martedì 17 agosto 2021

E se la possibilità di essere ripescata ce l'avesse avuta la Mens Sana?

Il Siena torna in Serie C, il terzo campionato nazionale, forse non la dimensione desiderata (che resta la Serie B) ma sicuramente intanto quella più coerente con una storia vissuta prevalentemente in questa categoria. Non promosso sul campo, dopo essere arrivato quinto in uno degli otto gironi della scorsa Serie D, ma comunque in maniera totalmente legittima e secondo le regole, con i parametri non solo strettamente sportivi per risalire nelle classifiche dei ripescaggi e meritarsi la chiamata per uno dei posti disponibili. Tradotto: fare la propria stagione al meglio sul campo, puntare a vincere ma se non ci si riesce comunque provare a farsi trovare pronti per una chiamata al piano di sopra. Se fosse capitata la stessa occasione alla Mens Sana, sarebbe stata pronta a cogliere l'occasione? 

Il modo in cui il Siena ha trovato una strada per tornare a un livello più consono alla propria realtà è la dimostrazione anche in chiave Mens Sana che c'è una terza via, il ripescaggio, rispetto all'ortodossia di vincere ogni campionato per risalire la china, contrapposta al patto col Diavolo che esiste da sempre nel basket, l'acquisto di un diritto sportivo, strumento con cui pragmaticamente tante realtà della pallacanestro hanno comprato la partecipazione alla categoria che consideravano adatta alla loro effettiva dimensione. Una via, quella del ripescaggio, che comunque la Mens Sana già conosce, per averla percorsa (in maniera diversa nella forma, forse anche nella sostanza, ma non nella filosofia di fondo) quando un anno fa ha potuto "saltare" la Serie D, chiamata dalla Federazione dalla Promozione (che forse si sarebbe vinta, ma la stagione non terminò) direttamente nella Serie C Silver dove affronta adesso la seconda stagione.  

Allo stesso modo anche altre realtà senesi nelle ultime estati hanno avuto la possibilità di essere ripescate in un campionato superiore, decidendo in base alle proprie valutazioni di rimanere nella categoria determinata dai risultati. Quanto alla Mens Sana, questa estate era stata ventilata l'ipotesi di un ripescaggio e non risulta che nessuno abbia mai detto di no, ma semplicemente nella composizione dei campionati sono poi maturate altre circostanze (in Gold è stata ripescata non solo Quarrata sconfitta in finale dal Cus Pisa ma è stata accolta con una decisione discrezionale della Fip anche l'iscrizione del neonato Montecatini Terme Valdinievole Basket, che si aggiunge in categoria all'"altra" Montecatini). Non per questo quello della Mens Sana sarebbe stato un sì, però la necessità imposta dal salto di categoria di alzare il budget di 40-50mila euro e di rifare in gran parte la squadra sarebbe stata valutata nella sua fattibilità, secondo quanto risulta, non scartata a priori come una frattura eccessiva nel processo di crescita costruito fin qui.   

Quello che sicuramente è fuori portata per la Mens Sana per come è oggi, senza neanche la possibilità di valutare e riflettere, sarebbe un salto in Serie B. Categoria che è allo stesso tempo il minimo a cui la risalita graduale deve aspirare, visto che prima del fallimento e ripartenza 2014 la Mens Sana nella sua storia non era mai scesa sotto i primi tre campionati ed è indiscutibilmente quello il livello di base che le appartiene storicamente, ma anche il massimo a cui il club per come è oggi può arrivare con l'attuale configurazione societaria in seno alla Polisportiva, che ha un'altra vocazione e altri scopi sociali più votati allo sport di base. Il tempo perso per via della pandemia nella costruzione della necessaria solidità economica per sostenere quel livello, attraverso il sostegno di uno zoccolo duro di aziende partner, lascia quell'obiettivo oggi distante forse ancora un paio d'anni di lavoro, per arrivare a quei forse 200mila euro di budget in più circa che servirebbero per la Serie B. 

Ma più su con le proprie forze la Mens Sana per come è strutturata oggi non arriva, avrebbe bisogno di forze da fuori. Poi che il tipo di forze arrivate a rilanciare il Siena siano quelle auspicabili anche per la Mens Sana resta discutibile, e se ne può discutere. Quella della Robur è anche la storia di una realtà che ha avuto un tipo di spinta evidentemente ben diversa soprattutto sul fronte delle istituzioni e della politica. Il recente insediamento alla vicepresidenza della Polisportiva di Massimo Bianchini, consigliere comunale di maggioranza, potrebbe essere l'indizio (di per sé comunque fine a se stesso) di un possibile cambio di passo nei rapporti tra l'amministrazione e la casa madre, e dunque anche il basket. Sullo sfondo resta la partita del Palazzetto che, al di là dei lavori delineati e in via di definizione per mantenerne l'agibilità, rappresenta evidentemente con la sua area un'occasione immobiliare significativa per ipotizzare l'attrazione di investitori. L'aberrazione vissuta con la gestione Macchi rende istintivamente sanguinoso immaginare una nuova figura imprenditoriale da cui dipendere nel bene e nel male, ma prima o poi ci si dovrà arrivare. L'alternativa è l'estinzione di un fuoco che sotto la cenere non può covare per sempre.  

 


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