giovedì 27 febbraio 2020

Oggetti smarriti: La cavigliera di Larry

La caviglia è unarticolazione fragile. Va rispettata, curata, amata. Per qualcuno, come nel caso del mio protetto, la caviglia è strumento di lavoro, trampolino di lancio, perno di meraviglie. Tuttavia, quando il tuo cambio di direzione è più repentino di una pioggia in Irlanda, quando la tua sospensione ha la stessa potenza di un pistone da estrazione petrolifera, allora può risultare utile non affidarsi solo alla tenuta di tendini e muscoli. Se poi la suddetta articolazione ha già subito svariati traumi, allora diventa indispensabile fare ricorso a me.

Esattamente quello che è successo a colui che sarà mio compagno per la vita, un giocatore di pallacanestro che ha amato così tanto il suo sport da non essere mai stato in grado di smettere davvero. Può darsi che anche adesso, mentre vi parlo, sia da qualche parte in un campetto ad insegnare basket. Io sono la cavigliera di Larry Middleton. 
  
L'incontro tra noi era avvenuto ben prima dellarrivo a Siena. La sua prima apparizione nel vecchio continente, con me già al seguito, fu in Grecia, allOlympiakos, nella stagione 1988/89. Poi, lanno dopo, larrivo a Trieste, ovviamente da americano, alla corte del gran maestro Boscia Tanjevic. Nel capoluogo giuliano Larry giocherà in due occasioni, prima e dopo che Bepi Stefanel facesse traslocare marchio e mezza squadra da lì alla ben più fashion Milano. In mezzo, lesperienza riminese chiusa sì con una retrocessione, ma anche con una media di 27 cartelle a partita e con un career high da strabuzzare gli occhi, i 50 punti rifilati a Roma l8 aprile 1993, in cui domina gli avversari come un Avenger in una città di Medioman. Roma, lo vedremo, sarà una delle vittime preferite di Larry. 

Poi la svolta. Non in campo, ma in cattedrale. Larry si sposa con unitaliana ed acquista la doppia cittadinanza. Le sue doti di atleta e tiratore di striscia avevano già fatto salivare i gm da straniero, ora che è anche italiano il boccone è davvero ghiotto. La Mens Sana non se lo fa sfuggire e Larry ripagherà la fiducia segnando in maglia biancoverde più di mille punti in tre stagioni. La sua struttura fisica massiccia per una guardia dellepoca e la sua eleganza stilistica lo fanno sembrare, a volte, un gigante in mezzo ai lillipuzziani. Certo, qualche merito va anche anche a me, che sera dopo sera sopportavo le sollecitazioni di quelle caviglie agili al par di un grillo. Atletico ma anche versatile, quando Larry diventava di fuoco era difficile vederlo sbagliare.

A Siena rimarranno stampate in mente alcune prestazioni che renderanno necessario lintervento di diverse mie colleghe, visti i salti e gli atterraggi scomposti degli spettatori ad alcune sue giocate.  Su tutte, il suo esordio in biancoverde, e sembra un copione scritto da uno sceneggiatore hollywwodiano di quelli bravi. E’ la prima dellanno al Palasclavo. C’è la Stefanel Milano ad inaugurare la stagione. Per Siena manca Gerard King, e la Mens Sana sembra la prima delle tante vittime sacrificali dei meneghini. Non andrà proprio così: Larry segnerà 36 punti vedendo tutti i santi in cima ai ferri del Palasclavo e  mettendo dentro al canestro qualsiasi cosa gli passasse tra le mani, anche gli asciugamani detergi-sudore. 

Secondo top moment, la trasferta a Roma nel dicembre del 1997. Alla fine del primo tempo Roma è saldamente avanti, a +11; la Mens Sana non gira. Si racconta che limprovvido telecronista romano di quella sera si sia lanciato nellesaltare i suoi e nello stigmatizzare i difetti dei senesi, concentrandosi soprattutto sulle polveri bagnate di Larry. Lavesse mai fatto. Al rientro in campo Middleton sembra un Gormita, ne piazza 22 con 6 bombe e si prende la ribalta da solo. Quella Mens Sana verrà via coi due punti e la consapevolezza, con Larry in campo, di avere un jolly da spendere nei momenti più duri.

A Siena si troverà benissimo, ed io con lui, ma la sua avventura cestistica non finirà alla Mens Sana. A pensarci bene, non sarebbe stato possibile, specialmente per un malato di basket come lui che si sente ringiovanire come Dorian Gray. 
Ma il dopo Siena è unaltra storia. 



***

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