giovedì 7 novembre 2019

Storia da Grandi: L'epifania di Sabonis e quella di Rauf, la prima di Bantom e la vittoria n.1000

Terzo appuntamento con la storia della pallacanestro mensanina. Operando la necessaria selezione (troppe sarebbero da raccontare!) oggi ricorderemo alcuni fatti accaduti nella seconda settimana del mese di Novembre.


Nel 1973 la Mens Sana perde a Torino la prima partita esterna in serie A.
E' ospite della Libertas Saclà Asti, costretta a disputare le gare interne nel capoluogo sabaudo, perché al pari di quelli di Cantù, Rieti e Venezia il suo impianto ha una disponibilità di posti inferiore al limite minimo di 3500 introdotto quell'anno dalla FIP.
L'efficacia di Cosmelli e Johnson rende particolarmente briosi i biancoverdi in avvio di gara, poi i piemontesi recuperano e passano a guidare le operazioni con una certa sicurezza pur senza mai allungare in modo perentorio.
I falli condizionano già nel primo tempo Charlie Caglieris, favoloso playmaker del Saclà, e il mensanino Carl Johnson. Purtroppo al 30' il pivottone del Minnesota esce definitivamente di scena.
Sotto nel punteggio, perso uno dei suoi giganti, per aumentare l'aggressività difensiva Cardaioli toglie Bovone e il pur valido Cosmelli per mandare a zone-press a tutto campo a un quintetto “piccolo”. Sono i pretoriani della promozione di Maggio: Campanini, Franceschini, Ninci, Giustarini e Granucci, il più alto coi suoi 195 cm.
Mettono in difficoltà i piemontesi, recuperano, tornano punto a punto e vengono penalizzati solo dall'imprecisione ai tiri liberi.

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Nel 1977 la seconda di Novembre è una settimana decisiva, perché in quattro giorni la Mens Sana affronta due delle più attrezzate candidate alla promozione in A1: la Mecap di Solman e Malagoli a Vigevano e l'Althea Rieti di Meely e Sojourner al Palasport.
Il torneo ha archiviato solo tre turni, ma prevedendo appena 22 giornate un passo falso contro una diretta concorrente equivarebbe a una pesante penalizzazione.
A Vigevano Cardaioli si ritrova una squadra ampiamente menomata. Bucci ha la dissenteria, Fernsten l'influenza e Bovone, appena reintegrato dopo un mese da indesiderato, è un pachiderma fuori dagli schemi.
Ma non si danno per vinti i biancoverdi. E sebbene entrino negli ultimi otto minuti staccati di 12 punti, reagiscono e si impongono 96-94!
Superlativi Quercia (23 punti) e Giustarini (22), ma i febbricitanti americani sono determinanti.
Eric Fernsten segna 18 punti e strappa una ventina di rimbalzi a Clyde Mayes, uno dei più forti pivot in circolazione. Bucci trova la forza di segnarne 31, pur dovendo alternare capatine negli spogliatoi  all'impegno agonistico.

Quattro giorni dopo, opposti al quintetto più fisico dell'intera A2, il forfait di Carlo Dolfi si somma agli altri guai.
Non solo grossa, ma pure tecnica e imprevedibile (Brunamonti, Meely...), l'Althea è invece in gran forma.
Nel palazzetto colmo e rovente anche per la presenza di tanti ospiti con cui i senesi passano alle vie di fatto, la squadra tiene il passo per tre quarti di gara, poi finita la birra, forte della taglia e della tecnica dei suoi difensori, la squadra di Elio Pentassuglia va a vincere: 83-92.
Come quattro giorni avanti, un Bucci stoico replica i 31 punti, in barba a un fisico debilitato e alla caccia spietata di Cerioni, Zampolini e Meely, abbondantemente più alti di lui. Dopo cinque turni vanta l'eccezionale media di 32 punti a partita.
Fernsten invece impatta su Will Sojourner, vero dominatore d'area, nel ruolo specifico tra i più grandi che si ricordino in Italia.

Se la sconfitta con l'Althea nella sostanza non cambia il destino del Sapori, la vittoria di Vigevano vista alla fine della stagione regolare finisce per essere decisiva, perché con le due squadre arrivate a pari punti va a premiare con la promozione diretta proprio la Mens Sana.

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Nel 1981, l'appena insediato Zorzi riceve al Palasport il bravissimo collega Arnaldo Taurisano, che alla Lazio Roma guida atleti anche importanti come Iellini e Tomassi, esperti come Malachin, ma pecca di panchina e manca dell'americano Gibson, operato pochi giorni prima.
Bucci (29 punti finali) e Vroman (22) prendono in mano le operazioni, portando la squadra al riposo già sul +10.
Nella ripresa, vinte le ultime resistenze, i biancoverdi marciano su margini di ampia sicurezza, spinti anche dalla prova da applausi di Luigi Cagnazzo, che come Giancarlo Bacci è un ex.
Il tabellino finale premia la Mens Sana (86-68) e lo stesso Cagnazzo, forte dei suoi 10 rimbalzi e 19 punti, nati da un 6/8 al tiro in azione e un inatteso 7/7 ai liberi, cronico tallone d'Achille del pivot romano.

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1982, 7 Novembre. Mike Bantom debutta con la maglia della Mens Sana nella gara interna contro il Benetton Treviso di Dado Lombardi, incidendo sul risultato finale 88-80 al di là dei 18 punti personali.
Arriva a Siena non per caso, ma dopo una corte iniziata già nel mese di Giugno, che a seguito della concorrenza di altre squadre vede in Settembre e Ottobre i contatti intensificarsi fino a richiedere, sono parole del Presidente Lido Lanfredini, due telefonate intercontinentali al giorno e il viaggio a Filadelfia per stendere il contratto.
L'allenatore Zorzi ne è entusiasta e sebbene per motivi di tempo non riesca a inserirlo che parzialmente nei giochi della squadra, lo tiene in campo per 40 minuti fin dall'esordio.

Nel palasport gremito, curioso ed eccitato, già dopo poche azioni c'è chi si frega le mani al pensiero del beneficio che potrà trarre la causa biancoverde da tanto talento.
Col passare dei minuti ha il fiato corto, ma la personalità e i movimenti rubano comunque la scena. E via via che il tempo passa, aggiunge pennellate d'autore a un quadro già stupefacente.
Oltre ai 18 punti offre blocchi, aiuti, assist, stoppate e una quantità indefinita di rimbalzi. La stampa li conterà in modo discordante: chi gliene assegna 12 e chi 17, chi 14 e chi 16. Tanti comunque.
Quella stessa stampa, sportiva e non, che del suo arrivo ha scritto per giorni, tale è la levatura cestistica, in un corpo integro e asciutto di non ancora trentuno anni.

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2001. E' un torneo particolare, perché sviluppato su un numero di squadre dispari (19), che riposando a turno offrono una classifica sempre condizionata da eccezioni e distinguo.
Ad ogni buon conto la Mens Sana del nuovo allenatore Ataman, del roster rivoluzionato e ispirato da un'idea di pallacanestro che guarda all'Est Europa, lo inizia nel migliore dei modi, perché di vittoria in vittoria resta imbattuta per nove turni, che all'epoca vale il record societario.

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2003. La seconda giornata di Euroleague fa fermare in Viale Sclavo una delle leggende della pallacanestro europea: Arvydas Sabonis.
Al penultimo giro di un circuito professionistico che in Europa l'ha visto vincere titoli di squadra e individuali e nella NBA fare una gran figura nonostante ripetuti infortuni, il Principe del Baltico ha una tale stazza che Roberto Chiacig, considerato un centrone in campo nazionale, al suo confronto sembra il nipotino.
La sorprendente agilità di un tempo non è più la stessa, ma la visione di gioco e il trattamento della palla sono da cattedratico, il carisma smisurato. E se il tiro dalla lunga distanza per una volta non va (0/5), è una torre difensiva che al massimo si può aggirare.
Nella sua metà campo quella sera produce 5 recuperi, 16 rimbalzi (18 totali), 3 stoppate e costringe gli attaccanti senesi a cambiare, non di poco, i tempi e le traiettorie dei tiri. Il risultato è che da 2 punti la Mens Sana non raggiunge il 38%.
Seppur con altre armi anche la difesa di Recalcati è efficace e getta le basi della vittoria, la prima di quella edizione.
Ne seguiranno molte altre, tanto che in primavera la squadra centrerà la seconda Final Four consecutiva.
In quanto a Sabonis... beh, sarà eletto miglior giocatore del torneo.

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Si può perdere su un campo di basket tirando con oltre il 74% da 2, il 46 da 3 e l'82 ai liberi?
Sì, alla Mens Sana campione d'Italia successe nel 2004 a Roseto, fulminata dall'eccezionale talento offensivo di Mahmoud Abdul Rauf e da una squadra che dall'arco dei 3 punti le scagliò nella retina 15 tentativi su 29 (51,7%).

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2010, sabato, anticipo del quinto turno, a Cantù un'ordinaria routine da ospiti sgraditi.
Già sotto di 7 punti al riposo, a inizio ripresa la Bennet perde Leunen, infortunatosi cadendo sul piede di un addetto al parquet.
Nonostante ciò e sebbene tiri da 3 col 6% (1/16), presa per mano da Ortner (16 punti, 8 falli subiti, 7 rimbalzi, 1 stoppata, 4 recuperi e 1 assist in 20'), Markoishvili e Micov rimane lì, cedendo infine al talento non imbrigliabile di Lavrinovic: 24 punti (OER 1,41) e tanto altro in soli 23' di gioco.
Per la cronaca (nera), mentre si reca all'antidoping Stonerook è colpito in testa dalla giubba di un invasato e giudicando l'azione tutt'altro che involontaria si arrampica sulla tribuna per fare giustizia.
Senza sforzarsi più di tanto, in pochi istanti fa pulito.

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2011. Posticipo per la diretta TV, una brutta partita.
Alla sirena il punteggio premia l'EA7 Milano (63-57) per aver vinto di stretta misura ogni singolo quarto.
Nessuna prestazione dei biancoverdi salta all'occhio, tanto da far apparire degni di nota l'unico tiro tentato da Stonerook in 35 minuti di gioco e il sacrificio di David Moss, in borghese per lasciare il campo a Rakocevic, in cerca d'intesa coi compagni.
Allora perché questo ricordo? Perché per qualcuno è uno snodo statistico molto importante.
Sono gli addetti ai lavori e tifosi dell'Olimpia, che quella sera si tolgono dalla spalla la scimmia dell'astinenza da vittoria sul biancoverde e tornano a sorridere dopo 21 amarezze consecutive.
Non accadeva dal 19 Marzo 2006.

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2013, posticipo del lunedì. La vittoria al PalaSclavo 69-54 sulla Reyer Venezia è, escludendo i 10 tornei di serie B, per la Mens Sana la numero 1000 (mille!) in manifestazioni ufficiali FIP, FIBA, LEGA BASKET e ULEB a partire dalla Coppa Italia 1968, la prima organizzata.
A quella data questo numero così imponente era ripartito nel modo seguente:

472 vittorie (inclusi due 2-0 a tavolino) in serie A1
143 (incluso uno 0-2 a tavolino) in serie A2
116 in ULEB Euroleague
104 nei playoff/poule scudetto per l'assegnazione del titolo FIP
  52 in Coppa Italia
  34 nei playout/poule di classificazione A1/A2
  19 in Coppa Korac FIBA
  15 in Coppa Europea/Saporta FIBA
  11 in serie A a girone unico (1973/'74)
  11 nelle fasi a orologio A1/A2
  10 in ULEB Cup (2006/'07)
    7 in Supercoppa italiana
    6 in Suproleague FIBA (2000/'01)


Where were you while we were getting high?



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