venerdì 10 ottobre 2025

Il rapporto del Costone con la sua storia

Tra quelle arrivate durante l’estate cestistica senese, una novità non è passata certo inosservata: usando un gergo scientifico, la possiamo definire la Meiosi del Costone. Cioè quel meccanismo attraverso cui, dividendosi in più “cellule” – dalla srl griffata Vismederi all’Asd Costone Fides 1904 per arrivare infine alla neonata associazione Amici del Costone – le varie componenti della cosiddetta società della Piaggia si sono date una nuova organicità in un’ottica di complementarietà. Gli obiettivi di tutto ciò? Crescere, avanzare verso nuovi ambiziosi obiettivi a livello sportivo, restando sempre fortemente legati alle proprie origini.

Il Costone sta vivendo a tutti gli effetti un passaggio storico importante. La prima squadra maschile ha un’impronta professionistica come forse non ha mai avuto. Certo, anche negli anni passati c’erano giocatori e allenatori presi da fuori che andavano a completare gli organici delle squadre che, però, erano prevalentemente costruite con gente di Siena (spesso anche fuoriusciti dalle giovanili di Mens Sana e Virtus). L’organizzazione di oggi, con Belletti capocoach full-time e quasi tutti i giocatori che, a loro volta, giocano a basket a tempo pieno, è l’elemento di maggior rilievo per sottolineare l’evoluzione sportiva del Costone.

La società in estate è diventata srl e non vede più in Emanuele Montomoli l’unico azionista. Oggi la quota è divisa tra il 60% di Montomoli e il 40% alla neonata associazione Amici del Costone. Presidente di questo nuovo organismo è Valentina Cappelli, vicepresidente Guido Sani, tesoriere David Fattorini (che è capocoach della prima squadra femminile confluita nella nuova Costone Fides 1904). Don Massimiliano Gabbricci, presidente dell’associazione Costone Ricreatorio Pio II, è presidente onorario di Amici del Costone che, a breve, completerà il proprio cda con vecchi e nuovi costoniani.

L’obiettivo dichiarato è quello di dare organicità e struttura alle iniziative solidali, culturali e sociali che via via il Costone ha messo in piedi negli anni. Al tempo stesso, si cerca di allargare la base, coinvolgendo le famiglie (che hanno figli e figlie che frequentano il minibasket o le altre giovanili), appassionati (anche a livello di sponsor) e auspicabilmente nuovi tifosi (anticipare le partite al sabato sera alle 21 vuole strizzare l’occhio a questo tipo di “nuovo” pubblico).

Insomma, l’associazione vuole essere qualcosa di inclusivo a tutti i livelli e per tutte le varie realtà costoniane. Realtà che, a livello sportivo, fatta eccezione per la prima squadra maschile, sono state tutte riunite sotto la bandiera del Costone Fides 1904 (presidente è Matteo Borsi). Non con meno ambizione, verrebbe da dire, visto gli investimenti fatti in estate per la prima squadra femminile che, con progettualità, mira a tornare tra qualche anno (ma non troppi) nel palcoscenico della Serie A2. 

Tra ambizioni, progetti di crescita e di allargamento della propria base, c’è anche la volontà di mantenere saldo il legame le proprie radici, cercando il coinvolgimento di chi, ancora oggi e con orgoglio, si definisce “costoniano”. In questo senso è nata l’iniziativa Wall of fame che, dopo una serata inaugurale al Teatro del Costone vede il progressivo allestimento di una parete del PalaOrlandi, con nomi e foto di chi ha fatto la storia del Costone. I primi quattro (passateci il termine) “mostri sacri” a trovarvi spazio sono stati: Don Vittorio Bonci, Giorgio Brenci, Aldo Ricci e Sandro Morbidi. La “costruzione” di questo “pantheon” costoniano mira a diventare un appuntamento fisso in occasione delle partite di B2: una breve cerimonia anticiperà ogni match e il muro si arricchirà di una nuova mattonella.

Il progetto nasce da un’idea di Luigi Bruttini (che lasciata la prima squadra maschile farà da chioccia nella “squadra di sviluppo” in Promozione, allenata da Marco Collini, sotto l’insegna del Costone Fides 1904), di Valentino Valentini e di Jacopo Sordi (rientrato quest’anno al Costone come addetto agli arbitri). Tre costoniani diversi ma, seppur con le loro specificità, sempre di un certo peso. Ma senza che debbano esserci paternità, è un’iniziativa che incarna il sentire comune del Costone. E che tutto il Costone vuole abbracciare.


Andrea Frullanti




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19 maggio 1973 

 


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