La Virtus sta attraversando la sua prima vera fase di turbolenza della stagione. Dopo un avvio brillante, che aveva portato i rossoblù ai vertici della classifica, la squadra sta vivendo un piccolo blackout culminato in due sconfitte consecutive contro Arezzo ed Empoli.
Se il primo stop ad Arezzo aveva già evidenziato qualche crepa, a bruciare maggiormente è stata la sconfitta interna contro Empoli per 83-79. Al PalaCorsoni, la Virtus ha pagato caramente i momenti di ristagno offensivo e una difesa che, pur essendo tra le migliori del torneo, ha ceduto nel finale sotto i colpi dell'esperienza di Rosselli e compagni che, da parte loro, sono stati accompagnati anche da una maggiore precisione al tiro.
Nonostante le ottime prove individuali di Morciano (18 punti) e del pacchetto lunghi con un Gianoli sempre sugli scudi, la squadra di coach Marco Evangelisti è apparsa meno fluida rispetto alle prime uscite, soffrendo la maggiore lucidità degli avversari nei possessi decisivi.
Cosa serve adesso per reagire? Premesso che, per quella che è l’età media di squadra, ci sta avere un periodo di flessione. Però, per ripartire, la Virtus deve ritrovare quella continuità mentale che era stata il suo marchio di fabbrica. Serve una gestione più oculata dei ritmi di gara, evitando i passaggi a vuoto che permettono agli avversari di piazzare parziali pesanti.
La reazione passa inevitabilmente dalla difesa, a partire dalla trasferta di Genova: alzare nuovamente “le mura” e proteggere il ferro con maggiore decisione sarà fondamentale per ridare fiducia a un attacco che, quando si ferma (anche per merito degli avversari), non deve far ricadere tutto il suo peso sulle iniziative dei suoi terminali principali.
Andrea Frullanti
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