esterno non gli schiuderebbe margini di crescita ulteriore, dietro una guardia o un'ala americana e comunque consapevole che ci saranno frangenti (mancati tantissimo quest'anno dopo la perdita di Cappelletti) con tre palleggiatori in campo insieme. Se non c'è un progetto su di lui ma lo si tiene per riempire una casella, sul mercato se ne trovano anche altri di giocatori forse con maggiori doti da specialista nello stesso ruolo e per una spesa simile. Tutto questo ipotizzando una configurazione di squadra di nuovo con una guardia americana, in cui evitare di sbagliare l'ala piccola e non sapendo cosa potrà dare Cappelletti.

La scommessa - ma nel caso bisogna crederci, conviverci e difenderla - sarebbe lanciarlo come esterno titolare. Prima considerazione: dopo essersi potuti permettere una stagione di Tavernari nel ruolo, peggio non farebbe. Seconda considerazione: le difese comunque rispettavano il tiro di Tavernari più di quanto succederebbe con Bucarelli (con quello che conosciamo, poi magari torna dall'estate ed è un tiratore da 40%...). Dunque per essere fattibile serve intorno un quintetto con tiratori, in cui siano altri coi punti nelle mani, puntando tutto su americani forti (e avere un titolare come Bucarelli libererebbe qualche risorsa da dirottare su di loro). Magari un quintetto con una guardia italiana con tiro e un play americano realizzatore che possa giocare anche accanto a Cappelletti.

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Non è da escludere che si scelga di battere la strada della conferma di Saccaggi e Flamini, di fatto confermando in blocco (con americani diversi) la squadra che ha fatto il campionato che sappiamo. Lorenzo Saccaggi, lo ha detto la stagione, è una sicurezza per la categoria. Un giocatore non con tanti punti nelle mani. E condizionante nella misura in cui, seppure di fronte non ci siano squadre con Curry o Harden, permette alle difese avversarie di aspettarlo in area piuttosto che preoccuparsi del suo tiro da tre dietro il blocco, con ovvio intasamento degli spazi.

Simone Flamini è stato non solo un valore aggiunto come collante ma anche, rispetto agli interrogativi estivi una delle note liete della stagione, soprattutto sulla distanza. Pensare però che possa replicare la prossima stagione, in cui compirà 35 anni, con tutto quello che ha passato nelle scorse stagioni, ha evidenti e forti componenti di rischio. E anche fosse, è improponibile chiedergli ancora di stare in campo i 30.8 minuti di media che ha giocato nelle ultime dieci partite. Magari dalla panchina. In un reparto in cui ci sono Vildera e uno straniero, che quindi dovrebbe avere le caratteristiche per giocare sia insieme a Flamini che insieme a Vildera: gente con questa versatilità difficilmente passa per l'A2, e nel caso sicuramente per molto di più dei 35mila dollari con cui si è portato a casa Myers.

Nel valutare il budget dell'anno scorso si è spesso detto che non era basso in assoluto (per quanto sicuramente lontano dai più alti della categoria), ma che sarebbe bastato avere le stesse risorse a disposizione non così tardi nell'estate per costruire una squadra migliore. Oggi confermare per cinque ottavi il roster della scorsa stagione significherebbe rinunciare a esplorare questo potenziale (cercare quel qualcosa di meglio che si sarebbe perso l'anno scorso) che si aprirebbe stando sul mercato da subito, con gli stessi soldi. Perché - questo si può già dire - il budget della Mens Sana 2017/18 sarà lo stesso della stagione appena conclusa, compresa l'operazione Mascolo: è uno dei pochi mattoncini già messi per la nuova stagione, ed è già una notizia.

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Capitolo giovani: Dario Masciarelli eventuale sesto confermato? Quest'anno non era pronto e si sapeva. Ha fatto vedere di avere margini, ha toccato con mano quello che serve in categoria. L'unico motivo per tenerlo sarebbe quello di pensare per lui la scommessa gigante di lanciarlo da quinto esterno come Bucarelli due anni fa. Più plausibile mandarlo in prestito a giocare: si fa presto a dire Serie B, serve la certezza che sia una realtà in cui possa lavorare al meglio. Capitolo giovani: l'anno prossimo Cappelletti e Vildera non saranno più Under. Due Under saranno il nono e il decimo: magari Campori da sesto esterno e Cepic da quarto lungo (ma per motivi regolamentari poi bisogna andare a referto in 11 invece che in 10). E poi almeno un Under per le rotazioni: se non restasse Bucarelli, serve qualcuno del 1996 o più giovane.

Poi se puntare su Bucarelli o uno specialista, su Saccaggi, Flamini o qualcun altro di più giovane dipenderà anche dalla scelta "filosofica" a monte. Che campionato si vuole fare? Si vuole stabilizzarsi a questo livello (magari cancellando la bestemmia di restare fuori dai playoff) o si vuole cominciare a lavorare per inserirsi nel giro di un anno, due o tre nel gruppo delle squadre che programmano (e fanno crescere uomini) per arrivare a tentare il salto di categoria? Meglio una squadra pronta all'uso o una di giocatori da sviluppare? Come si vuole venire incontro al coach?

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Si è parlato dei giocatori, ma a dirla tutta la pianificazione della nuova stagione comincerebbe cronologicamente da allenatore (e staff) e direttore sportivo, tanto più visto che si va verso un nuovo corso societario, che normalmente si accompagna alla scelta di persone di fiducia per questi ruoli chiave. Entrambi hanno contratto per l'anno prossimo, ed entrambi aspirano legittimamente ad accompagnare il nuovo ciclo societario con un'estensione formale del rapporto (al momento con asimmetriche chance di successo).

Tra (1) accompagnare il nuovo ciclo con nomi nuovi senza aver veramente lavorato coi vecchi, quindi cambiare, e (2) legarsi a lungo con chi non si è veramente ancora lavorato, quindi prolungare i contratti, forse - opinione personale - l'equilibrio sta in mezzo. E gli accordi in essere verrebbero incontro a questa logica di mezzo, prendendosi una stagione di lavoro comune con entrambi per capire se chi guida la Mens Sana in campo e dietro la scrivania è fatto per la nuova società e viceversa. E' un tema abbastanza caldo in questi giorni.

Sono i giorni in cui, sistemati i patti parasociali e attese le risposte degli altri soci, si aspettano i passaggi di quote e i nuovi assetti societari, compreso il nuovo cda: tutte questioni che sarebbe lecito attendersi in tempi brevi, se non ci fossero i precedenti dell'ultimo anno. Ma non c'è, e non c'è stato, bisogno di aspettare tutti i passaggi formali per essere operativi, con riunioni per cominciare a lavorare sulla nuova stagione: la partecipazione (peraltro normalissima) di Marruganti e Griccioli sembra coerente o almeno compatibile con la strada della continuità. E il fatto che ci sia attività significa che comunque la macchina societaria, apparentemente immobile in questo periodo di silenzio, è a suo modo in movimento.


1 commento:

  1. Più che giocare a fare il Marruganti mi piacerebbe sapere come sti muovendo la società sul mercato. Le concorrenti sono già attive e a Siena sembra calato un silenzio di piombo.

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